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    “SARRI, NON PUOI GIOCARE SEMPRE CON LO STESSO SISTEMA” – J’ACCUSE DI FABIO CAPELLO: “IL BAYERN STAVA FACENDO QUELLO CHE VOLEVA, SERVIVA CAMBIARE MODULO. PERCHÉ GIOCARE SEMPRE ALLO STESSO MODO, COL 4-3-3?" – ZAZZARONI PUNGE LOTITO: “PER PUNTARE A QUALCOSA DI REALMENTE IMPORTANTE DEVI OSARE DI PIÙ SUL MERCATO, ALZARE DECISAMENTE IL LIVELLO. COLPA DI CHI I SOLDI CE LI DOVEVA METTERE” - VIDEO


     
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    Da corrieredellosport.it

     

    FABIO CAPELLO FABIO CAPELLO

    Dopo la sconfitta (e l'eliminazione) della Lazio contro il Bayern Monaco nel ritorno degli ottavi di finale di Champions League, Fabio Capello ha analizzato la prestazione della squadra di Maurizio Sarri in terra tedesca: il match è terminato 3-0 per i bavaresi dopo l'1-0 dell'Olimpico.

     

    Lo sfogo di Capello sulla Lazio

    Queste, infatti, le parole dell'ex allenatore a Sky Sport: "Tu prepari una partita contro un avversario che approfitta dei tuoi errori. Non puoi giocare sempre con lo stesso sistema, ovvero il 4-3-3. L’avversario stava facendo quello che voleva, serviva cambiare modulo. Perché giocare sempre allo stesso modo? Poi non siamo abituati a questo ritmo. In Italia stiamo sempre per terra a lamentarci…"

     

     

    LA DIFFERENZA HA UN PREZZO

    Ivan Zazzaroni per il Corriere dello Sport

    bayern lazio bayern lazio

    Ricordo una volta di più che l’estate scorsa, a pochi mesi dalla scadenza con il Tottenham, il trentenne Harry Kane è costato 100 milioni. E che il diciannovenne Pavlovic e il ventunenne Musiala valgono insieme non meno di 120, 130 milioni. Aggiungo che quando la musica della Champions sovrasta la voce e le indicazioni di Tuchel, i vari Kimmich, Neuer, Goretzka, Guerreiro, Thomas Müller e Sané sanno fare tranquillamente da soli.  

    sarri lotito sarri lotito

    Ma non è tutto: quando Kim, strappato al Napoli campione con una cinquantina di milioni, resta in panchina e sul 3-0 entra Alphonso Davies già destinato al Real Madrid, non possono esserci domande: solo risposte secche, quasi brutali, come uno 0 a 3. 

     

    Eppure c’eravamo illusi anche noi. Per giorni abbiamo pensato che una Lazio che in campionato viaggia a 32 punti dall’Inter - pur non valendo una distanza simile: è molto meglio -; abbiamo pensato, dicevo, che potesse superare una frequentatrice storica dei piani alti della Champions e accedere ai quarti che le mancano da vent’anni.  

     

    È bastato un tempo, sono stati sufficienti poco più di 45 minuti, 2 gol e 17 conclusioni per riportarci alla realtà del campo, alla spietatezza dei valori tecnici e economici e dell’esperienza.  

     

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    È vero che settimane così il tifoso laziale vorrebbe viverle ogni anno; settimane in cui la squadra è protagonista in Europa e il sogno di grandezza è un accompagnamento quotidiano: da Bayern a Bayern, dopo il successo all’Olimpico, a considerarsi in grado di battere i tedeschi sottovalutati assai più del dovuto. Sono i momenti in cui il tifoso non crede ciò che è, crede ciò che desidera che sia. 

     

    E quando in un ottavo i freddi bookmaker danno la tua vittoria nei 90 minuti tra 9,50 e 10, mentre accreditano il tuo avversario tra l’1,25 e l’1,28, vuol dire che per puntare a qualcosa di realmente importante devi osare di più sul mercato, alzare decisamente il livello.  

     

    Ma questo è un discorso che abbiamo affrontato più volte alimentando soltanto l’irritazione di chi i soldi li deve, o dovrebbe, mettere ogni anno. 

    PS. A due minuti dalla fine, sul 3-0 e dopo una doppietta, Harry Kane è andato a prendere il pallone, con un contrasto, alla bandierina dell’angolo. Non serve chiudere con una battuta.  

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