Simona Orlando per Il Messaggero
Satisfaction rolling stones
Ci sono canzoni che abbiamo cantato o ascoltato fino allo stremo, mettendole a mollo nell’abitudine e smacchiandole da ogni forza, e un anniversario come i 50 anni di "(I can't get no) Satisfaction", che cade oggi, è un buon pretesto per ricordare quale impatto detonante abbia avuto nella storia non solo del rock.
I Rolling Stones celebrano con una speciale ristampa del singolo (10 luglio), contenente il master originale, quel che accadde il 7 maggio del 1965 al Gulf Motel di Clearwater, Florida, in una delle stanze da una notte per chi è sempre in viaggio e pensa che, ovunque e in nessun luogo, siano la stessa cosa.
mick jagger in costume a miami
Keith Richards si svegliò di colpo con una progressione di accordi ossessiva nella testa, la appuntò su una cassetta, si riaddormentò dimenticando di spegnere il registratore. La mattina seguente trovò inciso anche il suo russare. La fece ascoltare a Jagger che, istintivamente, ci cantò sopra la frase “I can’t get no satisfaction”, titolo non definitivo e simile a “I can’t be satisfied” di Muddy Waters coverizzata proprio in quell’anno.
linda mccartney fotografa gli stones
Tre giorni dopo entrarono al Chess Studio di Chicago, quello a cui, cinque anni prima, un Jagger qualunque aveva scritto dall’Inghilterra per chiedere dischi, e che era servito da spunto di conversazione con un Richards qualunque incontrato sulla carrozza di un treno.
mick jagger durante un concerto
Incisero il brano, con Brian Jones all’armonica, e lo completarono agli RCA Studios di Hollywood.
In fase embrionale era un pezzo folk a tempo lento, in quella definitiva il ritmo fu accelerato e il sound isterizzato. Keith immaginava quel riff fatto dalla sezione fiati, in stile soul (Otis Redding poi la rifece) invece lo suonò con il "fuzzbox", un distorsore simile a tromboni stonati che renderà per sempre “Satisfaction” riconoscibile sin dalla prima nota.
mick jagger con un fan in california
Nè lui né Jagger la ritenevano un singolo, fu messa ai voti e il mese successivo era già leggenda. Dimostrarono di essere creatori, non solo esecutori bravi a rimasticare rhythm and blues. Prima di diventare il contenitore di mille significati, “Satisfaction” ebbe il merito di sturare le loro menti e di consacrare definitivamente i “gemelli luccicanti” per come li conosciamo.
Non erano note quelle. Era il fiammifero gettato addosso ad una generazione cosparsa di benzina. La tensione latente dei giovani insoddisfatti esplose. Questo era il suono del ribaltamento, di un nuovo stile di vita. Gli Stones erano oltraggiosi e osceni, incarnavano il dissenso, la protesta, abbattevano le diversità sessuali e di classe.
keith richards e mick jagger
Jagger indossava fusciacche e improbabili calzamaglie, ancheggiava come una donna vogliosa, si truccava. La band non era mai allusiva, ma schietta, trascinante, carnale. Quando Mick cantava “Satisfaction” non utilizzava solo la voce, ma un vasto apparato non verbale fatto di singhiozzi, sospiri, grida, grugniti. Seduceva il pubblico, lo convinceva ad unirsi nella liberazione.
FOTO DAL LIBRO THE ROLLING STONES BY JIM MARSHALL GALLUCCI EDITORE
Bandito qualsiasi romanticismo o rima a buon mercato: il mondo giovanile non cercava i toni sommessi, voleva il volume. Il suono aggressivo e lancinante della chitarra distorta invitava il pubblico a un rito tribale d’iniziazione ad una nuova epoca. Frantumavano il passato per specchiarsi nel presente, e il rumore dei vetri non era gentile, non era una crepa che impercettibilmente si allungava col tempo, ma un botto assordante.
Si distruggeva, creando una nuova coscienza. Perciò Coppola mise in “Apocalypse Now”, capolavoro sulla guerra in Vietnam, la scena allucinata chiamata sul copione “Satisfaction”: mentre la canzone andava alla radio, il giovane Mr. Clean ballava e Lance sciava sulle acqua del Mekong. Follia pura quella a cui i giovani erano stati condannati. Follia l’unico modo per vivere se stavano per morire.
FOTO DAL LIBRO THE ROLLING STONES BY JIM MARSHALL GALLUCCI EDITORE
FOTO DAL LIBRO THE ROLLING STONES BY JIM MARSHALL GALLUCCI EDITORE
Nonostante il clamoroso successo, tutt’oggi Richards sostiene che “Satisfaction” lo turba, gli lascia l’indefinibile sensazione di qualcosa di irrisolto. E’ un giro blues a cui manca la cadenza finale, provocando un senso d’incompletezza nell’orecchio di chi ascolta. Quando Jagger ripete in crescendo “and I try” è come se l’atto di “provare” a cambiare fosse la soluzione a qualsiasi insoddisfazione. Alchimia divina. Questa forza subliminale è un incantesimo che durerà più di cinquant’anni.