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“L’unica cosa che non ci interessa è scaldare le poltrone, per andare al voto siamo disposti a tutto e lo vedrete nelle prossime ore”. Per ora il ritiro dei ministri leghisti dall’esecutivo guidato da Giuseppe Conte è solo minacciato da Matteo Salvini, al termine della riunione dei gruppi parlamentari della Lega, svoltasi in un hotel a Roma. “Come sfiduciare Conte in Aula? Ci affidiamo alla saggezza del Capo dello Stato, che sa che non c’è una maggioranza”.
2. SALVINI PARTE IN MINORANZA
Monica Guerzoni per il Corriere della Sera
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È il giorno della prima, grande conta. Tornati a forza dalle ferie lampo, su cortese richiesta di Matteo Salvini a «muovere il c.» dalle spiagge e dai monti, i senatori prenderanno posto alle 18 nell' aula di Palazzo Madama, per decidere quando (e se) sfiduciare Giuseppe Conte. Il segretario della Lega vuol farlo subito, a tempo di record, domani pomeriggio al rientro dalla commemorazione dei morti del Ponte Morandi, che al mattino vedrà a Genova le massime istituzioni dello Stato.
Inaccettabile oltraggio alle vittime e alle loro famiglie, per il fronte che si oppone a Salvini, che alla conferenza dei capigruppo ha ingaggiato un braccio di ferro sulle date.
Palazzo Madama, la riunione inizia alle 16 e va avanti due ore. Nervi tirati come corde di violino, acuti, parole forti. La maggioranza numerica (Pd, M5S, gruppo Misto, Autonomie) concorda sulla decisione di ascoltare le comunicazioni di Conte il 20 agosto. Ma il fronte che sulla carta ha la minoranza (Lega, Forza Italia e Fratelli d' Italia) dà battaglia e, grazie all' assist della presidente del Senato, la spunta. Elisabetta Casellati interpreta a suo modo l' assenza dell' unanimità e convoca l' Aula per oggi.
MATTEO SALVINI IN SPIAGGIA
Esce Andrea Marcucci, capogruppo renziano del Partito democratico, e sbotta: «Un regalo a Salvini, una forzatura inaccettabile». Tanta furia si spiega con il timore dei dem di non avere il gruppo al completo, mentre il «Capitano» leghista, che da giorni pianificava di staccare la spina, aveva intimato ai suoi di non muoversi da Roma.
Eppure sulla carta i numeri sono dalla parte del battaglione che lavora a un governo istituzionale, per mettere in sicurezza i conti e impedire a Salvini di «prendersi» l' Italia. Perché allora il vicepremier si assume il rischio di essere sconfitto sulla tempistica dell' addio di Conte? Perché vuole mostrare plasticamente che il «partito della poltrona» esiste e trama per un governo con dentro «Boschi, Renzi e Toninelli». E se invece a vincere il primo round nell' Aula di Palazzo Madama fosse il centrodestra, ricompattato di botto dalla grande paura delle urne?
salvini rosario
Salvini sarebbe ancora più contento, perché potrebbe sfiduciare Conte già domani e trascinare il Paese al voto entro il 27 ottobre. «Non una data a caso - azzarda un senatore renziano evocando Mussolini -. È il giorno del proclama della Marcia su Roma, "L' ora della battaglia decisiva è suonata..."».
Gli umori sono questi, con la buvette di Palazzo Madama che fa fatica a sfamare i senatori e l' attesa per la grande sfida di oggi tra Matteo&Matteo. Salvini e Renzi si fronteggeranno per la prima volta da quando la crisi è iniziata e l' ex premier dem terrà una conferenza stampa alle 16.30, per illustrare la sua posizione sul governo istituzionale. Il suo motto? «Non c' è insulto che possa fermarmi».
matteo salvini
E Giuseppe Conte? Lima il suo discorso. Per quanto Salvini sospetti che voglia cercarsi in Aula i voti per un «bis» e provi a impedire che tenga le sue comunicazioni, il premier è fermamente determinato a parlamentarizzare la crisi: «Scelta inevitabile e ineludibile». Ha scritto ai presidenti delle Camere e certo non tornerà indietro dalla decisione di farne «la crisi più trasparente di sempre».
DI MAIO SALVINI CONTE
Rivendicherà le riforme fatte, addossando a Salvini il peso delle promesse sfumate. E se tanti lo chiamano e lo sondano, il giurista che ha guidato il litigioso governo gialloverde mantiene un silenzio rispettoso delle istituzioni.
Ma in privato confida ai suoi il disagio per gli annunci di Salvini: «Se vuole ritirare i suoi ministri segua le procedure».
tria di maio salvini conte
E si sfoga con i suoi per il tentativo di sfiduciarlo nel giorno del lutto per Genova. Dove domattina, davanti a padri, madri, mogli e figli che hanno perso quasi tutto, gli occhi di Conte e Salvini di certo si incroceranno, sotto lo sguardo attento del presidente Sergio Mattarella, cui tanti guardano per una soluzione della crisi.
salvini mattarella