Fabio Tamburini per il "Corriere Economia - Corriere della Sera"
A prima vista si potrebbe dire che l'ex amministratore delegato di Poste italiane, Corrado Passera, ha tracciato il solco avviando alla fine degli anni Novanta la diversificazione del gruppo con la costituzione di Banco Posta. E l'attuale numero uno, Massimo Sarmi, lo ha difeso al meglio nei tre mandati che, a partire dal 2002, lo hanno visto protagonista d'investimenti a tutto campo che hanno trasformato Poste italiane in una holding di servizi finanziari e assicurativi, nel ruolo di operatore globale.
MASSIMO SARMICINQUE STRADE
La realtà è un po' diversa perché Passera e Sarmi sono manager sotto molti aspetti agli antipodi. Per questo l'avvicendamento tra i due non è stato un passaggio del testimone ma piuttosto un cambio della guardia, avvenuto dopo che nella primavera 2002 Passera ha lasciato le Poste firmando il primo bilancio in utile della società (dopo mezzo secolo di vita) per assumere la guida di Intesa Sanpaolo, la principale banca italiana.
Altrettanto vero è che Sarmi si è mosso nello stesso filone. Le iniziative principali sono cinque: nel 2003 il lancio della carta di credito prepagata (con la nascita di Postepay), nel 2008 l'entrata nella telefonia mobile (con Poste mobile) e la presentazione del primo conto corrente online (il Conto Banco Posta click), nel 2010 l'esordio della compagnia assicurativa specializzata nel ramo danni non auto (Poste Assicura). In tutti questi casi i numeri che testimoniano i risultati ottenuti sono importanti. E hanno una spiegazione di base semplice: il network capillare sul territorio dei quasi 13 mila uffici postali, che permettono di arrivare a oltre 37 milioni di clienti tra cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni.
I NUMERI
Il dato di fatto è che le attività tradizionali, cioè i servizi postali, devono fare i conti con l'evoluzione tecnologica (Internet) e delle abitudini dei consumatori, risultando in parte superati dai tempi. Per questo la sfida è utilizzare la grande rete sul territorio per promuovere altri servizi. Soltanto così, tra l'altro, è possibile salvare il posto di lavoro dei 145 mila dipendenti (erano 161 mila nel 2002).
Il risultato è che all'appuntamento con la vendita sul mercato di una quota importante del capitale, con ogni probabilità intorno al 40 per cento, si presenta un gruppo dai numeri in costante crescita.
Tale da compensare il declino delle attività tradizionali dei servizi postali, che oggi pesano intorno al 26% sui ricavi. Il saldo è un utile netto che è passato da 22 milioni di euro nel 2002 a oltre 1 miliardo nel 2012, riferiti rispettivamente a 11 miliardi circa di ricavi e a oltre 24 miliardi.
Performance, quella del 2012, che ha permesso alle Poste di conquistare la seconda posizione nella classifica curata da Mediobanca delle società italiane più profittevoli dietro l'Eni, superando l'Enel.
I numeri ne fanno un concorrente agguerrito delle grandi banche: ogni giorno 50 milioni di operazioni e 1,5 milioni di clienti negli uffici postali, complessivamente 12 milioni di carte prepagate e 6 milioni di conti correnti postali. E ancora: 400 miliardi di risparmio gestito, 4,7 milioni di contratti assicurativi, 35 milioni di operazioni finanziarie online all'anno. Senza contare i 3 milioni di sim telefoniche vendute in soli cinque anni.
Quanto basta a Sarmi per difendersi dalle accuse di essere un manager formato Prima Repubblica, che deve i successi professionali alla rete dei rapporti costruiti quando era responsabile degli acquisti del gruppo Stet (poi diventato Telecom Italia) e all'appoggio del centrodestra, con particolare riferimento all'ex vice presidente del Consiglio, Gianfranco Fini.
GIANFRANCO FINIDa allora, con una certa sapienza nonostante il carattere chiuso e introverso, Sarmi ha diversificato le relazioni in senso bipartisan, con un riferimento forte rimasto costante: l'ex sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta.
Nelle assicurazioni, in particolare, la presenza del gruppo è diventata a tutto campo, con prodotti vita e danni. Poste vita ha conquistato il secondo posto nella classifica per gruppi assicurativi delle compagnie vita grazie ad una raccolta premi che nel 2013 ha superato quota 13 miliardi, versati da 2,8 milioni di clienti (più 26 per cento rispetto all'anno precedente) , con riserve tecniche per circa 65 miliardi.
gianfranco finiNUOVI IMPEGNI
Ma la rivincita di Sarmi, che è stato protagonista del lancio della telefonia mobile di Telecom nella seconda metà degli anni Novanta ma che successivamente lasciò il gruppo, è avvenuta proprio nelle telecomunicazioni, con Poste che è entrata nel novero dei maggiori operatori di servizi per telefoni cellulari. E che, proprio nelle settimane scorse, ha annunciato una mossa a sorpresa: l'esordio sul mercato della telefonia mobile in Brasile, proprio mentre Telecom Italia potrebbe cedere Tim Brasil.
L'operazione conferma la strategia di sviluppo internazionale. Gli investimenti più significativi sono stati in Europa dell'Est (posta, telefonia mobile, assicurazione vita), Mediterraneo (piattaforma di pagamento per il commercio elettronico in Marocco, Egitto, Libano, Malta, Algeria), America Latina (servizi finanziari e bancari in Brasile, Uruguay, Polonia), Asia e Medio Oriente (commercio elettronico, trasferimento di denaro, carte prepagate in Cina, India, Arabia Saudita, Filippine, Indonesia).
Tutte iniziative di successo che hanno permesso alle Poste di conquistare un riconoscimento ambito: il risultato migliore tra le aziende italiane nella classifica 2013 che il prestigioso periodico americano Fortune dedica alle aziende più ammirate nel mondo. E che vengono monitorate minuto per minuto in quello che Sarmi, ingegnere appassionato d'informatica, considera il suo gioiello: la sala controllo servizi e sistemi, costituita presso il quartier generale romano delle Poste, all'Eur.