Clarissa Sebag-Montefiore per “BBC”
mia stanford per deadly fanny
Il nuovo spettacolo “Blak Cabaret” sarà presentato al “Sydney Festival” da domani al 25 gennaio, poi andrà in scena al “Malthouse Theatre” di Melbourne. La domanda da cui parte la drag queen Torres Strait Islander, accompagnata dagli “Aboriginal performers”, è: «Cosa accadrebbe se i neri invadessero i bianchi nativi australiani?». Nella storia è accaduto il contrario, i bianchi hanno invaso e introdotto il Cristianesimo. Gli aborigeni ancora fanno i conti con quella occupazione ed esorcizzano tutto con l’ironia, scelgono la commedia per rompere le barriere con gli australiani, deridere il razzismo, affrontare le ingiustizie ed educare gli ignoranti.
la drag aborigena constantina bush
Dall’inaugurale “Deadly Funny”, “stand-up comedy” del 2007, la tendenza è in crescita. Nel 1973 erano stati fatti tentativi simili con il programma televisivo “Basically Black”, ma non si andò oltre l’episodio pilota. Il pubblico australiano non era pronto a ridere del passato e con la cultura indigena. Troppo cruda e lontana.
constantina bush alle prove
Oggi la consapevolezza e l’accettazione sono aumentate, la satira è benvenuta. I comici indigeni si stanno appropriando delle forme d’arte occidentali per rafforzare il loro messaggio. L’anno scorso, dopo 40 anni, la tv australiana ha mandato in onda la vecchia serie interrotta ed è stato un successo, perché non risparmia né neri né bianchi. Le drag aborigene si prendono gioco dei loro difetti e dimostrano che gli indigeni conoscono la storia, non sono animali dello zoo. Uniscono la loro tradizione orale al cabaret e al burlesque, tengono in equilibrio allegria e tragedia. E’ un modo pacifico di invadere la terra altrui.
comici blak cabaret nakkiah lui per black comedy