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    “SALVINI È IN CAMPAGNA ELETTORALE. LAVORA PER FAR PRENDERE ALLA LEGA UN VOTO IN PIÙ DEGLI AVVERSARI” – GIORGIA MELONI TACE E NON RISPONDE A MATTEO SALVINI CHE DAL PALCO LE HA RICORDATO CHE LA LEADERSHIP DELLA “DRAGHETTA” NON È COSÌ SCONTATA. MA DA FDI GLI RICORDANO IL FANTOMATICO PATTO DELLA COALIZIONE CHE È EVIDENTEMENTE UNO SPECCHIETTO PER GLI ALLOCCONI: “IL NOME DEL LEADER DEL PARTITO CHE RACCOGLIERÀ PIÙ VOTI, COME DA ACCORDI RAGGIUNTI CON I NOSTRI ALLEATI, SARÀ PROPOSTO AL PRESIDENTE…”


     
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    Adriana Logroscino per il “Corriere della Sera”

     

    SILVIO BERLUSCONI - GIORGIA MELONI - MATTEO SALVINI SILVIO BERLUSCONI - GIORGIA MELONI - MATTEO SALVINI

    Giorgia Meloni tace. Non ha interesse a farsi trascinare nella polemica del giorno dopo. Quel che doveva dire, filtra dal suo entourage, l’ha detto sul palco. Alle parole di Matteo Salvini sulla leadership «rivendicata» dall’alleata, reagisce, invece, la prima linea di Fratelli d’Italia. Con un misto di analisi giuridica e fair play che si può sintetizzare così: «Salvini ha ragione ed è in campagna elettorale».

     

    Un passo indietro. Due giorni fa Meloni aveva detto in modo molto esplicito che in caso di vittoria della coalizione e di affermazione del suo partito, «Mattarella non potrebbe assumere una scelta diversa rispetto alla mia indicazione» a premier. Salvini, interpellato sulla dichiarazione, l’ha invitata a una certa prudenza: «Sono convinto che il centrodestra possa vincere e che la Lega possa prendere un voto in più di tutti gli altri, ma io non impongo nomi e ruoli al presidente della Repubblica». Un altolà.

    meloni meme meloni meme

     

    «Ma Salvini ha perfettamente ragione — sostiene Ignazio La Russa —, al presidente della Repubblica non si impone nulla. E tuttavia sarebbe un insulto anche immaginare che il presidente della Repubblica agisca in modo non ragionevole». Tra premessa e deduzione, c’è il ragionamento del vicepresidente del Senato. «Giorgia Meloni ha semplicemente detto che, se il centrodestra vincerà le elezioni, il nome del leader del partito che raccoglierà più voti, come da accordi raggiunti con i nostri alleati, sarà proposto al presidente della Repubblica dall’intera coalizione. Si tratterà di una proposta, ovviamente, altrimenti non avrebbero luogo le successive consultazioni. Ma è ragionevole immaginare che il presidente della Repubblica dia l’incarico al leader di partito indicato dall’intera coalizione che vince le elezioni. 

    SALVINI - BERLUSCONI - MELONI - VIGNETTA BY BENNY SALVINI - BERLUSCONI - MELONI - VIGNETTA BY BENNY

     

    Sarebbe offensivo, invece, pensare che il presidente operi non secondo ragionevolezza ma secondo un ghiribizzo».

    Giovanni Donzelli archivia la questione attribuendo le dichiarazioni alla trance agonistica. «Salvini è in campagna elettorale quindi lavora per far prendere alla Lega un voto in più degli avversari e auspica di riuscirci». Il responsabile dell’organizzazione del partito di Meloni, poi concede: «Del resto chi può dare per scontato in questo momento chi prenderà un voto in più dell’altro?

    matteo salvini federico sboarina giorgia meloni luca zaia matteo salvini federico sboarina giorgia meloni luca zaia

     

    Comprendo l’intenzione del segretario della Lega. E proprio la concorrenza tra liste aiuterà il centrodestra nel suo complesso a vincere le elezioni». A scrutinio terminato, però, si tornerà ad agire da coalizione. «E se FdI avrà il risultato che ci aspettiamo, il centrodestra compattamente farà il nome di Giorgia Meloni. Non credo nessuno voglia cambiare le regole in corsa. Sarà poi il presidente della Repubblica a decidere, come prevede la Costituzione».

     

    salvini meloni salvini meloni

    Giovanbattista Fazzolari, un altro fedelissimo di Meloni che gli ha dato la responsabilità del programma, fa un ulteriore passo. «L’indicazione per il premier la daranno gli italiani, col voto. Ovvio che affidare l’incarico spetta al presidente della Repubblica, Salvini non dice niente di diverso da noi. Ma quell’indicazione degli italiani, se chiara, non come nel 2018, sarà naturalmente tenuta in considerazione da Mattarella. Perché non dovrebbe?».

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