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Mattia Santori, poche ore prima del voto in Emilia-Romagna, è in vena di confessioni. Il leader delle Sardine, che tanto si mostra sfrontato di fronte alle telecamere di tutti i salottini politici, racconta al Fatto Quotidiano un avvenimento che lo ha messo a disagio.
"Dopo la puntata di Dimartedì di Floris. Non perché ne siamo usciti male, ma perché sono stato catapultato in quel mondo dei media che non corrisponde al reale. Lo sapevo e ho sbagliato - dice il pesciolino -.
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Non puoi esprimere bellezza tra un Sallusti e un Senaldi". Quello a cui fa riferimento Santori è uno dei numerosi dibattiti che lo hanno visto protagonista assieme ai due direttori dalla lunga esperienza. Più che di bellezza, infatti, il front-man avrebbe dovuto parlare di dimestichezza di cui Senaldi e Sallusti ne hanno da vendere.
Poi il sardino vira al positivo e racconta del momento più bello vissuto: "Il più emozionante, l'assemblea aperta a Bibbiano. Vedere tutte quelle persone che, pur di esserci, erano per terra, stipate nei corridoi. Con le lacrime agli occhi, parlavano delle loro storie e si confrontavano.
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Un conto è andare - ed ecco che di nuovo si scaglia contro Matteo Salvini - in un territorio che teme il populismo, tipo a Bologna il 14 novembre, un conto è andare lì dove il populismo lo stai già subendo. A Bibbiano ho visto 300 persone che avevano le cicatrici di mesi e mesi di campagna elettorale sulla loro pelle: quelle cicatrici, però, si sono trasformate in energia. E a detta di molti, quella di Bibbiano è stata la piazza più bella di tutte". Sarà, ma solo l'esito alle urne potrà dire se aveva ragione.
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