Simona Ravizza per il “Corriere della Sera”
MILANO - OSPEDALE ALLESTITO ALLA FIERA
La battaglia dei posti letto, fondamentale per salvare i pazienti in fame da ossigeno. Nonostante il rallentamento dei contagi, in Lombardia resta il problema di dove mettere i malati da Covid-19. È il motivo per cui oggi sarà inaugurato l' ospedale tipo Wuhan alla Fiera di Milano ed entro un paio di settimane saranno creati tremila nuovi letti per ricoverare chi è a domicilio: «Troppo spesso i pazienti arrivano in ospedale già in gravi condizioni», è il grido d' allarme raccolto in più d' un' occasione dal Corriere . I primi posti saranno a disposizione nel giro di 48 ore, nel tentativo di rispondere all' emergenza sempre più pressante di chi è a casa e può aggravarsi da un momento all' altro.
MILANO - OSPEDALE ALLESTITO ALLA FIERA
I letti nelle Rianimazioni lombarde sono passati da 724 a 1.650, ma il timore è che non bastino ancora. Così dopo due settimane di cantieri, la caccia (che ha avuto buon esito) ai ventilatori e alle altre attrezzature, la benedizione dell' arcivescovo di Milano Mario Delpini, oggi ci sarà la cerimonia d' inaugurazione dei padiglioni della Fiera: la Terapia intensiva parte con 24 posti, destinati ad arrivare il prima possibile a 50 (fino un massimo di 250). Sarà un avvio a tappe, che deve fare i conti con i macchinari per la respirazione artificiale disponibili e soprattutto con il reclutamento tutt' altro che scontato di medici e infermieri. «Il primo paziente - assicurano il governatore Attilio Fontana e l' assessore alla Sanità Giulio Gallera - verrà accolto entro lunedì 6 aprile».
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L' ospedale in Fiera sarà gestito dal Policlinico di Milano che dovrà occuparsi anche dell' arruolamento dei medici e che a capo del progetto ha messo un proprio uomo, Nino Stocchetti. È il braccio destro di Antonio Pesenti, il primario del Policlinico che sta coordinando tutte le Terapie intensive della Lombardia dalla cabina di regia dell' Unità di crisi della Regione.
Nelle scorse settimane il progetto è stato motivo di scontro con la Protezione civile di Angelo Borrelli, che l' aveva respinto al mittente per la difficoltà di trovare attrezzature e personale sanitario. Ma la Lombardia ha voluto andare avanti: per il governatore Fontana l' opera realizzata in tempi record è l' esempio della concretezza lombarda. E, proprio per la sua buona riuscita, due settimane fa è stato ingaggiato Guido Bertolaso (ex capo della Protezione civile), da mercoledì 25 marzo ricoverato però al San Raffaele perché positivo.
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C' è il progetto-simbolo, ma anche l' emergenza dei malati a domicilio.
I cosiddetti sommersi : almeno 20 mila in Lombardia, con sintomi influenzali, dalla scorsa settimana trattati come Covid-19 indipendentemente dal tampone. Li devono sorvegliare i medici di famiglia. Ma può non bastare. «Si osservano situazioni che da paucisintomatiche evolvono in distress respiratorio in tempi rapidi, con peggioramento delle condizioni cliniche e necessità di ricovero ospedaliero immediato - si legge in una delibera approvata ieri da Regione Lombardia -. Al momento non vi sono evidenze chiare che possano fare identificare i pazienti a maggiore rischio di complicanze di questo tipo.
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L' indicazione attuale per i pazienti paucisintomatici è quella di quarantena fiduciaria a casa con controllo della temperatura e della frequenza respiratoria. In alcuni casi agli stessi pazienti può essere prescritta la somministrazione di ossigeno domiciliare (ma le bombole ormai non si trovano più ndr ). Per questa tipologia di pazienti, laddove possibile, è ipotizzabile, in alternativa, un periodo di osservazione in ambiente protetto, con sorveglianza garantita da personale delle professioni sanitarie e personale di supporto per garantire la sicurezza nell' effettuazione dell' isolamento».
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L' obiettivo è ricoverare prima i malati. Prima dell' improvviso peggioramento. Per farlo saranno utilizzati ospedali periferici non travolti dall' ondata dei casi Covid-19 più gravi e, dunque, con reparti dotati di ossigeno che possono essere messi a disposizione. A sorvegliare un medico e un infermiere ogni 20 posti letto. Meglio di niente.
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