DAGOREPORT
matteo salvini luigi di maio
Così il piromane è diventato di colpo pompiere. "Vedremo di rispettare tutte le regole, tutti i vincoli e tutti gli impegni presi: si può fare far crescere questo paese e far star meglio gli italiani senza irritare coloro che ci osservano dall'alto. Vedremo di essere bravi e convincenti". Così ieri sera, uscendo da Palazzo Chigi, Salvini ha risposto ai cronisti che gli chiedevano sull'eventuale sforamento del 3%. La marcia indietro si è chiusa spergiurando che l’Italia non abbandonerà l’Eurozona.
Il leader leghista è diventato di colpo una pecorella dopo una riunione degli economisti leghisti che l’hanno consigliato vivamente di non calcare la mano con Bruxelles perché l’erezione dello spread avrebbe comportato danni enormi al paese, comunicandogli anche il nervosismo (eufemismo) degli imprenditori del Nord vicini alla Lega, pronti addirittura a scendere in piazza contro il governo pentaleghista.
MOODY'S
Un quadro tragico a cui si va ad aggiungere la mannaia, prevista a fine settembre dopo la presentazione del Def (documento di programmazione economica) dell’agenzia Moody’s, ben più importante di Fitch. E, viste le riforme strombazzate dai 5Stelle e dalla Lega, tutti i rumors davano per scontato il declassamento dell’Italia a “spazzatura”, più uno spread che schizzerebbe subito oltre la soglia di 300 punti, con la conseguenza del caos per i nostri Btp.
Da qui, il clamoroso rinculo del Truce Salvini che ha raffreddato di colpo i mercati. E le fatidiche riforme del “governo del cambiamento” (dalla legge Fornero al Reddito di cittadinanza, passando per la Flat Tax) che fine faranno? Tranquilli: verranno cautamente e democristianamente spalmate nei prossimi cinque anni.
LUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTE
Ma l’effetto rinculo di Salvini, se ha salvato l’Italia dal default, ha rintronato Di Maio. Dopo la clamorosa dichiarazione di fede europea del partner del governo, Giggetto si è trovato con le spalle al muro: se osava smentire EuroSalvini, in caso di default la colpa sarebbe ricaduta interamente sul Movimento 5 Stelle. E il Truce è sempre lì che aspetta le sue decisioni su Ilva, Alitalia, Alcoa, dove non ha chiuso niente. E’ riuscito, invero, in una cosa mai vista: la Confindustria pronta a scendere in piazza insieme con i sindacati per il dossier Ilva.
DI BATTISTA FICO
PS – L’atteso bombardamento da parte della sinistra dura e pura del M5S a cura di Di Battista e Fico non è avvenuto solo grazie all’intervento di Grillo che ha chiesto pace nel Movimento.