F.P. per “La Stampa”
VIKTOR ORBAN MATTEO SALVINI
La collocazione atlantica, l'Europa, la transizione ecologica, le pensioni da rivoluzionare, un spruzzata securitaria verso l'orizzonte minacciato dai migranti e, dulcis in fundo, la famiglia, croce e delizia dell'infinita sfida identitaria: giusto il tempo di far sedimentare la polemica sulle liste all'interno di ciascun partito e la campagna elettorale entra vivo, polarizzazione massima, riflettori puntati sul ring, via i guantoni.
matteo salvini viktor orban 1
E' il segretario della Lega Matteo Salvini stavolta a dare il la, nell'urgenza d'inseguire l'amica-nemica Meloni perfino sul terreno irraggiungibile del «sono Giorgia, sono una donna, sono una mamma». La famiglia, dunque. Con lo sguardo oltreconfine, provinciale ossessione di un Paese che si disinteressa dell'estero come pochi ma ne parla tantissimo: «Non c'è alcun dubbio - scandisce Salvini ai microfoni di Radio 24 - che la legge più avanzata per la famiglia, quella che sta dando i migliori risultati al livello europeo, è quella dell'Ungheria. Ma non lo dico perché c'è Orban, se fosse in Francia direi in Francia».
VIKTOR ORBAN GIORGIA MELONI
Dice proprio così, l'Ungheria di Orban, quella costantemente all'indice in tema di diritti, compreso per il Pnrr, che a giudizio di Bruxelles ignora le aspettative dell'Ue sulle misure di gender mainstreaming e uguaglianza di genere. Dipende evidentemente dal punto di osservazione, perché secondo Salvini ci sono «tantissimi aiuti, incentivi economici veri: la donna dopo il terzo figlio è un soggetto fiscale molto ridotto, dal quarto figlio non lo è più, insomma la flat tax applicata alle famiglie. E poi ci sono congedi parentali estesi addirittura ai nonni». I nonni, capito?
viktor orban incontra matteo salvini a roma
La famiglia in Italia è la famiglia. E il Pd, à la guerre comme à la guerre, raccoglie immediatamente il guanto di sfida. Prendere lezioni dalle democrature?
No grazie, replica la capogruppo alla Camera Debora Serracchiani: «Sono andata a leggere quella legge: il modello di Orban che piace tanto a Salvini non si occupa di ciò che serve veramente alle donne e alle famiglie (tutte le famiglie) ma sembra riportarci indietro di decenni negando molti diritti che per Salvini evidentemente non sono scontati».
SALVINI ORBAN
L'obiezione è fattuale: «Cosa significa ad esempio: "'Esenzione a vita dalla tassa sui redditi per tutte le donne che partoriscano e si prendano cura di almeno 4 figli" oppure "prestito a interessi ridotti di 31.500 euro per le donne under 40 che si sposano per la prima volta, un terzo del debito verrà estinto alla nascita del secondo figlio e gli interessi verranno cancellati alla nascita del terzogenito"?».
La solita destra, chiosa Serracchiani, quella della famiglia etero benedetta da Santa Romana Chiesa al cui incontaminato tepore cresce i figli l'angelo del focolare. Il problema, per la deputata democratica Lia Quartapelle, non è il guardarsi intorno ma il dove si guarda: «L'Italia come l'Ungheria. Se si vogliono aiutare le famiglie davvero, non per partito preso, ci sono altri modelli europei a cui ispirarsi, tra cui la Francia». Invece no, catarticamente rispetto al comunismo del passato, la destra italiana guarda oggi a Budapest come guarda a Varsavia: Dio, casa e famiglia, l'avanguardia della sfida a Parigi.
SALVINI MELONI LETTA AL MEETING DI RIMINI giorgia meloni e viktor orban giorgia meloni con viktor orban GIORGIA MELONI VIKTOR ORBAN MATTEO SALVINI SI CONGRATULA CON ORBAN PER LA VITTORIA ALLE ELEZIONI