1 –“ALCOLICI ANCHE DOPO LE 3”, SVOLTA PER LE DISCOTECHE, SALVINI CEDE ALLA MOVIDA
matteo salvini giovanni toti al papeete di milano marittima 2
Alberto Mattioli per “la Stampa”
Bollino blu, come sulle banane della celebre griffe. Ma questa volta il marchio di qualità si applicherà alle discoteche, garante il ministro degli Interni. Matteo Salvini convoca il variegato mondo dei gestori dei locali e poi illustra la riforma delle sue regole, dopo che un paio di tragedie, Corinaldo e quella dello studente che tentava di entrare a un rave illegale, hanno dimostrato che di una riforma c'è bisogno. Appuntamento alla settimana prossima per il proto-collo d'intesa che dovrebbe trasformare le intenzioni in norme.
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La notizia vera è però che la linea di Salvini è ambivalente. Da una parte, il solito modello «law and order», appunto il bollino blu «in modo che i genitori sappiano dove mandano i figli» (concesso e non dato che i figli glielo dicano). Per «premiare chi garantisce controlli, legalità e sicurezza», in-somma più ballo e meno sballo, la panoplia della sicurezza prevede alcolici solo a chi ha diritto di berne, lotta allo spaccio, telecamere di sorveglianza dentro i locali, estensione dell'uso dell'etilometro, collaborazione con la Siae perché «chi organizza eventi sia in grado di farlo», ogni riferimento alla tragedia di Roma è puramente voluto, e «nuove misure per impedire l'ingresso a sbandati e balordi», forse di non facilissima applicazione.
discoteca “Lanterna Azzurra” di Corinaldo
La minaccia sono i rave, che si possono organizzare in poche ore e non possono essere contrastati con norme «che hanno 30, 40 e magari 60 anni». Fin qui, il giro di vite. Ma in realtà l'atteggiamento di Salvini è tutt'altro che punitivo, «da padre di un ragazzo di sedici anni e da fruitore dei locali», parole sue. Il ministro sottolinea il valore economico dei 2.500 esercizi italiani e spiega che potrebbe crescere, «visto che la sola Ibiza fattura quasi quanto l'Italia intera», dove si sente la concorrenza dei locali «albanesi, croati, sloveni» (almeno per chi li ha a portata di macchina, mentre per fare quattro salti a Tirana l'auto non basta) .
strage alla discoteca lanterna azzurra di corinaldo ancona 2
Il settore, a oggi, vale un miliardo di euro per la sua parte in regola e altrettanto per quella in nero. Dunque, lotta dura all'abusivismo, ma rendendo meno stingenti le regole in vigore. Per esempio, il divieto di somministrare alcol dopo le tre di notte: «In questo modo - dice Salvini - si agevola soltanto l'abusivismo di chi vende bevande fuori dai locali». Idem per la responsabilità dei gestori: «Se c'è una rissa a un chilometro da un locale non ha senso che ne risponda il titolare. Serve meno burocrazia. Giusto che se uno sbaglia venga additato come irresponsabile, ma il "dalli alla discoteca" non conviene a nessuno». I titolari, ovviamente, apprezzano la deregulation. Giancarlo Banchieri, presidente della Fiepet, la Federa-zione Italiana Esercenti Pubblici e Turistici, plaude al futuro protocollo, «che premiando le strutture che garantiscono più controlli e maggior legalità, rappresen-ta un'importante e condivisi-bile iniziativa».
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Insomma, «pieno apprezzamento e appoggio», anche se «ci auguriamo che le semplificazioni annunciate si trasformino presto in atti concreti», cosa che con il governo degli an-nunci non si verifica sempre. Sullo sfondo, resta l'antico amore di Salvini per il mondo della notte, fin dai tempi della sua scapestrata gioventù da comunista padano. Il ministro si spiaggia da sempre al «Papeete» di Milano Marittima, di giorno classico bagno con gli ombrelloni, di sera discoteca a cielo aperto. Il suo titolare, il romagnolissimo Massimo Casanova alias «Mr. Papeete», una celebrità sulla costa, è così amico che Salvini l'ha candidato alle Europee e Casanova è stato eletto con 64 mila preferenze nell'Italia meridionale. Fece molto discutere, l'anno scorso, il blitz del mini-stro all'«Old Fashion», celebre locale milanese finito nei guai perché fuori da il fu accoltellato Niccolò Bettarini, il figlio di Simona Ventu-ra, con grande emozione dei programmi tivù del pomeriggio.
