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    SALVINI SENZA SPERANZA – IL LEADER DEL CARROCCIO CONTINUA A MENARE SUL MINISTRO DELLA SALUTE, MA DRAGHI LO GELA IN CONFERENZA STAMPA: “L’HO VOLUTO IO NEL GOVERNO PERCHÉ LO STIMO” - IL PREMIER HA FISSATO UN CONFINE CHIARO OLTRE CUI SALVINI NON PUÒ MUOVERSI. ANZI, GLI HA CHIESTO CON MOLTA TRANQUILLITÀ DI FERMARE GLI ATTACCHI CONTINUI E ABBASSARE LA CRESTA…


     
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    ROBERTO SPERANZA E MARIO DRAGHI ROBERTO SPERANZA E MARIO DRAGHI

    1 - LA CALMA DEI DRAGHI RIESCE A SEDARE UN SALVINI "FAST AND FURIOUS". PARTITO A RAZZO CONTRO ROBERTO SPERANZA E I BANCHI A ROTELLE CONFEZIONATI CON ARCURI L'ESTATE SCORSA, IL PREMIER HA REPLICATO, TRANQUILLO, AL TRUCE: "LE DECISIONI SULLA PANDEMIA NON LE PRENDE IL MINISTRO DELLA SANITA' SPERANZA BENSI' LE PRENDO IO IN BASE AI DATI CHE RICEVO E LE PORTO IN CONSIGLIO DEI MINISTRI"

    https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/flash-calma-nbsp-draghi-riesce-sedare-salvini-quot-fast-and-266388.htm

     

    2 - IL PREMIER BLINDA SPERANZA E DICE UN ALTRO NO A SALVINI

    ROBERTO SPERANZA MARIO DRAGHI ROBERTO SPERANZA MARIO DRAGHI

    Amedeo La Mattina e Ilario Lombardo per “la Stampa”

     

    La storia si ripete: i ristoratori scendono in piazza, assediano il Parlamento, infuriati con il governo che tiene chiusa l' Italia, Matteo Salvini dà sponda alla protesta e Mario Draghi lo incontra a Palazzo Chigi per un colloquio di 45 minuti. Era già successo oltre un mese fa.

     

    DRAGHI SALVINI DRAGHI SALVINI

    E anche allora la distanza tra i due si era misurata su una differenza di approccio: squisitamente politico quello di Salvini, costretto a fomentare un' opposizione interna alla maggioranza per non perdere terreno sul fronte dei consensi con Giorgia Meloni; più pragmatico quello del presidente del Consiglio che invece continua a ribadire fino alla noia il suo metodo: «Mi baso sui dati scientifici e sul numero di vaccini. Io per primo sono favorevole alle aperture, ma appena si potrà».

    MATTEO SALVINI IN SENATO APPLAUDE DRAGHI MATTEO SALVINI IN SENATO APPLAUDE DRAGHI

     

    Draghi non vuole dare date, come poi ribadirà in conferenza stampa, spiegando che non è possibile oggi avere certezze sulla curva dei contagi, le terapie intensive e il progresso delle vaccinazioni. Salvini invece una data nel calendario la cerchia e la offre al premier: «Lunedì 19 aprile si può cominciare ad aprire dove è possibile». Il leghista si presenta al confronto con una cartelletta, dentro è contenuto l' andamento dei contagi.

     

    ROBERTO SPERANZA - ZONE ROSSE - MEME BY SARX88 ROBERTO SPERANZA - ZONE ROSSE - MEME BY SARX88

    «Se la curva continua ad abbassarsi è possibile un allentamento in alcune regioni». Per Draghi va bene, non lo esclude, ma non vuole offrire nessuna falsa illusione agli italiani. E spiega che molto dipenderà dai vaccini, al punto da immaginare le riaperture delle regioni anche a seconda del numero di iniezioni effettuate sugli ultrasettantenni e sulle categorie più fragili: più una regione corre con le somministrazioni, prima può aprire.

