Marco Benedetto per blitzquotidiano.it
Salvini mi è sempre stato simpatico. Come puoi non ammirare uno che riesce a portare il suo partito, la Lega, dal 7 al 30 per cento, solo a colpi di slogan e sceneggiate.
SALVINI L EXPRESS
Esattamente 4 anni fa, nel numero di ferragosto, il settimanale francese l’Express faceva la copertina con la foto di un minaccioso Salvini in versione Al-Sardegna. E il titolo : “Fa tremare l’Europa”. E ancora: “Populista, xenofobo, il nuovo uomo forte d’Italia affascina Le Pen e inquieta Macron”.
All’interno, 9 pagine aperte da uno spread col faccione di Salvini e ancora: “Salvini, l’homme qui fait trembler l’Europe”.
A rafforzare la simpatia di Salvini, lo ammetto, c’è un pizzico di parrocchialismo. In posizione eminente nella Lega c’è Rixi, genovese di Castelletto, il mio rione di nascita, ombelico del mondo.
MATTEO SALVINI
Il successo della Lega a Genova confermava anche la profezia di un colto e arguto bancarellaro di via Pré. La classe operaia di Genova, la più antica e gloriosa d’Italia, avrebbe abbandonato la mutazione del Pci e scelto la Lega come voce politica del proletariato, classe da cui 8 su 10 di noi veniamo.
L’eccezione di un voto grillino, peraltro sempre limitata, conferma la variante piagnona dei genovesi che gli antichi marinai sintetizzavano nel rassegnato “Un franco de meno ma o mugugno”.
Sono passati quattro anni da quella copertina. Guardate dove si è ridotto Salvini. A sentirsi dire un po’ da tutti, da Mattarella a von der Leyen e soprattutto da Giorgia Meloni che no, lui il ministro dell’interno non lo può fare e nemmeno degli Esteri e nemmeno… forse se proprio ci tiene, ci sarebbe l’agricoltura. O vice premier, cioè il nulla, come Fini e Veltroni possono confermare.
SALVINI E IL CONSENSO DELLA LEGA
È una amara lezione di vita e di politica.
Sembra la conferma delle parole di Giobbe: Il Signore ha dato, il Signore ha tolto. Ma forse è un po’ troppo scomodare la Bibbia. Certo è la conferma della massima “quem Iuppiter vult perdere dementat prius” (scritta in latino da un polemista inglese del ‘700).
Salvini cominciò a dare i numeri proprio quando era all’apogeo della sua parabola.
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Un po’, se volete, come Renzi. Nomen omen?