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    SALAH QUEL CHE SALAH - E’ VELOCE COME BALE E RONALDO E HA SEGNATO 8 GOL IN 12 PARTITE: SPALLETTI SI GODE L’EXPLOIT DELL'EGIZIANO “PIU’ RAPIDO DEL PALLONE” - MA LA ROMA LO PERDERA’ A GENNAIO: ANDRÀ VIA UN MESE PER LA COPPA D' AFRICA


     
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    1. QUELLE MAGIE A 30 KM ALL' ORA

    Guglielmo Buccheri per la Stampa

    ROMA BOLOGNA SALAH ROMA BOLOGNA SALAH

     

    «Quando qualcuno vi dice che tra le vostre qualità c' è la velocità, il giorno dopo correte più forte».

     

    Mohamed Salah, detto Momo, sta correndo incontro a numeri da primato, e non solo per se stesso. Le cifre: otto sono diventati i centri in campionato, tre domenica sera all' Olimpico con il Bologna, diciotto quelli in coppia con il gigante Dzeko (nessuno in Europa come loro, nemmeno la premiata ditta Messi-Suarez del Barcellona), servito, spesso, in modo tanto naturale quanto delizioso dalla freccia egiziana.

     

    La Roma gongola con il Messi d' Egitto e ne misura i passi. «A volte va tanto di fretta che finisce fuori giri... », scherza il tecnico giallorosso Luciano Spalletti. Salah, il turbo, va a più di 30 all' ora quando accelera, uno scatto all' altezza dei più potenti al mondo: sopra i trenta all' ora viaggiano Bale del Real Madrid (36,9 per precisione), Cristiano Ronaldo (33,6) sempre della Casa Blanca, Messi (32,5), ma anche Rooney (31,2), Ribery (30,7) e Sergio Ramos (30,6).

     

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    Prima tripletta Salah corre e semina quella sensazione di impotenza che fa tremare i difensori. In casa è infallibile: sette gol su otto nascono all' Olimpico. Fuori si trasforma in uomo-assist. Prima di lui, solo altri tre giocatori africani erano riusciti nell' impresa di regalarsi tre reti in un colpo solo: George Weah, Patrick Mboma e Kevin Prince Boateng (l' ultimo giallorosso, invece, è stato Destro 946 giorni fa). «Ho scelto la Roma perché - dice l' egiziano - voglio vincere un trofeo. Questo è il nostro obiettivo nella stagione in corso».

     

    Il cammino di Momo in campionato, però, è destinato a conoscere una pausa: la parentesi per l' impegno in Coppa d' Africa. Spalletti ha calcolato la sua assenza da tempo, ma quando arriverà il momento dei saluti il vuoto che Salah si lascerà alle spalle sarà ingombrante, perché l' esterno potrebbe rimanere lontano dalla Capitale anche per più di un mese. La Coppa d' Africa comincerà il prossimo 14 gennaio per finire il 5 febbraio: qualora l' Egitto dovesse giocarsela fino in fondo, Salah perderebbe cinque partite (contro Udinese, Cagliari, Sampdoria, Fiorentina e Crotone).

     

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    «Più rapido del pallone» Salah corre e semina una sensazione di impotenza in chi priva a fermarlo. «A volte mi sembra vada più veloce del pallone», sorride Spalletti. Di corsa andava anche con la maglia della Fiorentina, avrebbe voluto farlo con quella del Chelsea (l' avventura in Premier è stata formativa, poco altro), l' ha fatto con il Basilea al suo debutto in un club europeo. Adesso, la Roma: otto reti in 12 tappe, più di così.

     

    2. SALAH, L' INTEGRALISTA DEL CALCIO CHE NON SALUTA GLI ISRAELIANI

    Federico Malerba per il Giornale

    Forse negli Stati Uniti il suo cognome aveva destato qualche preoccupazione, se è vero che quest' estate un ritardo nella consegna del visto gli aveva fatto perdere l' inizio della tournée americana. In Italia invece Mohamed Salah Ghaly, 24enne attaccante della Roma, il terrore lo semina solo sui campi di calcio. È già arrivato a 8 gol (più uno in Europa League) e insieme a Dzeko e Perotti forma il tridente che fa sognare lo scudetto ai tifosi giallorossi.

     

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    Tifosi non solo romani, peraltro. Salah è il giocatore più famoso d' Egitto, quindi tutti i suoi connazionali che vivono nella capitale - più di diecimila secondo le ultime stime - si sono schierati con lui e col Faraone El Shaarawy nel derby cittadino, e le partite di calcio sono diventate preziose oasi di distensione soprattutto quando il caso Regeni ha creato grosse tensioni tra i due paesi. In primavera alcuni media egiziani scrissero che il giocatore era pronto a lasciare la Roma in caso di offese alla madrepatria.

     

    Un' esagerazione, ovviamente, ma in effetti il problema ci fu. Il 25 aprile la Lega Calcio voleva far entrare in campo tutte le squadre dietro uno striscione con scritto «Verità per Giulio Regeni». Vigilia di grande imbarazzo, poi la Roma si mosse per non mettere in imbarazzo il suo campione e così, alla fine, a sventolare la scritta al centro dell' Olimpico furono i raccattapalle ben prima dell' inizio del match col Napoli.

     

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    Salah non si è mai espresso su questi temi perché è un ragazzo molto riservato, che parla poco e se ne sta a Casal Palocco con la moglie e la figlia Makka, lontano anni luce dalla mondanità capitolina. Di sicuro però è un ragazzo con dei principi molto forti: è musulmano osservante (frequenta la moschea di Acilia e ringrazia Allah dopo ogni gol), quando era alla Fiorentina scelse il numero 74 per ricordare i morti di Port Said (a febbraio 2012 i tifosi dell' Al-Masry aggredirono quelli dell' Al-Ahly, fu un massacro causato dalla rivalità politica) e quando era al Basilea rifiutò di stringere la mano ai giocatori del Maccabi Tel Aviv in occasione dei preliminari di Champions.

     

    Uno con un carattere del genere non è facile da prendere. Uno che quand' era al Chelsea non legò con Mourinho, e adesso fa sorridere che mentre lo Special One arranca al Manchester Utd due scarti del suo periodo «blues» (l' altro è Cuadrado) stiano trascinando Juve e Roma. Uno che se n' è andato da Firenze sbattendo la porta, liberandosi grazie a una scrittura privata, e che quando ci è tornato ha spento i fischi viola segnando dopo 6 minuti.

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    A domare il talento del «Messi delle Piramidi» ci è riuscito Spalletti, mettendo i suoi scatti brucianti (quando si lancia viaggia oltre i 30 km/h) al servizio della squadra. Finora Salah è il giocatore di movimento più presente nelle sue formazioni (1053 minuti): immaginiamo la preoccupazione del povero Luciano quando pensa che a gennaio la Coppa d' Africa potrebbe levarglielo anche per cinque partite...

     

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