SALVINI DI MAIO CONTE
Annalisa Cuzzocrea e Roberto Petrini per la Repubblica
L' Italia si prepara a battere cassa a Bruxelles: il ruolo dell' ariete spetta al roccioso ministro euroscettico Paolo Savona sul quale leghisti e grillini contano per avere le disponibilità per le loro promesse elettorali. Ma dalla riunione di ieri del Comitato ministeriale per gli affari europei, per ora prevale la linea del suo collega dell' Economia Giovanni Tria: per gli investimenti pubblici servono risorse.
Per la Lega, naturalmente, il problema sono le imprese. Come rassicurarle dopo la stretta sui contratti a termine, come mantenere tutte le promesse fatte in campagna elettorale su cuneo fiscale e flat tax? Per i 5 Stelle, c' è da mantenere l' impegno di sempre: quello sul reddito di cittadinanza, cominciando almeno a mettere soldi sui centri per l' impiego ( i 280 milioni di euro sbloccati dai fondi ministeriali annunciati ieri in pompa magna da Di Maio non bastano neanche a cominciare).
PAOLO SAVONA GIANCARLO GIORGETTI GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI
Così, l' idea è quella che più temono la Commissione europea e i mercati: chiedere di sforare il rapporto deficit/Pil non solo per investimenti, ma anche per «riforme fiscali e di sostegno al reddito » . Ieri, Luigi Di Maio si è sfogato: «L' Europa deve concederci almeno quello che ha concesso ad altri. In passato Francia e Germania il rapporto deficit/Pil lo hanno sforato.
E sono cresciute. Dobbiamo poter fare lo stesso».
Pronto a cogliere l' odore di battaglia con Bruxelles il ministro per gli Affari europei Paolo Savona. Rimasto silenzioso senza mai abiurare la sua linea euro- critica, il professore ha colto l' occasione e ha convocato il comitato ministeriale per gli affari europei, un organismo nato nel 2012 nel mezzo della crisi, ma poco utilizzato, di cui fa parte quasi tutto il governo (c' erano Salvini, Di Maio e Tria). Le prerogative del comitato parlano chiaro: impostare la posizione italiana nelle trattative con l' Europa.
paolo savona col suo libro (1)
Il messaggio uscito dalla nota finale non è conciliante e ha un sapore ultimativo: « Se si vuole che il mercato comune e l' euro sopravvivano sul piano del consenso politico » bisogna prendere iniziative sul piano della « stabilità e della crescita» per assicurare il «benessere economico e sociale dei Paesi membri».
Con che mezzi? Qui, nonostante i toni roboanti, ha prevalso la linea Tria: la parola chiave del comunicato è « investimenti pubblici » che possono «innalzare l' attuale insoddisfacente tasso di crescita ». Parole dietro le quali si scorge l' idea del Tesoro di impostare una trattativa per ottenere lo scorporo della spesa per investimenti dal cruciale rapporto deficit- Pil.
Una linea secondo la quale non ci sarebbe spazio per trovare risorse, attraverso un allentamento dei parametri, per misure come reddito di cittadinanza e flat tax.
GIOVANNI TRIA
Del resto la guardia deve essere tenuta alta, soprattutto in questi giorni: la prossima settima arriva in Italia la delegazione del Fondo monetario internazionale per la tradizionale missione « articolo IV » . Si tratta di un test sui nostri conti pubblici atteso sempre con ansia, ma stavolta è il primo che dovrà confrontarsi con i programmi dei gialloverdi. Già alcune obiezioni si possono ipotizzare: la flat tax avrebbe problemi distributivi (favorirebbe troppo i ricchi), il reddito di cittadinanza costerebbe troppo.
DRAGHI TRIA
Mentre in linea più generale l' Fmi considera che l' avanzo primario (spesa al netto degli interessi) deve collocarsi tendenzialmente al 4% (e noi siamo inchiodati all' uno). Come pure l' idea di rinviare di un anno, dal 2020 al 2021, il raggiungimento del pareggio di bilancio, già annunciata dal ministro dell' Economia in Parlamento, non sarà gradita agli " sceriffi" dell' Fmi, il cui giudizio è sempre assai ascoltato dai mercati.
giuseppe conte angela merkel