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    SALVINI SOTTO ASSEDIO PER IL MANCATO SOCCORSO DELLA GUARDIA COSTIERA NEL CASO DEL NAUFRAGIO DI CUTRO. I DUBBI DI PALAZZO CHIGI SULLA LINEA DURA: “SE QUALCHE ERRORE È STATO COMMESSO, BISOGNA INDIVIDUARLO” – SOTTO TIRO NON SOLO PIANTEDOSI MA ANCHE IL LEADER LEGHISTA, IN QUANTO MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE: E' A LUI CHE RISPONDE LA GUARDIA COSTIERA – LA REPLICA FURIOSA  DI SALVINI MENTRE I LEGHISTI FANNO NOTARE CHE IL PROCURATORE DI CROTONE È STATO UNO STRETTO COLLABORATORE DI MELONI E MANTOVANO...


     
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    Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco e Giuliano Foschini per repubblica.it

     

     

    MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI

    Sono le sei del pomeriggio quando Matteo Salvini decide che è arrivato il momento di rompere il silenzio: "Solo immaginare che il ministro dei Trasporti, che è papà, abbia non solo detto ma anche soltanto pensato di non intervenire, è un oltraggio". E ancora: "Chi vuole fare polemiche, fare politica su questo, lasci in pace lo Stato e la Guardia costiera".

     

    Quelle del ministro leghista dei Trasporti non sono parole di circostanza. Piuttosto, il risultato di quello che a tutti è parso, in queste ore, subito chiaro: nella guerra politica che si è aperta dopo la strage di Cutro, le opposizioni puntano al ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, ma in realtà mirano anche a Salvini. È a lui che risponde la Guardia costiera. E sono sue le direttive (quelle del 2019, quando era ministro degli Interni) e le indicazioni politiche (di oggi, da numero uno delle Infrastrutture) che, per errore o sottovalutazione, non hanno portato nessuna delle lance della Capitaneria di Porto in soccorso del peschereccio che affondava a pochi metri delle coste calabresi.

     

     

    piantedosi salvini meloni tajani piantedosi salvini meloni tajani

    Fino a questo momento, la linea del governo sull’immigrazione era stata dettata da Salvini. La strage di Cutro - e la durezza delle immagini che hanno sconvolto tutti gli italiani - hanno convinto Giorgia Meloni e il suo sottosegretario, Alfredo Mantovano, che il pugno duro non potesse essere la risposta da offrire all’opinione pubblica. Ecco perché non sono piaciute per niente le parole del ministro Piantedosi quando, mentre ancora si dovevano chiudere le bare dei bambini, ha parlato della "responsabilità" di chi decide di intraprendere il viaggio. Ecco perché non una sola parola di solidarietà è arrivata dalla maggioranza dopo la sparata del leader leghista.

    piantedosi salvini meloni tajani piantedosi salvini meloni tajani

     

    Ed ecco perché da Fratelli d’Italia sono giunte due indicazioni chiare: eliminare dal lessico espressioni come “porti chiusi” e, soprattutto, non liquidare la strage come una «"conseguenza del destino", per citare le parole di un uomo di governo. "Su questa storia", diceva ancora ieri pomeriggio, "è necessario fare la massima chiarezza. Se qualche errore, anche soltanto una leggerezza, è stata commessa, bisogna individuarla. Non possiamo girare la testa dall’altra parte".

     

     

     

    naufragio migranti coste calabria cutro naufragio migranti coste calabria cutro

    Ecco: è proprio la ricostruzione della catena degli errori e le inevitabili risposte che si pretenderanno dalla Guardia costiera a non piacere a Matteo Salvini. E ai leghisti che ieri facevano notare anche una circostanza: l’inchiesta sulla strage è coordinata dal procuratore di Crotone, Giuseppe Capoccia. Magistrato stimato, ma che ha nel suo curriculum un passaggio da tecnico al fianco dell’attuale premier. Dal 2009 al 2010 è stato infatti vice capo legislativo del Ministero della Gioventù, quando a guidarlo c’era proprio Meloni. È stato insomma uno dei collaboratori dell’attuale presidente del Consiglio. A cui arrivò dopo un periodo passato al ministero della Giustizia e al Dap mentre al governo, come sottosegretario alla Giustizia, c’era un ex collega che aveva lavorato come lui tra Brindisi e Lecce a cui era legato da una forte stima reciproca: Alfredo Mantovano.

     

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