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    SALVINI FIUTA LA RABBIA POPOLARE PER IL SALVATAGGIO, CON SCIPPO, DELLE BANCHE POPOLARI E VA AD AREZZO, ALLA SEDE DI BANCA ETRURIA, A INCETRIOLARE ‘MADONNA’ BOSCHI E LA SUA FAMIGLIA


     
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    1 - SALVINI PUNTA IL DITO CONTRO LA SINISTRA «QUEI SOLDI SONO ANDATI ALLA POLITICA?»

    Chiara Giannini per “Libero Quotidiano”

    PIER LUIGI BOSCHI PIER LUIGI BOSCHI

     

    «Sono pensionato, un figlio di ventisette anni da mantenere, ho perso trentamila euro, i risparmi di una vita. Mi hanno messo di mezzo. Ho firmato fidandomi, ma non ho più niente. Non mi suicido perché penso a mio figlio, ma immaginatevi come io possa stare». Quella di Mario Mariotti, aretino, è solo una delle storie dei tanti azionisti e obbligazionisti che hanno perso tutti i loro soldi a causa dell' azzeramento dei titoli apportato dal governo per salvare gli istituti di credito. Insomma, gente che si è fatta il mazzo per quarant' anni e si trova con un pugno di mosche in mano.

     

    renzi a cernobbio con la boschi ni renzi a cernobbio con la boschi ni

    Ieri ad Arezzo, davanti alla sede di Banca Etruria, le parole non si sono risparmiate. Il segretario nazionale della Lega Nord Matteo Salvini ha parlato di fronte a migliaia di risparmiatori che «grazie al governo che si è messo a novanta gradi con l' Europa», come ha detto il responsabile economico del partito del Carroccio, Claudio Borghi, si sono trovati a non avere più niente.

     

    Borghi ha chiesto a gran voce le dimissioni del ministro Padoan e di Visco. Salvini non ha usato mezze misure: «Mi piacerebbe - ha detto - che in nome della trasparenza fossero pubblicati nomi e cognomi di cooperative, imprese e altri che hanno preso soldi dalle banche e non li hanno restituiti. Chi ha responsabilità se le assuma, anche se tra questi vi fosse il padre di un ministro (facendo un evidente riferimento al papà di Maria Elena Boschi).

    BANCA ETRURIA BANCA ETRURIA

     

    Non vorrei che con quei soldi fosse stata finanziata la politica. E poi chiedo le dimissioni sia di Visco che del ministro dell' Economia, che ha fatto la pazzia di chiamare "aiuti umanitari" eventuali supporti per i risparmiatori di Arezzo. Ecco - ha detto ancora - qui si tratta di giustizia sociale e non di aiuti umanitari». E ha poi lanciato un appello a Renzi: «Noi siamo a disposizione, ci siamo.

     

    Siamo disposti a parlarne. Visto che si appresta ad affrontare temi importanti alla Leopolda, ci faccia capire che è disposto a collaborare per trovare una soluzione». Ironizzando ha concluso: «Buona Leopolda a tutti», spiegando poi alle tantissime persone che hanno perso i soldi investiti in Banca Etruria e negli altri istituti di credito, che a chi non se lo potrà permettere la Lega metterà a disposizione un avvocato. È stato quindi fatto un minuto di silenzio per Luigino D' Angelo, il pensionato che si è suicidato a Civitavecchia dopo che aveva perso 110mila euro.

    BANCA ETRURIA - IL PENSIONATO SUICIDA BANCA ETRURIA - IL PENSIONATO SUICIDA

     

    «Una vittima di chi ha combinato tutto questo casino», ha concluso Salvini. Sulla stessa linea Debora Bergamini (Fi): «Ci faremo carico di quanto sta accadendo. Non accettiamo lo scaricabarile che sta avvenendo. Se andiamo a vedere nessuno ha colpa di niente». La soluzione per Maurizio Gasparri (FI) è quella di «dire no all' Ue che ha consentito a tanti altri Stati di utilizzare soldi pubblici mentre invece in questo caso le perplessità di Bruxelles vengono utilizzate come alibi da Renzi e da Visco».

     

    Tesi sostenuta anche dai consiglieri regionali di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli e Forza Italia Stefano Mugnai. D' altronde, la misura del problema la raccontano gli stessi risparmiatori traditi.

     

    BANCA ETRURIA BANCA ETRURIA

    «Noi abbiamo perso 50mila euro - raccontano Evio Fierli e Marisa Ricci, marito e moglie che hanno visto volatilizzarsi i loro risparmi. Se si continua così molta gente farà come il pensionato di Civitavecchia e, allora, il governo avrà altri morti e responsabilità sulle spalle». Intanto l' Huffington Post racconta che il comitato dei risparmiatori «vittime del Salva banche» sta progettando una grande manifestazione davanti al piazzale antistante la Stazione Leopolda. L' appuntamento è per domenica, dalle 10 alle 13, in Piazzale della Porta al Prato a Firenze, mentre parla Renzi.

