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    “IL CENTRODESTRA SI E’ SCIOLTO COME NEVE AL SOLE” - SALVINI FA L’OFFESO PER GLI ATTACCHI DI GIORGIA MELONI E METTE IL BRONCIO: “ALLA PROVA DEI FATTI SONO STATO UNO DEI POCHI A CREDERE ALL'UNITÀ DELLA COALIZIONE. PER UNIRE BISOGNA ESSERE IN 2, 3 4. SE UNO LAVORA PER UN OBIETTIVO COMUNE E GLI ALTRI NON VEDONO L'ORA DI USCIRE PER FARSI OGNUNO IL PROPRIO INTERESSE PARTICOLARE...” - LA MELONI LO RINTUZZA: "L’ALLEANZA DI CENTRODESTRA ORMAI NON E’ PIÙ SCONTATA"


     
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    C.DESTRA: SALVINI, SI È SCIOLTO COME NEVE AL SOLE

    (ANSA) - "I referendum sulla giustizia saranno un banco di prova per il cosiddetto centrodestra, permettetemi di usare il 'cosiddetto', perché alla prova dei fatti sono stato uno dei pochi a credere all'unità della coalizione che si è sciolta come neve al sole". Così il segretario della Lega, Matteo Salvini in collegamento con il convegno "Il Futuro della destra in Europa" in corso a Marina di Carrara.

     

    C.DESTRA: SALVINI,SI INTERROGHI SU ANIMA E OBIETTIVI,IO CE LI HO

    MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI

     (ANSA) - - "Il centrodestra si deve chiedere quale sia la sua anima, gli obiettivi e i punti cardinali. Io ce li ho ben chiari in testa: il lavoro con meno Stato possibile e più libertà possibili, uno Stato sociale che c'è e non viene smantellato, la libertà dell'educazione con scuole paritarie con la stessa dignità delle statali, una giustizia giusta e no a 6 milioni di processi in arretrato". L'ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini in collegamento con il convegno "Il Futuro della destra in Europa" in corso a Marina di Carrara.

     

    C.DESTRA: SALVINI, PER UNIRE BISOGNA ESSERE IN 2-3-4...

    (ANSA) - "Bisogna decidere, fra i vari segretari, se preferiscono avere il loro piccolo orticello presidiato e assistere allo smantellamento dei valori e identità per opera della sinistra o se vale la pena giocare di squadra. Io continuo a pensare che valga la pensa e ce la metto tutta per unire, laddove altri dividono. Ma per unire bisogna essere in 2, 3 4. Se uno lavora per un obiettivo comune e gli altri non vedono l'ora di uscire per farsi ognuno il proprio interesse particolare...". Così il segretario della Lega, Matteo Salvini in collegamento con il convegno "Il Futuro della destra in Europa" in corso a Marina di Carrara.

     

    GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI AD ATREJU GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI AD ATREJU

    L'ISOLAMENTO DI MELONI "ALLEANZA DI CENTRODESTRA ORMAI NON PIÙ SCONTATA"

    Emanuele Lauria per “la Repubblica”

     

    Sono i giorni dell'abbandono, per Giorgia Meloni. Gli alleati si sono liquefatti al sole del Quirinale. L'ultima traccia di Matteo Salvini, sabato scorso, è un messaggino che ne annunciava una visita privata, prima della pubblica virata su Mattarella. E nel frattempo è scattata la fatwa di Silvio Berlusconi, offeso per un moto d'orgoglio della pasionaria della Destra («Io non gli devo niente») che è stata prontamente bannata, con i colleghi di Fdi, dalle reti Mediaset.

     

    meloni salvini meloni salvini

    Sono i giorni dell'abbandono e la leader di Fratelli d'Italia non lo nasconde. Ma, ancora una volta, tenta di trarre vantaggio dalla condizione di isolamento politico: «Meglio sola che male accompagnata», ha urlato a caldo, dopo l'esito disastroso della campagna salviniana per il Colle e l'annuncio del Capitano di voler rilanciare la federazione con Forza Italia e i centristi. E ora sta lì, Meloni, a presidiare la sua parte politica con la convinzione di rappresentare «i veri valori del centrodestra».

     

    Pronta a qualsiasi evenienza, a questo punto. Anche a un divorzio elettorale: «Non diamo più per scontata l'alleanza», ripete Meloni a chi le sta vicino. Aggiungendo: «Siamo coloro che hanno sempre creduto più di tutti nella coalizione. Ma ora dobbiamo fare i conti con il fatto che gli altri non ci credono». È più delusione che rabbia, quella della presidente di Fdi, appena mitigata dalle rilevazioni che la danno come unico leader in crescita dopo la disfida per il Colle.

     

    meloni salvini meloni salvini

    «Nei momenti importanti - è il ragionamento espresso nei conciliaboli di queste ore - gli alleati hanno dimostrato di preferire sempre la sinistra al centrodestra. Votarono una legge elettorale proposta dal Pd che serviva a impedirci di governare. Quando abbiamo votato, Salvini non volle l'incarico per andare invece con i 5S. E quando Matteo nel 2019 ha fatto cadere il governo meditava di andare alle urne da solo. Infine, quando è venuto giù il Conte bis, se Lega e Forza Italia avessero chiesto come me le elezioni, Draghi non sarebbe mai arrivato. Insomma - si conclude lo sfogo di Meloni - l'elezione del Presidente della Repubblica è solo l'ultimo incidente».

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     Non le resta che sottolineare le contraddizioni del suo alleato più vicino, Salvini appunto, come ha fatto ieri ai microfoni di Radio24: «Non so se ricuciremo, ci sono ragioni politiche, va chiarito questo punto: se si preferisce stare nel centrodestra o no. Nella coalizione o al governo. Quando arriva in aula il decreto Covid, ad esempio, la Lega lo vota o no?».

     

     E il riferimento è al fatto che il Carroccio non ha voluto partecipare in consiglio dei ministri all'approvazione delle misure contro la pandemia. Salvini ieri sera le ha risposto a distanza: «Meloni è ingenerosa. Io ho fatto una scelta fra il mio partito e il mio Paese. E ho messo davanti l'Italia ».

     

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     Il fatto è che, di qui alle prossime settimane, Meloni si troverà di fronte a due opzioni. La prima: fare (o accettare) lo strappo, nella speranza che le urne confermino i sondaggi di nuovo in crescita dopo la partita del Quirinale e facciano di Fdi il primo partito italiano. Ma questo scenario potrebbe sottrarre ai Fratelli d'Italia la prospettiva di andare al governo, perché fuori dalle coalizioni.

     

    GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI AD ATREJU GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI AD ATREJU

    La seconda possibilità, suggerita da molti "colonnelli", è quella di sposare un'alleanza con due sole forze in tutto, Fdi e il nascituro (forse) Partito repubblicano che dovrebbe federare Fi, Lega e pezzi di Centro. In questo schieramento Giorgia Meloni tornerebbe a giocarsi la partita della leadership interna con un Salvini però più insidioso, perché alla guida non di una Lega in discesa, ma di un soggetto politico più grande e con percentuali superiori.

     

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    «Cosa accadrà? Noi - dice il vicepresidente del Senato Ignazio La Russa continuiamo a lavorare per un centrodestra unito che mantiene quanto promette. Credo che l'ultimo indizio per capire il futuro sarà il dibattito sulla legge elettorale. Sono curioso di vedere come si schiereranno Lega e Forza Italia...». E se chiedi a La Russa se i ponti levatoi, nei confronti delle roccaforti alleate, siano ancora alzati, la risposta è secca: «Né sollevati né abbassati. I ponti non ci sono proprio».

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