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Tra le parti più discusse della legge di Bilancio del governo Meloni, ci sono le disposizioni relative ai pagamenti elettronici e all’uso del contante. In maniera più o meno ironica, il vicepremier e il ministro dell’Economia, entrambi leghisti, sono intervenuti nel dibattito. «Sono un liberale, ognuno deve essere libero di pagare come vuole», ha dichiarato Matteo Salvini. Salvo poi contraddire il principio di libertà del consumatore, perché «se uno vuole pagare due euro il caffè con la carta di credito è solo un rompiballe».
A margine dell’udienza del processo Open Arms nell’aula bunker di Palermo, il vicepremier, imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, ha spiegato così la sua personale posizione sul tetto minimo di 60 euro per l’obbligo del Pos: «Cerco di pagare in contanti, perché a me piace andare a prelevare al bancomat».
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Poco più tardi, Giancarlo Giorgetti, in audizione sulla Manovra presso le commissioni Bilancio di Camera e Senato riunite, ha replicato così alle osservazioni dei parlamentari: «Sulla vicenda contanti e Pos, noi abbiamo preso esattamente la media esistente in Europa tra chi pratica zero e chi 10 mila. Un consiglio per chi va in un ristorante che rifiuta il Pos: cambiate ristorante. Se tutti lo facessero, questi ristoranti dovrebbero dotarsi della macchinetta per il Pos».
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Dichiarazioni destinate a causare polemiche. A stretto giro, Peppe De Cristofaro, di Alleanza Verdi Sinistra, ha commentato: «Salvini è contento della prima Manovra del governo Meloni perché favorisce evasione fiscale, riciclaggio e furbetti vari. Per il vicepresidente del Consiglio “chi paga il caffè con il bancomat è un rompipalle“, invece è una persona normale che non ha niente da nascondere». Il senatore, capogruppo del Misto al Senato, ha poi aggiunto: «Chi invece si ostina a elevare il tetto del contante, chi mette un tetto minimo di spesa con il Pos non aiuta gli italiani, ma solo quell’economia sommersa che nel 2020 le stime Istat danno a 174,6 miliardi di euro, con una incidenza sul Pil del 10,5%».
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Francesco Boccia, ex ministro e senatore del Partito democratico, ha lanciato una critica e, insieme, una proposta all’esecutivo: «Questo governo di destra sul digitale sembra più guardare al passato che al futuro. Basta vedere le norme che innalzano l’obbligo del Pos a 60 euro, mentre a Londra il Pos viene utilizzato anche per le offerte per strada. Piuttosto, facciamo una battaglia comune in parlamento per azzerare le commissioni delle transazioni».
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