     

    2 - BOSCHI: MIO PAPA’ PERBENE, MA IO MI SENTO IN COLPA

    Stefano Zurlo per “il Giornale”

     

    SALVINI DAVANTI ALLA SEDE DI BANCA ETRURIA SALVINI DAVANTI ALLA SEDE DI BANCA ETRURIA

    Silenzio. La famiglia Boschi e il disastro di banca Etruria. Tacciono i familiari del ministro. Non dice una parola il padre di Maria Elena, Pierluigi Boschi, per otto mesi vicepresidente dell' istituto di credito. E non apre bocca nemmeno il fratello Emanuele, 33 anni, che solo un anno fa era responsabile dell' analisi dei processi di costo della banca.

     

    Per estrarre qualche parola alla titolare delle riforme ci vuole tutta l'abilità di Bruno Vespa che l' ha invitata alla presentazione del suo ultimo libro, Donne d' Italia. E qui finalmente, sollecitata dal giornalista, Boschi affronta il tema per lei così spinoso: «Mio padre è una persona perbene e se sento del disagio è verso di lui e la mia famiglia».

     

    SALVINI DAVANTI ALLA SEDE DI BANCA ETRURIA SALVINI DAVANTI ALLA SEDE DI BANCA ETRURIA

    E ancora: «Mi sento un po' in colpa nei confronti della mia famiglia, perché se mio padre è finito nelle cronache è perché è mio padre e mi spiace. Ma lo conosco, conosco la mia famiglia e affronteremo questo momento». Un abbraccio più che una spiegazione dettagliata; l'affetto, i sentimenti, il riconoscimento di un rapporto che resiste alle sollecitazioni della cronaca. Perfino l'orgoglio per un cognome portato a testa alta. Ma sempre dentro il perimetro di dichiarazioni politicamente corrette.

     

    Il ministro vola alto e si tiene alla larga dalla contabilità di famiglia. A quanto si sa - vedi l' ultima dichiarazione patrimoniale disponibile del maggio 2014 - Maria Elena era proprietaria di un modesto pacchetto di 1.500 azioni dell' Etruria, per un valore complessivo di 1.100 euro. A luglio scorso la Boschi puntualizza che la situazione è sempre la stessa: «Non sono intervenute variazioni».

     

    SALVINI DAVANTI ALLA SEDE DI BANCA ETRURIA SALVINI DAVANTI ALLA SEDE DI BANCA ETRURIA

    Ma quando nei giorni scorsi il Giornale prova a saperne di più, lei rispedisce al mittente le domande. E anche davanti a Vespa sorvola sul punto. Resta il quesito: Maria Elena era sulla stessa barca affondata con i patrimoni di tante oneste formichine? Probabilmente i suoi 1.000 euro sono andati in fumo, ma conferme non ce ne sono. Bisogna tornare alle parole scandite la scorsa settimana dal suo portavoce: «Sulle poche azioni del ministro rimandiamo all' amministrazione trasparente nel sito del governo».

     

    E rimbalzano ancora una volta le domande che riguardano i Boschi al gran completo. Papà e fratello avevano scommesso sulla solidità della banca che conoscevano così bene? Avevano investito i propri risparmi acquistando azioni o altri titoli dell' Etruria? Fuori c' è tempesta, ma il lucchetto di casa Boschi non salta. E non si sa nulla sulle mosse compiute dai due e dall' altro fratello, dalla mamma e pure dalla nonna. Nessuno ha dato il consenso necessario per divulgare i dati. E per far alzare il sipario sui patrimoni della famiglia.

    LUIGI D ANGELO LUIGI D ANGELO

     

    Lei insiste sulla sua linea del Piave: «Sul piano politico non c' è nessun disagio perché il nostro governo è intervenuto per evitare che le quattro banche chiudessero, quindi che migliaia di dipendenti rimanessero senza stipendi e che migliaia di correntisti perdessero i propri risparmi. Mio padre è stato vicepresidente di Banca Etruria per 8 mesi fino a quando il governo ha commissariato la banca, il governo non fa favoritismi o leggi personali».

     

    Oltre il ministro non va. Nemmeno in un giorno così difficile: l' istituto è ormai assediato da chi ha perso tutto, Boschi difende il suo piccolo presepe. E distingue quel che accade nel Palazzo dalle vicende che la toccano in prima persona. Anche se l'intreccio resta.

     

     

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