Massimiliano Panarari per “la Stampa”
ornella vanoni virginia raffaele
La corazzata Sanremo è partita. E si segnalano i malumori per i minori ascolti rispetto all' anno passato. In compenso, però, la sua interfaccia social è iniziata col botto, avendo registrato 2,8 milioni di interazioni nel corso della prima serata di programmazione, ed essendo stata anticipata sulle piattaforme da un vero e proprio clima d' opinione prefestivaliero.
ornella vanoni patty pravo come britney spears e madonna
E, dunque, si potrebbe perfino ipotizzare una specie di legge di proporzionalità inversa in nome della quale alla riduzione dell' audience davanti al piccolo schermo corrisponde un' impennata della fruizione «derivata» e reintermediata dai social network.
Che, per certi versi, costituisce un' evoluzione dei gruppi d' ascolto collettivo che costellano tradizionalmente la settimana del Festival: quando ci si riunisce in casa d' amici, e Sanremo - come avviene per alcuni altri, selezionatissimi, grandi eventi mediali - si converte in un momento comunitario, su scala enormemente più larga.
alien vs patty pravo
E, in coerenza con la logica mediale dei social e lo spirito dei tempi, diventa un' opportunità non più di utenza passiva, ma di protagonismo diretto e in prima persona, secondo un ventaglio che va dalla contestazione all' approvazione, dalla palestra di creatività allo sfoggio di narcisismo, dal battutismo brillante all' annotazione specialistica, dal cazzeggio al tifo.
MASSIMILIANO PANARARI
In buona sostanza, la trasposizione postmoderna di quella società della conversazione che, nata nel Settecento moderno e illuminista, ha trovato altri (e, in genere, più muscolari) canali di propagazione nelle piattaforme digitali. Un po' speaker's corner e un po' palestra della vanità, certamente ambiente interattivo e, innegabilmente, anche «circolo della caccia» (per usare la metafora coniata per Twitter dalla sociologa dei media Sara Bentivegna).
virginia raffaele claudio baglioni by the jackal
Di sicuro, i considerevoli numeri del «Sanremo-network» ribadiscono come il festival disponga di una rara capacità di fare l' agenda della discussione collettiva, contemperando e mixando (pro o contro) tutti i palati (giusto per fare un esempio, dal «partito» di Claudio Baglioni a quello di Virginia Raffaele); e qui, in effetti, risiede il significato più profondo dell' appuntamento che sa essere autenticamente nazional-popolare.
Intorno al quale troviamo stretti tanto coloro non vedono l' ora di ascoltare un po' di musica leggera per regalarsi qualche ora di evasione da una giornata defatigante (e da un periodo storico preoccupante), quanto chi, giustappunto sulla rete, scatena le proprie attitudini creative nella memetica e nel culture jamming (il «sabotaggio culturale» anti-sistema, e, si sa, non c' è niente di più «sistema», a suo modo, del Festival della canzone italiana).
claudio baglioni visto da the jackal
Al medesimo tempo, gli scoppiettanti dati dei contatti interattivi del «Sanremo-network» certificano l' ulteriore evoluzione di un certo tipo di telespettatore sprofondato nell' ennesima transizione: il «secondo schermo» si è fatto, in tutto e per tutto, realtà.
pippo baudo
Niente paura, non siamo dalle parti di qualche invenzione distopica alla Black Mirror, ma della pratica di consumo mediale che al guardare un programma in tv (il primo schermo) affianca l'utilizzo di un dispositivo (il secondo schermo) attraverso cui commentare quanto trasmesso dal primo (oppure interagire con esso mediante specifiche app messe a disposizione dello spettatore-attore). L' irresistibile, e inesorabile, spinta verso l' ecosistema mediale ibridato. Che, in tutta evidenza, piace. E parecchio.
salvini tweet claudian favino freddie mercury patty pravo il volo by the jackal