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Nel marzo del 1963, Ernesto Miranda fu arrestato per aver rubato 8 dollari da un impiegato di banca. A riprova del fatto che non sempre, durante le loro carriere, i criminali riescano a mantenere il sangue freddo quando sono sotto pressione, alla fine dell’interrogatorio Miranda aveva confessato anche il sequestro e lo stupro di una diciottenne avvenuti quella stessa settimana.
Come non abbia fatto a mantenere il segreto per sé e a confessare soltanto di aver rubato il denaro va oltre ogni possibilità di comprensione. Dopo poco tempo fu processato e condannato a vent’anni di prigione.
A questo punto si può supporre che la giustizia avesse fatto il suo corso. Niente affatto. Quando Miranda scrisse “nella piena conoscenza dei miei diritti” in fondo alla sua confessione, le autorità pensarono di non dover effettivamente leggerglieli– che male poteva esserci a saltare questo accordo verbale con uno stupratore?
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Peccato che poi Miranda, nonostante quello che aveva firmato nella confessione, disse che non aveva effettivamente compreso quali fossero i suoi diritti mentre era sotto custodia cautelare.
Per questo la Corte Suprema decise in suo favore e dichiarò che la sua confessione era inammissibile. Senza di quella, l'accusa non poteva reggere. Ernesto Miranda, rapitore e stupratore, era un uomo libero.
Da quel momento, i ''Miranda rights'', ovvero i diritti di Miranda:
« Lei ha il diritto di rimanere in silenzio. Qualsiasi cosa dirà potrà e sarà usata contro di lei in tribunale. Ha diritto a un avvocato durante l'interrogatorio. Se non può permettersi un avvocato, gliene sarà assegnato uno d'ufficio. »
sono diventati obbligatori, e le forze dell'ordine devono comunicarli durante tutti gli arresti.
Ma Miranda non aveva imparato la lezione e tornò alla sua vita criminale, vendendo cartoline firmate con i “diritti di Miranda” a 1 dollaro e mezzo per arrotondare le sue entrate. Ma quell’atteggiamento sbruffone, dopo che si era salvato dalla giustizia per un errore tecnico, non lo portò molto lontano.
ERNESTO MIRANDA A CORTE
Mentre giocava d’azzardo al Bar ‘La Amapola’ di Phoenix, parti' una rissa, durante la quale fu accoltellato a morte. L’uomo che aveva passato l’arma all’assassino di Miranda fu arrestato.
Tuttavia, sempre grazie all'ormai noto precedente di Miranda di dieci anni prima, l’uomo sapeva bene di non avere alcun obbligo di confessare alle autorità. Tenne la bocca chiusa il tempo necessario perché l’assassino potesse scappare in Messico e sparire per sempre.
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