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    SARA’ UNA MANOVRA TAGLIA E CUCI – COME DAGO-DIXIT, IL TESORETTO CHE DERIVA DELLE ENTRATE NON BASTERÀ PER LE COPERTURE DI UNA LEGGE DI BILANCIO DA 23-24 MILIARDI DI EURO – AL TESORO HANNO FATTI I CONTI: MANCANO ALMENO 9 MILIARDI – ESCLUSO IL RICORSO ALL’EXTRADEFICIT, LA STRADA SI FA STRETTA: SERVIRANNO SANATORIE E TAGLI, CON UNA DECISA SPENDING REVIEW NEI MINISTERI – È UN’INCOGNITA LA ROTTAMAZIONE QUATER DELLE CARTELLE FISCALI, CHE FINORA È STATA UN FLOP…


     
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    Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo per “la Repubblica”

     

    maurizio leo - giancarlo giorgetti maurizio leo - giancarlo giorgetti

    La caccia ai soldi per la legge di Bilancio ha una cifra cerchiata in rosso: nove miliardi. Da trovare. Solo così, infatti, il governo potrà mettere in fila tutte le coperture di una manovra che al momento si aggira intorno ai 23-24 miliardi. Serviranno sanatorie e tagli per confermare gli impegni che scadono a fine anno. L’esecutivo può contare sulle entrate che stanno registrando un buon andamento, superiore al trend stimato ad aprile con il Documento di economia e finanza.

     

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    maurizio leo giorgia meloni giancarlo giorgetti maurizio leo giorgia meloni giancarlo giorgetti

    Di conseguenza, le basi di partenza per la manovra 2025 risulterebbero migliori rispetto a quanto stimato in primavera. La traduzione di questo spazio fiscale consiste nella possibilità di recuperare i circa 11 miliardi che servono per rifinanziare il taglio del cuneo contributivo dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi, fino a 35 mila euro.

     

    Visto che nella lista delle risorse già in cassa ci sono invece i 4,3 miliardi che saranno impiegati per rinnovare il taglio dell’Irpef, da qui in poi scatta la ricerca dei circa 9 miliardi che mancano ancora all’appello. Sono soldi che l’esecutivo deve trovare per rinnovare altre misure in scadenza a fine anno, dal pacchetto delle misure per la famiglia al rinnovo dei contratti pubblici, solo per citare alcuni esempi.

     

    giorgia meloni giancarlo giorgetti giorgia meloni giancarlo giorgetti

    Escluso il ricorso all’extradeficit, la strada si fa stretta. E piena di incognite. Il perimetro del bacino del concordato preventivo biennale è appeso al tasso di adesione delle partite Iva che decideranno di sedersi al tavolo con l’Agenzia delle entrate. Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo punta a recuperare risorse per tagliare le tasse del ceto medio, tra 35 e 50 mila euro. Ma è un auspicio al buio.

     

    Così come è un’incognita la Rottamazione quater delle cartelle fiscali: la scadenza del versamento della quinta rata è stata posticipata dal 30 luglio al 15 settembre con la speranza di incrementare gli incassi. I precedenti inducono al pessimismo: a fronte di un gettito atteso di 53,4 miliardi, le prime tre rottamazioni e il “saldo e stralcio” hanno portato poco più di 20 miliardi nelle casse dello Stato.

     

    maurizio leo - giancarlo giorgetti maurizio leo - giancarlo giorgetti

    giancarlo giorgetti in conferenza stampa 5 giancarlo giorgetti in conferenza stampa 5

    Dalla spending review dei ministeri si punta a ricavare 2,5 miliardi, mentre altre risorse arriveranno dalla sforbiciata alle tax expenditures. Ma non basta. Ecco perché il Dipartimento delle Finanze studia una misura per spingere le banche a remunerare, attraverso gli interessi attivi, i correntisti che prestano i loro risparmi agli istituti di credito. Anche lo Stato passerebbe all’incasso […]

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