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    DONNE, E' ARRIVATO L'ARROTINO: AFFILA, ARROTA E ABBASSA LE TASSE! – MATTEO SALVINI SUL PRATONE DI PONTIDA (UMBERTO BOSSI ASSENTE) SI TRASFORMA IN CETTO LA QUALUNQUE PROMETTENDO DI TUTTO DI PIU': “STOP BOLLETTE, AUTONOMIA, FLAT TAX, QUOTA 41, GIUSTIZIA GIUSTA E DECRETI SICUREZZA. E SE LA RAI TIRASSE LA CINGHIA POTREMMO ABOLIRE IL CANONE” – MA LA FRASE DA SEGNARE È QUESTA: “CON GIORGIA E SILVIO GOVERNEREMO 5 ANNI, LA PENSIAMO UGUALE SU TUTTO" - VIDEO


     
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    1 - SALVINI: "IO PREMIER SE MATTARELLA VORRÀ", POI LANCIA STOP AL CANONE RAI

    Francesco Saita e Cristina Livoli per www.adnkronos.it

     

    SALVINI A PONTIDA SALVINI A PONTIDA

    "Se Mattarella lo decidesse, sarebbe un onore fare il premier". Non si nasconde sul palco di Pontida Matteo Salvini, l'investitura del capo dello Stato dopo il voto del 25 resta la sua ambizione - Meloni permettendo - come dice chiaro alle migliaia di leghisti accorsi ad ascoltarlo sul pratone di Pontida. La bella giornata di sole mette di buon umore il leghista, che apre il suo intervento dopo le 13, scusandosi per il ritardo "perché ci sono chilometri di fila sulle strade, le persone stanno arrivando, sono tantissimi, ma ora iniziamo lo stesso...".

     

    SALVINI A PONTIDA SALVINI A PONTIDA

    Poco dopo fonti del partito parleranno di 100mila presenti, una cifra un po' gonfiata, visto che gli spazi vuoti sul piazzale resteranno visibili e che nel 2019, l'ultima Pontida vide circa 75mila presenze, su un pratone che oggi ha visto pure una maggiore delimitazione degli spazi disponibili per il pubblico. Salvini insiste: "E' la più grande manifestazione di questa strana campagna elettorale".

     

    luca zaia pontida 2022 1 luca zaia pontida 2022 1

    La folla si fa sentire, qualche coro 'Matteo-Matteo' lo scalda e lui allora lancia la proposta. "Se anche la Rai tirasse un po' la cinghia - dice - potremmo abolire quel canone che è finito in bolletta, come fanno tante televisioni pubbliche". Una proposta che nessuno aveva mai sentito dal leghista e che qualcuno scambia quasi per la promessa sorpresa, annunciata nelle scorse ore.

     

    attilio fontana pontida 2022 attilio fontana pontida 2022

    Poco prima però aveva rivelato di aver preparato un patto con i suoi uomini di governo. "Questo è l'impegno dei ministri e governatori a firmare i sei punti per prendere per mano questo Paese e cioè stop bollette, autonomia, flat tax, Quota 41, decreti sicurezza e giustizia giusta. Questo è il sacro impegno della Lega a cambiare questo Paese", una sorta di mini-programma che vincola i suoi ai temi cari alla Lega. L'attesa novità, che si aspettava è questo patto messo nero su bianco.

    pontida 2022 pontida 2022

     

    Prima si deve risolvere il problema che rischia di schiacciare il tessuto economico e sociale del paese, quello delle bollette. Ma poi arrivano in fila le bandiere leghiste. A partire dall'autonomia, che resterà a Pontida 2022 la parola più usata. A rivendicarla come una clava è Luca Zaia, che parla di necessità inderogabile, spiegando che "l'autonomia vale anche la messa in discussione del governo. Chi è contro l'autonomia è contro la Costituzione, chiunque vada a governare non avra' scelte".

    pullman pontida 2022 pullman pontida 2022

     

    Salvini che interverrà dopo cavalca il tema, toni più soft, spostando il tiro sui dem De Luca e Emiliano. "L'autonomia premia e aiuta i cittadini. Toglierà le maschere, gli alibi, ai De Luca, agli Emiliano, ai chiacchieroni che lasciano la gente in emergenza dicendo che e' sempre colpa degli altri".

     

    Con il segretario del Pd Enrico Letta continuano le schermaglie, dopo la sfida portata dal dem a Monza, dove riunisce i suoi, non distante da Pontida. "Mi dicono che c'è Enrico Letta molto nervoso perché sta vedendo 100mila persone, gli mandiamo il bacione di Pontida, siamo gente per bene e accogliente", dice a un certo punto. Poi avvisato del fatto che il leader del Pd ha definito Pontida una provincia ungherese replica: "Quelli di sinistra hanno una passione per la geografia, oggi è l'Ungheria, ieri la Russia, o la Finlandia....".

    erika stefani pontida 2022 erika stefani pontida 2022

     

    "Con Giorgia e Silvio non ci saranno problemi, la vediamo praticamente allo stesso modo su tutto, governeremo assieme 5 anni", dice quasi smussando le parole del governatore veneto, rivolte a tutte le forze politiche, compresi gli alleati. "Sul governo spiega che farà fede il programma "ma poi qualche indizio lo fornisce pure sui possibili nomi del nuovo esecutivo. Di certo "Giulia Bongiorno sarebbe un grandissimo ministro per la giustizia", mentre agli Esteri "ci andrà un diplomatico, così come la Salute tocca a un medico".

