SALVINI, LERNER? QUESTI NON SONO GIORNALISTI
salvini pontida
(ANSA) - "Questi non sono giornalisti ma spesso calunniatori": lo ha detto il segretario della Lega Matteo Salvini a Aria pulita su 7gold parlando degli insulti a Pontida a Gad Lerner e l'aggressione al videomaker di Repubblica Antonio Nasso. "Non si tratta mai male nessuno. A casa mia l'ospite è sacro ma se uno sputa veleno su una persona per vent'anni..", ha aggiunto ricordando che "Gad Lerner una volta si augurò la mia morte".
salvini pontida
"Questi qua non sono giornalisti. Spesso e volentieri sono calunniatori" ha osservato Salvini subito aggiungendo che comunque "non si tocca mai nessuno neanche con un dito". "Chiunque a casa mia - ha concluso - è rispettato e riverito. Che Repubblica ogni giorno mi insulti, che Gad Lerner passi la vita a insultarmi, e Saviano, e Tizio e Caio... secondo me il giornalista dovrebbe essere superiore a certe cose".
LERNER A CIRCO MASSIMO: "OFFESE A PONTIDA? BOSSI MI CHIAMAVA PER SCUSARSI, SALVINI NON L'HA FATTO. HA FATTO UNA PIRLATA A FAR CADERE IL GOVERNO, SE NON VINCERÀ IN UMBRIA ED EMILIA ROMAGNA I SUOI ELETTORI GLIELA FARANNO PAGARE. ORA STA COSTRUENDO MOVIMENTO DI DESTRA RADICALE"
gad lerner
Da ''Radio Capital''
È stato, suo malgrado, uno dei protagonisti della giornata di Pontida. Perché al raduno leghista Gad Lerner è stato bersagliato dai militanti con insulti e offese, anche antisemite. Oltre all'ex direttore del Tg1, anche il giornalista di Repubblica Antonio Nasso è stato aggredito: un militante ha colpito con un pugno la sua telecamera, rendencola inutilizzabile. A Circo Massimo, su Radio Capital, Gad Lerner racconta quanto successo alla manifestazione della Lega:
"Prima di questi cori tanti militanti della Lega mi chiedevano i selfie, mi salutavano cordialmente, frequento i loro raduni da una trentina d'anni. Poi si forma il coro, e nel coro emergono gli umori, le pulsioni, che individualmente magari nessuno ha il coraggio di esperimerti. Non è successo niente di grave, sono andato lì a fare il mio lavoro, ma rilevo qualche differenza rispetto al passato. Perché quando anche un parlamentare della Lega diceva nei comizi 'vedo Lerner e capisco Hitler'", ricorda il giornalista riferendosi all'ex deputato Cesare Rizzi, "arrivava la mattina dopo la telefonata di Umberto Bossi che diceva 'quello è un pirla, scusalo, noi non la pensiamo certo così'.
gad lerner
Mi è successo più di recente con Giorgetti, che mi ha detto 'non pensare che questa pulsione razzista e antisemita sia l'espressione della Lega'. Ho l'impressione che invece Salvini ci gongoli e ci marci un po'. Di certo non telefona. Non mi ha chiamato, e diciamo che non mi manca". Secondo Lerner, il leader della Lega si sta preparando "per una traversata del deserto, anche se dichiara di voler tornare al governo fra pochi mesi. Si immagina di nuovo una fase lunga di movimentismo nel quale raccogliere anche l'estrema destra. E già a Roma, davanti a Montecitorio, Casapound e Forza Nuova erano tornati al fianco della Lega e di Fratelli d'Italia".
E il nuovo governo? "È nato non certo per merito di chi è andato a farne parte, ma per via della pirlata compiuta autolesionisticamente da Matteo Salvini, e questo è il marchio della debolezza del nuovo governo. È anche però", ragiona Lerner, "il marchio di una potenziale debolezza di Salvini stesso". "Ieri applauditissimi i governatori di Lombardia e Veneta hanno rispolverato accenti di leghismo padano della prima ora", aggiunge, "e quindi anch'io penso che la questione dell'autonomia scivolerà di nuovo verso il secessionismo e l'indipendentismo, nonostante i richiami patriottici di Salvini stesso, che ha promesso in pochi mesi la spallata, la fine dell'equilibrio politico giallorosso.
GAD LERNER
Se non riuscirà a ottenere questa spallata, se non conquisterà l'Umbria e l'Emilia Romagna come ieri dava per certo, allora quell'indulgenza affettuosa, quel legame sentimentale, per cui ieri in piazza dicevano sottovoce 'è stato ingenuo ma resta il nostro capitano', potrebbe scemare e tra pochi mesi potrebbero fargliela pagare".
Quello che è mancato a Pontida, nota Lerner, "sono le scuse di Salvini alla sua piazza, alla sua gente, per l'ubriacatura del Papeete, e per i danni che gli ha arrecato. Ricordo un paragone storico un po' azzardato: dopo la guerra dei sei giorni, il leader egiziano Nasser, che aveva subito una sconfitta bruciante dopo che aveva annunciato di distruggere Israele, chiese scusa e rassegnò le dimissioni.
A quel punto milioni di egiziani si riversarono per le strade del Cairo chiedendo a Nasser di restare al suo posto e lui ritirò le sue dimissioni. Ora, si parva licet, questo meccanismo non è scattato nel caso della pirlata di Salvini, ma era sottinteso. Però si daranno appuntamento tra qualche mese per stabilire se davvero valeva la pena di far saltare il governo".