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    SARA’ CONTENTO RENZI: RIAD GIA’ CANTA VITTORIA PER EXPO 2030. MA ROMA PUNTA AL BALLOTTAGGIO - I SAUDITI DICONO DI AVERE I 120 VOTI NECESSARI PER PREVALERE AL PRIMO TURNO. LA CAPITALE, CHE CONTA SU 30 PREFERENZE, CERCA DI ARRIVARE A QUOTA 60 PER RIAPRIRE LA PARTITA - EXPO 2030 È UNO DEI PROGETTI PIÙ IMPORTANTI PER L’ITALIA, CON UN INVESTIMENTO TRA I 7 E I 10 MILIARDI DI EURO – BIN SALMAN FLIRTA CON PUTIN E CINA. IL SUO SODALE MACRON CHE DICE?


     
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    Estratto dell'articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”

     

    discorso di Giorgia Meloni per la candidatura di Roma a expo 2030 discorso di Giorgia Meloni per la candidatura di Roma a expo 2030

    La candidatura di Roma all’Expo del 2030 resta in salita, ma l’Italia punta sulla strategia di fermare Riad al primo turno, per poi batterla in quelli successivi. I sauditi dicono di avere 120 voti sicuri, ossia quanto basta per passare subito, ma pochi ci credono. La nostra capitale invece ha almeno 30 voti scritti, che potrebbero già essere tra 40 e 50. Se così fosse, basterebbe superare 60 consensi per sopravvivere al primo scrutinio, lavorando per attirare altri Paesi nella sfida a due.

     

    riad candidata per expo 2030 riad candidata per expo 2030

    L’Expo del 2030 è uno dei progetti più importanti per l’Italia, con un investimento tra i 7 e i 10 miliardi di euro. L’Arabia Saudita invece ha mobilitato 3.300 miliardi di dollari per la sua Saudi Vision 2030, finalizzata a diversificare l’economia per ridurre la dipendenza dal petrolio.

     

    Un terzo di questa somma sarà destinato a modernizzare Riad, con quasi 8 miliardi stanziati per l’Expo. Sono cifre che danno la dimensione della differenza delle risorse messe in campo, e quindi del vantaggio dell’Arabia, anche se l’esposizione universale per loro ha un aspetto ridotto.

     

    bin salman renzi bin salman renzi

    La partita si deciderà il 28 novembre, quando i delegati dei 179 Paesi membri del Bureau International des Exposition si riuniranno a Parigi per scegliere tra le tre città rimaste in corsa, Roma, Riad, e la sudcoreana Busan. 

     

    (...)

    Non è raro che i Paesi cambino posizione fra un turno e l’altro, e non tutte le promesse veng ono mantenute. Ad esempio il presidente brasiliano Bolsonaro si era impegnato a favore di Riad, da dove era tornato con gioielli per oltre tre milioni di dollari in regalo, ma il successore Lula ha bloccato tutto. Poi c’è l’influenza geopolitica, dove ad esempio i flirt dell’Arabia con Russia e Cina le fanno guadagnare simpatie da una parte, ma perderle dall’altra. La partita dunque è complicata, ma ancora aperta.

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