Da “la Stampa”
Mai fermarsi alle apparenze con Sandra Milo.
sandra milo giulietta masina federico fellini
Compirà 87 anni tra pochi giorni, sta per interpretare in teatro il ruolo di un omosessuale che si traveste da drag queen, ha un amico/confidente/compagno di 37 anni più giovane e una vita che va molto oltre le sue storie con Federico Fellini o con Bettino Craxi. Ne parla seduta nel salotto della sua casa di Roma tra tappeti, divani, figli che entrano, escono ma sono sempre con lei.
Racconta il suo passato da femminista, quando era anche lei una "pasionaria" - spiega - ma con un suo stile, molto diverso da quello di tante altre donne che in quegli anni scendevano in piazza. «La nostra è stata una generazione con tanta voglia di libertà.
federico fellini giulietta masina sandra milo
Ho sfilato con le ragazze, ci siamo tolte i reggiseni, i bustini, le guepières che portavamo. Tutto questo per compiacere il maschio alla fine. Però era faticoso per noi, si partecipava ai cortei, mi ricordo le ragazze con la t-shirt con su scritto "Io sono mia"». C' erano cartelli, i ragazzi che la prendevano in braccio, le offrivano fiori.
«Era qualcosa di rivoluzionario, di estremamente eccitante perché c' era la sensazione della conquista». Un' emozione che oggi non c' è più, sostiene. «Nelle lotte femminili di oggi non c' è più questo senso esaltante. C' è l' asprezza della lotta ma non c' è più la bellezza del credo vero».
sandra milo federico fellini giulietta masina agli oscar 1963
Una questione generazionale, spiega. Alla fine della seconda guerra mondiale aveva dodici anni, era una delle tante ragazzine cresciute in fretta tra bombe, fame, padri in guerra e madri e nonne a guidare la famiglia. Ma il mondo degli adulti era "afflitto". Erano persone che «avevano perso la guerra, qualcosa in loro era morto».
Invece i giovani avevano «un grande credo politico» e lei era una di loro. «A dodici anni ho letto Marx, Engels, Proudhon, Lenin perché volevo capire quale fosse l' atteggiamento giusto da tenere verso gli altri e mi sembrava che l' idea socialista fosse fantastica. E' stato un grande sogno, ha illuminato la mia adolescenza. Spero che la prossima generazione ricomincerà a sognare come ha sognato la mia».
sandra milo domenica in 3
Gli anni passano, Sandra Milo diventa l' attrice preferita di Federico Fellini ma anche la sua amante. Nel frattempo ha un matrimonio, una prima separazione di fatto, una convivenza senza potersi sposare con il produttore Moris Ergas (il divorzio era ancora lontano), una figlia che non può riconoscere e quindi una battaglia enorme da combattere. In quegli anni Pietro Nenni era il segretario del Partito socialista, Sandra Milo lo conosce, gli scrive spesso. Quando diventa vicepresidente del Consiglio, Sandra Milo decide di fare un passo in più. Manda una lettera che è al tempo stesso una preghiera e un appello per denunciare le difficoltà vissute da tante madri come lei. Pietro Nenni sostiene la sua battaglia, la fa pubblicare in prima pagina sull' Avanti, il quotidiano del partito.
sandra milo domenica in 1
E' il 5 ottobre del 1966, l' attrice racconta la sua condizione di «umiliante, dolorosa inferiorità», che è stata «annullata, uccisa, scomparsa come madre» da un diritto di famiglia che, in caso di separazione, assegna ai padri poteri enormi, anche quello di impedire alle ex mogli ogni contatto con i figli.
Chiede una riforma che cancelli le distinzioni tra figli legittimi e figli adulterini o figli di N.N. Minaccia di uccidersi e confessa tutto il suo sconforto: «Mi sento una povera cosa piena di vergogna e di dolore - scrive nella lettera - meno ancora di quelle madri che abbandonano i figli ai brefotrofi e, quando se ne ricordano e li rivendicano, è dato loro il diritto di riconoscerli. Io niente, perché non esisto».
sandra milo foto di bacco (3)
La battaglia viene vinta, il diritto di famiglia viene riformato ed è proprio Pietro Nenni a informare Sandra Milo. Le manda un biglietto. In quel momento l' attrice si trova in clinica per un problema di salute e ancora si commuove quando ricorda le parole mandato attraverso un motociclista: «Cara signora, in questo momento si sta votando una legge sul diritto familiare. Come ogni legge è un compromesso ma è pur sempre una legge».
sandra milo
«Non so se le donne di oggi fanno questo tipo di lotta o se si battono soltanto per i diritti paritari, per avere uno stipendio uguale a quello dell' uomo, per cose più materiali, meno vicine al nostro modo di essere, di vivere e di pensare. Per noi l' amore è fondamentale, è la prima ragione della vita, ma ora c' è un modo diverso di battersi.
Allora le chiamavano le pasionarie, oggi è tutto diverso. Non mi piace il fatto che si lamentino delle molestie sessuali: lo trovo un fatto avvilente proprio per la donna perché la donna è perfettamente in grado di difendersi e quindi deve difendersi e non deve fare la vittima magari dopo tanto tempo o dopo aver usufruito dei vantaggi che un rapporto del genere ti dà. Non mi piace, mi piace la donna libera che si batte per ragioni vere, che non ci sia niente di ambiguo, di equivoco. Non ci appartiene: sono cose più maschili che femminili».
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