Candida Morvillo per il Corriere della Sera - Estratti
GIORGIO ZITO
Giorgio era il più piccolo dei fratelli Bennato, è stato cantautore, chitarrista, produttore discografico. Di cognome, si faceva chiamare Zito, come la mamma. Diceva «non è che i Bennato possono intasare il panorama musicale italiano».
È mancato all’improvviso, a 74 anni, d’infarto, il 16 gennaio, nella sua Napoli. Il fratello Eugenio è ancora sotto choc. Racconta: «Mi hanno chiamato, ci hanno chiamato. Corri Eugenio, corri Edoardo: Giorgio non risponde al telefono, non risponde al citofono. Siamo arrivati nel suo appartamentino di fronte allo studio, lo abbiamo trovato riverso a terra. Sono rimasto stupefatto dall’immobilità, dal silenzio. Mi è crollato il mondo addosso. Io e Edoardo siamo rimasti a osservare questa nuova dimensione: siamo sempre stati i tre fratelli Bennato, ora siamo diventati due. È difficile da accettare».
I fratelli
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Edoardo, il maggiore, non riesce ancora a parlarne. Affida il suo dolore a un messaggio: «È tremendo, all’improvviso. Durante una lunga e assolata estate Bagnolese, mia madre, che si preoccupava che i suoi tre figli stessero senza far niente, cercò di tenerli impegnati magari con delle lezioni d’inglese. Incaricò la Signora Tammaro del primo piano di cercare un maestro di lingue.
Dopo una settimana, la Signora Tammaro le comunicò: signora Bennato, il maestro di lingue non l’abbiamo trovato, ma abbiamo trovato un maestro di musica. E così, io mi ritrovai una chitarra tra le mani, mio fratello Eugenio una fisarmonica e Giorgio il tamburo…. Una sera, bambini, suonavamo al Circolo della Marina Mercantile e un signore distinto mi si avvicinò e disse: siete bravi, se verrete promossi, vi regalo un viaggio in America. E così, suonammo in televisione in America: il trio Bennato». Era l’estate del 1959. Ricorda Eugenio: «Avevamo io 11 anni, Giorgio andava per i dieci, Edoardo ne compiva 13. Attraversammo l’oceano Atlantico, facemmo un tour, era solo un gioco».
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La fisarmonica
Avevano iniziato tutti studiando la fisarmonica, «poi io ed Edoardo continuammo con la chitarra, Giorgio con le percussioni e il benjo», ricorda ancora Eugenio, «quindi, a loro due venne fuori una vocina bella. Facevamo un repertorio per ragazzi con musica italiana e americana. Tutto merito della mamma che era solo preoccupata che non stessimo per strada».
(...) Se a Eugenio chiedi il tratto distintivo del carattere di Giorgio che non c’è più, risponde: «Si vedeva tutto nel suo modo di suonare la chitarra: metteva allegria; dove c’era lui, c’era sempre un accordo festoso».
Un trio
GIORGIO ZITO E I FRATELLI BENNATO
Eugenio: «Eravamo rimasti un trio mai sciolto, non so contare le partite di pallone: Giorgio in difesa, io e Edoardo in attacco. Ci sentivamo e ci vedevamo sempre, anche se insieme sul palco, nel tempo, siamo tornati poco: nel 2011, in Piazza del Plebiscito a Napoli per Capodanno, e nel 2017 quando abbiamo cantato in tre il singolo Domani».
Ai funerali nella chiesa Chiesa Santa Maria di Montevergine di via Epomeo, erano in centinaia a salutare per l’ultima volta Giorgio: la vedova Titti, la figlia Adele di 23 anni, e tutti i volti della musica napoletana, da Enzo Avitabile, a Gigi De Rienzo, a Tony Cercola. Eugenio si commuove un po’ dicendo: «Ero frastornato perché la musica napoletana vibrava in ogni sguardo». E intanto promette che, per lui, scriverà sicuramente una canzone.
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