     

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    Per Salvini questa Pontida deve essere un momento di festa, di ritrovata unità. Quasi un ritorno in famiglia, come testimonia la quasi esibizione sul palco della piccola figlia Mirta ("i miei ragazzi sono qui per sentirmi", dice fiero). Ad accompagnarlo sotto il palco la fidanzata Francesca Verdini che lo bacia prima di lasciarlo salire. Neanche il forfait all'ultimo di Umberto Bossi, che preferisce restare a casa, a Gemonio, lo mette di cattivo umore.

    matteo salvini pontida 2022 matteo salvini pontida 2022

     

    "Per me è una giornata di festa, non di comizio. C'è un grande uomo grazie al quale siamo qua, perché chi non ha memoria non ha futuro, chi dimentica le sue radici non ha futuro. Oggi non è qua perché sta festeggiando il suo compleanno, che sarà domani, in famiglia. Sempre grazie, onore e forza a Umberto Bossi. Umberto siamo qua grazie a te, per te, e andremo molto lontano sul tuo esempio".

     

     

     

    2 - SUL PRATONE LA «PAURA» PER LA CRESCITA DELL'ALLEATA E L'AVVISO DEI GOVERNATORI: BISOGNA PORTARE RISPOSTE

    Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”

    matteo salvini luca zaia pontida 2022 matteo salvini luca zaia pontida 2022

     

    «Certo, dall'opposizione siamo bravi tutti...». Probabile che a Giorgia Meloni ieri mattina siano fischiate le orecchie. Sul pratone del raduno di Pontida, il convitato di pietra è lei, lei è al centro dei discorsi di molti, ed è il suo successo annunciato a gettare preoccupazione sulla convinzione da tutti condivisa che «si torna a governare».

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    Causa Covid, l'ultimo raduno si è svolto nel 2019 e il pratone è cambiato. Il verde dell'Insubria, delle Orobie e della Carnia è quasi scomparso, sostituito quasi totalmente dal più salvinianamente connotato azzurro. Tra le eccezioni, il presidente del Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, con polo verdina e scarpe in tinta. Del resto, i governatori il loro segnale lo danno. Luca Zaia non rinuncia affatto all'identità veneta, i suoi consiglieri sono tutti con maglietta amaranto e Leone di San Marco e lui ricorda che «questo governo non ha scelte: chiunque va a governare, non avrà scelta».

     

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    E indica la scritta «autonomia subito» esposta da alcuni dei suoi. Attenzione: «L'autonomia - dice il presidente veneto - vale anche la messa in discussione di un governo». Lo stesso Fedriga non suona il violino quando dice che la «Lega è una e unita» ma «deve rispondere agli impegni che prende con il suo popolo e con la sua gente». Con un'aggiunta: «Non basta vincere, ma bisogna portare risposte a questo Paese».

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    Vincere, certo. Ma il vincere perdendo voti a vantaggio dell'alleato fa paura. Il pratone è pieno, ma per alcuni insofferenti vuol dire poco: «Pontida la riempivamo anche quando eravamo al 4%». Perché il voto è mobile, e lo si coglie anche sul prato che fu del giuramento. Lorenzo fa l'ultimo anno delle superiori e lo ammette: «Avevo pensato di passare a Fratelli d'Italia, ma da noi a Firenze le loro giovanili sono troppo di destra».

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    Lui e la sua famiglia, fino al lockdown erano tutti renziani: «Ora stiamo con la Lega, ma attenzione: a Firenze il Terzo polo potrebbe prendere parecchi voti». E lo stesso pensa il veneto Alessandro, di pochi anni maggiore. Ma le sorprese non finiscono, anzi.

    Valeria, 72 anni, Pozzo d'Adda, ha votato Lega fin da quando esiste: «Ma ora non seguo più come prima. E ci sono cose nuove. Mi piace Italia sovrana e popolare, Marco Rizzo dice cose interessanti».

     

    La famiglia di Paola, da San Benedetto del Tronto, vive di pesca: «Ma da noi l'hanno distrutta, a San Benedetto son rimaste tre lampare. Tre... Si devono tutti dare una svegliata».

    giorgia meloni durante il confronto con letta giorgia meloni durante il confronto con letta

     

    Brizio Maggiore risponde indirettamente ai tanti che sul pratone sbuffano dicendo che l'avanzata della Lega al Sud sarà ancora da rimandare dopo il 25 settembre. Lui, classe 1991, assessore a Calimera e consigliere provinciale a Lecce è convinto del contrario: «La Lega anche da noi non è più considerata un partito di altrove, è un partito nazionale come gli altri. Giorgia? Ben venga. L'importante è che vinca il centrodestra».

     

    GIORGIA MELONI SENZA DENTI GIORGIA MELONI SENZA DENTI

    Senza però regalare nulla. Giulio Centenaro ha la maglietta con il «Leon» dei consiglieri regionali. E avvisa i naviganti, anche se alleati: «Il presidenzialismo non è scritto nella Costituzione, l'autonomia sì». Questo per dire che cosa? «Che si deve fare prima l'autonomia che il presidenzialismo, anche perché cambiare la Costituzione è più lunga». Guido Crosetto è servito.

    GUIDO CROSETTO - ATREJU GUIDO CROSETTO - ATREJU GUIDO CROSETTO GIORGIA MELONI GUIDO CROSETTO GIORGIA MELONI

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