    SALVINI DRAGHI SALVINI DRAGHI

     

    Per Salvini invece sono almeno sei le regioni che è possibile già trasferire in quella che era la fascia gialla, «in cui si potrebbe tornare a bere un caffè - dirà appena uscito da Palazzo Chigi - restituendo un po' di serenità ai baristi e ai cittadini». Il segretario della Lega chiede di rivedere i protocolli, su ristoranti, bar, cinema e teatri («sull' esempio dell' Arena di Verona»), di «aggiornare» i parametri scientifici che decretano le chiusure o le aperture, perché, sostiene, «non è possibile restare in zona rossa a vita come vorrebbe qualche ministro».

     

    Da settimane Salvini ha puntato il titolare della Salute Roberto Speranza, interprete principale della linea più rigorosa sul contenimento del virus, completamente opposta a quella leghista.

     

    MARIO DRAGHI - CONFERENZA STAMPA MARIO DRAGHI - CONFERENZA STAMPA

    Ieri per l' ennesima volta il leader del Carroccio ha chiarito anche a Draghi che fosse per lui lo avrebbe sostituito dopo la caduta del Conte bis, perché considera il suo approccio «troppo ideologico». La risposta è stata gelida.

     

     

    «Ho voluto io che restasse nel mio governo. Perché lo stimo», concetto che ripeterà ai giornalisti in conferenza stampa, segno che il premier ha fissato un confine chiaro oltre il quale non permette a Salvini di muoversi. Anzi. A suo modo, Draghi chiede al leghista di fermare gli attacchi al ministro. E lo dimostra l' altro faccia a faccia che ha voluto venisse allo scoperto quasi in telecronaca diretta.

     

    matteo salvini 3 matteo salvini 3

    In mattinata vede Pierluigi Bersani, al quale lo legano amicizia e stima. Il leader di Articolo Uno, ex ministro quando il premier ricopriva il ruolo di direttore generale del Tesoro, gli dà qualche consiglio, gli dice di comunicare di più e di dare «un' aggiustata» al percorso della strana maggioranza che sostiene il suo governo. Ma soprattutto lo mette in guardia su Salvini, invitandolo a fermare gli assalti contro Speranza. «Così gioca due parti in commedia, prima dice di sì e poi fa opposizione da fuori - è il ragionamento di Bersani - Non si può fare propaganda scaricando le tensioni su chi ha il compito di tutelare la salute».

    GIANCARLO GIORGETTI MATTEO SALVINI GIANCARLO GIORGETTI MATTEO SALVINI

     

    A Salvini si offre l' occasione di riaccendere un po' l' agone politico, sterilizzato dall' arrivo di Draghi. È contento, confida poco dopo, che il premier cominci a sentire i segretari di partito, e si augura il tavolo politico informale si trasformi in una serie di appuntamenti fissi: «È un bene - sostiene - perché altrimenti sente solo i ministri che gli dicono sempre di sì». Un riferimento che non può non toccare anche il ministro più rappresentativo della Lega, il suo numero due, Giancarlo Giorgetti, considerato l' ispiratore del governissimo e il portavoce dell' ala moderata del Carroccio.

    GIANCARLO GIORGETTI E MARIO DRAGHI LEGGONO DAGOSPIA GIANCARLO GIORGETTI E MARIO DRAGHI LEGGONO DAGOSPIA

     

    È una giornata intensa, quella di Draghi, che si corona con una lunga conferenza stampa, convocata senza preavviso, anche in virtù del bisogno di intervenire in prima persona per spegnere le fiamme della speculazione politica sulle manifestazioni di rabbia delle categorie fiaccate dal lockdown. Salvini al premier chiede di stabilizzare i precari della scuola, di aiutare Sardegna e Sicilia a trasformarsi «nelle capitali del turismo sicuro», lo invita a rivedere il blocco degli sfratti e a non sottovalutare gli sbarchi dei migranti. Alla fine, il leghista si dice soddisfatto. Anche perché davanti alla sua richiesta di salire a 50 miliardi di scostamento, gran parte dei quali da destinare ai ristori, Draghi apre alla possibilità di arrivare a circa 40 miliardi.

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