MERKEL E SASSOLI
DAGONEWS
David Sassoli è finito al centro di una tempesta mediatica e politica che si aspettava, ma solo in parte. Ieri durante l'audizione di Christine Lagarde davanti alla Commissione affari economici e monetari del Parlamento europeo, il leghista Marco Zanni le ha chiesto cosa pensasse della proposta di cancellare il debito pubblico sottoscritto dagli Stati dell'Eurozona a causa della pandemia.
christine lagarde david sassoli 1
La cancellazione di parte del debito in mano alla BCE è un vecchio pallino per alcuni nella Lega e pure nel M5s, tanto che era finito nella prima bozza dell'ormai mitologico ''contratto di governo'', prima di essere cancellato in fretta e furia dopo interventi ''dall'alto''.
La presidente ha dato una ''breve risposta'': ''Va contro i trattati''. E l'ha chiusa così. Sassoli ne è rimasto sorpreso? Ovviamente no, sapeva che non avrebbe potuto dire una cosa diversa. Il suo sasso nello stagno lo ha lanciato di concerto con Ursula von der Leyen e Angela Merkel, che sente quotidianamente. Se le due leader tedesche non potrebbero mai buttarsi in una simile proposta, il presidente dell'Europarlamento in quanto italiano e membro del gruppo dei socialisti (e arrivato ai vertici delle istituzioni europee con i voti dei cittadini, non per nomina governativa) è la figura giusta.
sassoli gualtieri
Faceva parte del piano anche la risposta laconica della Lagarde. Che sottintendeva in fondo un concetto semplice: se cambiate i trattati, si può fare.
Invece Sassoli non aveva immaginato la reazione della stampa italiana. Ignorando completamente la parte ''rivoluzionaria'' e di strappo nei confronti della rigida impalcatura politico-finanziaria dell'Unione, i giornali hanno ridotto la mossa a uno stratagemma per farsi benvolere dai grillini in vista di una corsa verso il Quirinale. Invece Sassoli ha fatto sapere a chiunque lo abbia sentito in questi giorni che la presidenza della Repubblica non è affatto il suo obiettivo.
DAVID SASSOLI NICOLA ZINGARETTI
MERKEL E SASSOLI
E che in ogni caso non si aspettava una reazione così negativa da parte del suo partito, il Pd, che avrebbe dovuto cogliere l'ambizione e la dirompenza della proposta. Niente da fare, tutti hanno reagito malissimo, da Zingaretti a Gualtieri, che oltre a sentirsi scavalcato è convinto che questa uscita lo indebolisca davanti ai paesi frugali nel negoziato sul Recovery Fund.
La verità è che il partito è sempre più balcanizzato in correnti e micro-correnti, Con Zingaretti che ce l'ha con Gualtieri per il suo nuovo idillio con Conte, e poi ce l'ha con Guerini e Franceschini (è convinto che vogliano fargli le scarpe). Quindi ci mancava solo l'uscita ''para-grillina'' di Sassoli a far saltare i nervi già tesi. E il sasso nello stagno, da proposta ardita ma che avrebbe potuto almeno smuovere qualcosa, rischia di affondare e di essere presto dimenticato.
sassoli merkel
david sassoli ursula von der leyen