Il “Corriere della sera” pubblica uno stralcio del libro di Bruno Vespa «Perché l' Italia diventò fascista (e perché il fascismo non può tornare)».
giuseppe conte contro salvini in senato
«Il 7 agosto Salvini mi anticipò la volontà di interrompere l' esperienza di governo con il Movimento 5 Stelle» mi racconta Giuseppe Conte. «Voleva andare alle elezioni. Non aveva ancora preso una decisione definitiva, ma mi anticipò il suo orientamento. Fui io a suggerirgli di prendersi ventiquattr' ore di tempo e di rivederci l' indomani.» Lasciato Palazzo Chigi, Salvini andò a Sabaudia per un comizio. Rivendicò i risultati di un anno di governo, ma aggiunse: «Negli ultimi due o tre mesi qualcosa si è rotto. Abbiamo ricevuto troppi no. O riusciamo a fare le cose bene e velocemente o non sto a scaldare la poltrona».
meme sulla crisi di governo conte e salvini
L' indomani Conte andò da Mattarella e poi rivide il suo inquieto vicepresidente del Consiglio. «Salvini venne nel tardo pomeriggio dell' 8 agosto nel mio appartamento a Palazzo Chigi» mi racconta il premier. «Anche questo, come quello del giorno precedente, fu un colloquio tranquillo e cortese. Era il mio compleanno. Aprimmo una bottiglia di spumante e offrimmo pasticcini. Lo invitai a riflettere sui tempi della crisi.
BRUNO VESPA - PERCHE' L'ITALIA DIVENTO' FASCISTA
Una crisi di governo aperta in pieno agosto avrebbe avuto conseguenze gravi per l' intero Paese. Visto che forse non aveva valutato i diversi passaggi istituzionali, gli riassunsi il prevedibile cronoprogramma di una crisi. Calendario alla mano, andando a votare il prima possibile, il nuovo governo non sarebbe stato operativo se non all' inizio di dicembre.
salvini vs conte
Approvare la legge di bilancio in pochi giorni sarebbe stato impossibile. Salvini mi fece capire che stava pensando di correre da solo e, in caso di vittoria, avrebbe guidato un governo monocolore. «Tu sai quanto ho sudato con la legge di Bilancio precedente per evitare il procedimento d' infrazione», gli dissi "ti rendi conto che dovresti affrontare da solo l' esercizio provvisorio di bilancio avendo sulle spalle 23 miliardi per non aumentare le aliquote Iva?"».
bruno vespa foto di bacco (8)
E lui? «Era visibilmente preoccupato. Gli dissi che metteva in forte difficoltà il Movimento e Di Maio, ma era esattamente quanto gli suggerivano i suoi calcoli politici». Eppure, obietto, Salvini fu l' ultimo nella Lega a volere la crisi. «Io mi sono spiegato la sua decisione in questo modo: la Lega voleva espandersi, gli amministratori locali emergenti scalpitavano, tutti leggevano i sondaggi Eppure, lui sapeva che un leader politico non può essere un ministro dell' Interno che fa la campagna elettorale solo sull' immigrazione. E poi c' era il problema se andare da solo o no. Immagino che, alla fine, abbia pensato che restare con il Movimento sarebbe stato meglio di un' alleanza con Fratelli d' Italia. Il suo tergiversare fino all' ultimo momento era dovuto anche alla consapevolezza di assumersi una responsabilità enorme».
conte salvini
Ho la sensazione che in quei giorni le cancellerie europee la incoraggiassero a cambiare cavallo. «Il fatto che io abbia sempre cercato di avere un buon rapporto con gli altri capi di Stato e di governo non vuol dire che non fossi molto duro nel difendere gli interessi nazionali. Con loro non si è mai parlato della possibilità che io facessi un governo diverso. Quel che è successo era inaspettato per tutti. Forse chi non ama Salvini auspicava una soluzione diversa, ma da qui a parlare di una benedizione ce ne corre.»
È tradizione che, quando un azionista decisivo della maggioranza di governo annuncia il ritiro della fiducia al presidente del Consiglio, questi vada a dimettersi. Conte non lo fece e mi spiega così la sua scelta: «Il 24 luglio dissi in Senato che, in caso di crisi politica, sarei sempre andato a riferire in Parlamento. Le crisi di governo non si risolvono con una telefonata. Bisogna portarle alle Camere. Salvini fraintese e disse che io andavo in Parlamento come a raccogliere funghetti in Trentino.
salvini e conte
L' indomani la mia risposta fu che non mi prestavo a giochi di palazzo e che era assolutamente fantasiosa l' ipotesi che io cercassi alle Camere maggioranze alternative o che io volessi addirittura fondare un partito. Volevo, in realtà, semplicemente attenermi alle regole della democrazia parlamentare». All' uscita da Palazzo Chigi, il premier disse ai giornalisti: «Lasciamo stare questi giochetti da Prima Repubblica. Non togliamo alla politica la sua nobiltà».
meme sulla crisi di governo conte e salvini salvini conte di maio salvini tra i ministri salvini conte di maio STRETTA DI MANO TRA SALVINI E CONTE AL SENATO SALVINI CONTE matteo salvini bacia il rosario mentre parla giuseppe conte 1 salvini conte il discorso di matteo salvini sulla crisi di governo salvini conte matteo salvini bacia il rosario mentre parla giuseppe conte giuseppe conte tocca matteo salvini in senato meme sulla crisi di governo conte e salvini