OLD FASHION MILANO
Il questore di Milano chiuse la discoteca per trenta giorni, il Tar sospese il provvedimento e il 12 luglio scorso, verso l'una del mattino, Salvini si appalesò in jeans e maglietta nel locale, facendosi fotografare con il titolare, Roberto Cominardi, un suo vecchio amico. Insomma, anche sulle discoteche la strategia salviniana è fatta per piacere a tutti. Alle mamme apprensive, tranquillizzate dal bollino blu, ma anche ai loro figli in cerca di movida e ai gestori che la garantiranno loro più facilmente. La solita quadratura del cerchio. Anzi, della pista.
Salvini Roberto Cominardi
2 –LA MOVIDA DEI MILLENNIALS E IL RICHIAMO DELLA NOTTE
Flavia Perina per “la Stampa”
Non si capisce bene se le nuove misure annunciate da Matteo Salvini per le discoteche siano un giro di vite o l'esatto contrario. Il messaggio lanciato dal vice-premier, dopo un incontro con le associazioni del settore, parla di un bollino blu per premiare i locali che adottano le migliori misure di sicurezza e della liberalizzazione del consumo di alcolici anche dopo le tre di notte.
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E tuttavia il bollino blu esiste già da un pezzo—lo ha istituito un accordo quadro naziona-le nel 2016— e i limiti alla vendita di alcool sono fissati dai singoli comuni e affidati alle scelte dei rispettivi sindaci. Difficile vedere la novità, difficile interpretare il senso di due iniziative apparente-mente contrapposte: vogliamo più regole o meno? Più libertà di sbronzarsi o meno ubriachi in giro? Rassicurare i genitori° attirare i ragazzini interessati a fare l'alba bevendo?
discoteca 3
Il tentativo di mettere insieme principi contrastanti marca l'alto livello di confusione della nostra industria del divertimento davanti a una crisi di vecchia data e apparentemente insuperabile. Negli ultimi dieci anni metà delle cinquemila discoteche della Penisola ha chiuso i battenti. Le altre galleggiano: nella classifica mondiale stilata da DjMag l'Italia infila solo tre dj e quattro locali nei primi 150 posti, una gran tristezza per un Paese dove si viene anche (soprattutto) per divertirsi e tirar tardi. Ma questa generalizzata decadenza dei locali ci parla anche di altro.
discoteca 2
Di invecchiamento precoce, di noia, di offerta incapace di capire i tempi e rimasta ferma alla nostalgia degli anni '90 mentre i nostri figli con pochi euro se ne vanno a Berlino, ad Amsterdam, a Ibiza e persino nelle isole croate dove con un solo ticket si entra in tutti i club, gli after beach party sono gratuiti fino all'una di notte e i gestori investono nei dj migliori del mondo. Quanto agli altri, ai quarantenni che negli an-ni d'oro dell'Ultimo Impero e del Cocoricò affollavano le piste, neanche un bulldozer li porterebbe fuori da case ormai fornite di diversivi notturni per ogni tipo di passione, da Netflix ai video-giochi (senza dimenticare il porno a domicilio) : è un pubblico che ha ancora soldi da spendere e in tante circostanze li spende volentieri, ma è an-dato, perso in altri tipi di consumo che garantiscono un'alta soddisfazione emotiva senza nemmeno lo sforzo di levarsi le pantofole.
netflix and chill
Inseguire la resurrezione della movida parlando di bollini blu e alcool libero, insomma, sembra davvero antico, provinciale, e Matteo Salvini - che al disc-jockey ha giocato più volte sulla spiaggia e in ogni occasione utile — non può non saperlo. Le discoteche italiane hanno perso il contatto con il solo pubblico disponibile, gli under-30, che si rivolge altrove, spesso scegliendo situazioni al limite dell'abusivo e fuori dal pubblico controllo, come dimostra il mortale incidente alla Sapienza di Roma di due giorni fa. I Millennial cercano esperienze e posti nuovi, si balla nei circoli, sulle spiagge, nei live club che talvolta aprono per una notte sola, nelle ville semi-abbandonate, dove col prezzo del biglietto di ingresso in un locale "ufficiale" ci si può divertire una not. te intera. Magari sarebbe una buona idea cerca-re di dare un po' d'ordine a questo mercato anzi-ché far finta che sia marginale o non esista.
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