Estratto dell’articolo di Simone Canettieri e Valerio Valentini per il Foglio
meloni salvini
“Ma quale sabotaggio di Salvini sul Pnrr? Non penso che la Lega voglia suicidarsi”. Francesco Lollobrigida, ministro della real casa nonché protesi di Giorgia Meloni, si mangia di prima mattina un italiano paninetto salato (non chiamatelo sandwich) alla buvette, o meglio al bar, della Camera. Eppure, ministro, la Lega con il capogruppo Riccardo Molinari ha aperto una crepa: dice che è meglio non prendere soldi a debito del Pnrr se non si riescono a spenderli
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Di sicuro, la tensione c’è. E dunque ecco spuntare Matteo Salvini che davanti alla stampa estera corregge il tiro del suo capogruppo, ma non si allontana troppo: “Dirottare i fondi non è lesa maestà”, dice il rinvigorito vicepremier leghista. E in queste parole c’è chi ci vede il disegno di spostare i soldi in pancia al ministero delle Infrastrutture – sessanta miliardi di euro – in parte per il Ponte sullo Stretto. “In grado di produrre centomila posti di lavoro”.
GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI - BY EDOARDO BARALDI
A Palazzo Chigi leggono anche queste dichiarazioni e capiscono che Salvini ha preso il boccino in mano: è in corso un’iniziativa politica della Lega. C’è chi la chiama “offensiva”. La verità è che tutto si gioca in una sorta di commedia degli equivoci. Perché in fondo, ed è una cosa che chi ha avuto modo di confrontarsi con Molinari racconta, il capogruppo leghista non ha detto altro che quello che anche Meloni ha sempre pensato. Di più, quello che Meloni diceva da leader dell’opposizione. Maggio 2022, a verbale: “Perché l’Italia è l’unico paese europeo ad aver preso tutta la parte dei prestiti, che sono 122 miliardi e che si sommeranno al nostro debito? A quali condizioni verrà gestito quel prestito? E quali sono gli impegni che il governo italiano ha preso per ottenere queste risorse a debito? Forse c’è di mezzo la riforma del catasto? Nei corridoi si vocifera che addirittura la direttiva Bolkestein, stia in questo patto, il che spiegherebbe la scelta incomprensibile di chi vuole svendere le nostre spiagge e metterle all’asta”.
matteo salvini giorgia meloni alla camera dei deputati
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Un po’ come ha fatto la Spagna, insomma (e chissà che oggi Meloni nel ricevere il premier Pedro Sánchez non gli chieda qualche dritta). Se insomma ora la Lega, in questa più o meno consapevole manovra di logoramento, usa i temi e i toni che a lungo Meloni ha utilizzato, come può FdI dirsi scandalizzata? Semmai, a infastidire Meloni dev’essere proprio il percepito tatticismo di Salvini. Che invoca, senza concordarle, svolte pericolose nella negoziazione in corso tra Roma e Bruxelles, consapevole com’è, il leghista, che non sarà lui ad amministrare quelle trattative. “Così ci facciamo male”, si dicono in queste ore, guardandosi negli occhi, Meloni e Fitto
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