Monica Guerzoni per il “Corriere della sera”
matteo salvini lorenzo fontana (2)
Avanti, a dispetto delle offese ricevute e delle pressioni dei suoi, che a ogni incidente con gli alleati gli chiedono perché mai si ostini a restare al governo «con quelli là».
Matteo Salvini è scocciato, arrabbiato, eppure il suo motto non cambia: «Finché si lavora, si va avanti». Prossimo traguardo, la promozione di Lorenzo Fontana al ministero delle Politiche europee.
È questo il nome che il vicepremier ha proposto a Giuseppe Conte, dal quale si aspetta un via libera rapido e indolore al Consiglio dei ministri di domani. Già in serata trapela il via libera del premier. Il responsabile della Famiglia, che da parlamentare europeo ha tessuto le relazioni per l'alleanza con Marine Le Pen, agli occhi di Salvini è l'uomo giusto per far sentire forti e chiari a Bruxelles gli accenti sovranisti del Carroccio. «Dovrai tenere il punto sulle nostre richieste», è il mandato che il leader ha affidato a Fontana.
GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI
I rapporti sono a dir poco faticosi, eppure Conte non ha posto alcun veto nei confronti dell'economista Alberto Bagnai, che era stato la prima scelta di Salvini. E anche il Quirinale, assicurano fonti leghiste, non avrebbe preclusioni sui due nomi.
Se il ministro dell'Interno ha cambiato idea su Bagnai, è «per ragioni tutte politiche» e non certo per le perplessità dei 5 Stelle, sospettati dai leghisti di aver dipinto il presidente della commissione Finanze del Senato come un feroce antieuro. I vertici del Movimento vorrebbero che Conte prendesse l' interim della Famiglia, ma questa per Salvini è un'ipotesi lunare. «Dovrà andarci un leghista», è il monito del vicepremier, il quale giura di non essere interessato al gioco di incastri del rimpasto: «A me interessa una casella sola, gli Affari europei».
CONTE SALVINI DI MAIO MOAVERO MATTARELLA
C' è un' altra cosa che Salvini si aspetta dagli alleati ed è che abbassino i toni e la smettano di attaccarlo. Le parole di Vincenzo Spadafora sulla «deriva sessista» dell' Italia e sul leader leghista, che avrebbe «aperto la scia dell' odio maschilista» contro la comandante Carola Rackete, sono per l' inquilino del Viminale «semplicemente inaccettabili». Ieri mattina, quando gli hanno riferito dell' intervista a Repubblica, Salvini ha spedito a Luigi Di Maio un sms di fuoco, invocando rispetto. «Ma si può stare al governo con chi ti insulta dandoti del razzista, sessista, fascista, omofobo? Se non le dimissioni, pretendo almeno le scuse», è la richiesta del vicepremier leghista, che ancora non ha digerito gli affondi di Manlio Di Stefano.
matteo salvini e giuseppe conte approvazione decreto sicurezza bis
La durezza dell' attacco di Spadafora avrebbe spiazzato anche i 5 Stelle, tanto che nella cerchia ristretta di Salvini si sospetta che Di Maio sia «caduto dalle nuvole». Per il ministro dell' Interno si tratta di un incidente grave, eppure non abbastanza da strappare la tela dell' esecutivo.
Se Di Maio ha dato ordine ai suoi di scongiurare fratture insanabili, anche Salvini ha mostrato nei fatti di voler proseguire la navigazione. Nel pieno dello scontro parlamentare sul decreto sicurezza bis, ha accettato di rinunciare ai «superpoteri» del Viminale su porti e migranti, anche perché i 5 Stelle erano pronti alle barricate. In cambio gli alleati hanno dovuto cedere sulle maximulte alle navi.
salvini di maio
Anche con Conte, Salvini ha fretta di ricucire. Forte della convinzione di essere «vicepremier vicario», quantomeno in virtù dell' anzianità rispetto a Di Maio, vuole lasciarsi alle spalle lo scontro con il capo del governo. Sulla manovra economica frena, fa sapere che non era certo sua intenzione scriverla da solo, né farla in una manciata di giorni.
E tranquillizza pubblicamente Conte su chi è il padrone di casa a Palazzo Chigi. «Io non sono geloso - risponde ai giornalisti a Montecitorio -. Penso di essere utile al governo e al presidente del Consiglio, non faccio concorrenza a nessuno». Come dire che è Conte a prenderla sul piano personale. Salvini ha fretta e si è stancato dei freni azionati dagli alleati su quasi tutti i dossier, a cominciare dall' autonomia differenziata delle Regioni.
matteo salvini luigi di maio
Ma la sua determinazione a proseguire il viaggio a bordo del treno gialloverde ancora non cambia. «Salvini ha detto in tutte le salse che si va avanti - conferma il capogruppo Riccardo Molinari -. Questa tensione non è niente, rispetto a qualche settimana fa».