1. DAGONOTA
MATTEO SALVINI AL SENATO
Quando si parla di Pnrr, non si può non osservare ciò che accade al ministero delle Infrastrutture, gestito da quel birbantello di Matteo Salvini, che non solo disporrà della quota più rilevante dei fantastiliardi europei, ma ha la responsabilità più grande nel rendere operativi i complessi progetti su strade, ponti e ferrovie.
Intervenire sulle infrastrutture vuol dire in molti casi scontrarsi con le trappole della burocrazia, il pantano dei ricorsi, la guerriglia degli ambientalisti. Anche per l’ostica sfida che li attende, Salvini e Meloni ce l’hanno un po’ con Draghi: “Mariopio” ha lasciato loro una bella gattona da pelare. Ha sì vergato sapientemente il Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma si è ben guardato – o non ha avuto tempo e voglia – di tradurlo in solida realtà.
DRAGHI MELONI
La vendetta di Salvini, con il beneplacito della premier, potrebbe concretizzarsi nella epurazione dei tecnici del ministero delle Infrastrutture, considerati o troppo vicini al Partito democratico o draghiani di complemento. Il repulisti dovrebbe servire a velocizzare la macchina ministeriale, ma potrebbe essere un clamoroso boomerang.
Innanzitutto, i tecnici uscenti vanno sostituiti con omologhi altrettanto autorevoli (e di ‘sti tempi, ‘ndo li trovi?). E poi il turnover rischia di allungare le procedure operative: chi subentra, ha bisogno di tempo per analizzare e maneggiare i dossier e, con le scadenze brucianti che incombono sull’Italia, è un bel rischio da assumersi…
RAFFAELE FITTO GIORGIA MELONI
2. SCUOLE, 5G E TRASPORTI: I RITARDI DEL PNRR NEI PASSAGGI DI CONSEGNE «MANCANO 13 MILA PERSONE»
Fabio Savelli per www.corriere.it
Asili nido e scuole per l’infanzia. Poche, rispetto agli obiettivi concordati con la Ue. Torri per il 5G e fibra fino alle case lontane dai propositi immaginati con Bruxelles. I decreti attuativi per la Concorrenza e le gare per il trasporto pubblico locale fermi al palo. Le aree idonee per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili ancora senza criteri da attribuire alle regioni.
GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI MEME BY GNENTOLOGO
L’impasse sulle comunità energetiche per l’auto-produzione in modo di ridurre la dipendenza dal gas e le emissioni inquinanti col rientro a regime del carbone deciso per questione di «interesse nazionale». E poi 19 miliardi di euro agganciati ai 30 obiettivi su 55 da centrare entro il 31 dicembre altrimenti la prossima rata del Pnrr rischia di sfumare.
Fonti di governo raccontano che cosa sta mancando nel passaggio di consegne tra vecchio e nuovo esecutivo nell’attuazione degli obiettivi Ue vincolati ad un rigido cronoprogramma da qui ai prossimi mesi. Per recuperare il lieve ritardo cominciato col governo Draghi servirebbe un sistema che renda «non derogabile», registrano fonti, «la fase esecutiva dei progetti».
roberto garofoli mario draghi giorgia meloni alfredo mantovano
Inserendo «un rating a quelli prioritari su cui concentrare gli sforzi». L’ipotesi sarebbe anche quella di assegnare «poteri speciali» temporanei ai manager pubblici designati, distaccandoli temporaneamente dall’attività ordinaria. Perché si dedichino completamente ai progetti targati Pnrr.
Per questo la Cabina di regia che si riunirà venerdì, guidata dal ministro Raffaele Fitto che ne ha delega, starebbe ragionando ad un cambiamento di governance del Pnrr auto-assegnandosi oltre ai poteri di monitoraggio e controllo, anche quelli esecutivi.
matteo salvini beve un caffè
Che però non dovrebbe ancora confluire in un decreto apposito. Così in caso di immobilismo la squadra di Fitto potrebbe avocare a sé le attività sostituendosi ai responsabili dell’attuazione dei progetti ubicati nei vari ministeri. Il ministro Fitto intende avvalersi del Servizio centrale della Ragioneria (che è presso il ministero dell’Economia) per la rendicontazione finanziaria. Non è escluso un parziale spoil system tra i manager pubblici con alcuni più «graditi» o di maggiore fiducia per i ministri.
URSULA VON DER LEYEN MARIO DRAGHI
Venerdì sarà il giorno del Consiglio dei ministri in cui, tra i temi in agenda, è previsto il nuovo Codice degli appalti predisposto dal Consiglio di Stato su mandato del precedente governo, uno dei target da completare entro fine anno anche per sbloccare l’ingente massa di risorse del Pnrr destinata a Ferrovie dello Stato, che dovrà mettere a terra tramite le sue maggiori stazioni appaltanti, cioè Rfi ed Anas.
Ma il nodo cruciale rischia di essere il personale. Un’analisi della società di consulenza della Pa, Intellera, segnala che per portare a compimento il Piano servirebbero 13-15mila professionisti da inserire «tra project manager/programme manager e responsabili della gestione amministrativa e contabile, con un investimento tra 13 e 14 miliardi, pari al 6-7% delle risorse totali tra Pnrr e Fondo Nuove Competenze. Ma nelle 146 call for experts pubblicate sul portale unico per il reclutamento di personale InPA, ad oggi sono stati assunti solo 1.161 esperti, di cui 99 junior e 1.062 senior».
fitto meloni
luana ludovici e matteo salvini 1
MARIO DRAGHI - ROBERTO GAROFOLI - GIORGIA MELONI