Federico Cella per www.corriere.it
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«Oggi il mondo sta diventando un computer. L’informatica sta diventando connessa al mondo, in ogni parte della nostra vita quotidiana». Ha esordito così Satya Nadella, amministratore delegato di Microsoft, nel suo discorso nell’aula magna dell’università Bocconi di fronte a una platea di un migliaio di persone tra cui 150 manager di altrettante aziende italiane. Era stato nominato a capo dell’azienda, nata nel 1975 e che ha portato i personal computer in milioni di case, da poche settimane quando per la prima e unica volta Nadella era venuto in Italia.
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Da allora l’azienda che dirige – terzo ad nella storia della multinazionale dopo Bill Gates e Steve Ballmer -, è cambiata molto, sotto la sua guida illuminata che ha portato il marchio di Windows e Office ad aprirsi verso tutti, concorrenti (ex tali) compresi. E il mercato gli ha dato ragione, con Microsoft che dalle pastoie del fallito approccio al mobile è passata in 5 anni a entrare nel ristretto club di aziende che hanno superato i 1000 miliardi di capitalizzazione, magia economica riuscita finora solo ad Amazon ed Apple tra i colossi tech.
La visione di fondo di tutto il suo discorso si riassume con il concetto di «tech intensity», quell’immersione nel digitale della società non solo a livello quantitativo ma con le competenze e le capacità di ogni soggetto per creare la propria filiera tecnologica. Basata sulla fiducia: fiducia nella tecnologia, e nell’avere un partner il cui modello di business è allineato al proprio. «Non vogliamo che i soggetti con cui lavoriamo siano dipendenti da noi ma che possano diventare indipendenti grazie a noi».
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La base di questa trasformazione digitale, nelle parole di Nadella e negli obiettivi di Microsoft, è il cosiddetto intelligent cloud, la nuvola di servizi per aziende, associazioni e scuole che sfrutta software di intelligenza artificiale. Capaci di adattarsi alle esigenze di ogni realtà coinvolta «fino ad arrivare al livello di un’intera nazione».
Obiettivo: fornire gli strumenti per migliorare il mondo
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Microsoft è in Italia da 35 anni, una presenza fisica che man mano è entrata nel tessuto sociale, e non solo in quello produttivo (con il traguardo di oltre 10 mila aziende partner). «E’ quindi molto forte in noi l’idea di voler contribuire allo sviluppo e all’innovazione del Paese», spiega Silvia Candiani, general manager di Microsoft Italia che ha introdotto Nadella. «Vogliamo portare e diffondere le nostre competenze sulla trasformazione digitale, e farlo a vari livelli».
Empower every person and every organization on the planet to achieve more (dare potere ad ogni persona e ad ogni organizzazione sul pianeta per ottenere di più) è il mantra che si legge ovunque nella sede di Redmond, un modello di business intelligente che segue una frase di Bill Gates spesso riportata da Nadella stesso: «Per ogni dollaro che guadagniamo deve esserci un corrispettivo di almeno 5-10 dollari guadagnati fuori dall’azienda, nella società. Vogliamo rendere democratico l’accesso alla tecnologia».
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Ecco la filosofia dietro Ambizione Italia, il progetto di formazione sul digitale sviluppato da Microsoft con diversi partner con l’obiettivo entro il prossimo anno di coinvolgere oltre 2 milioni di studenti e professionisti e fornire le nuove competenze digitali a mezzo milione di persone. Lanciato lo scorso autunno, il Microsoft Innovation Summit è stato l’occasione per lanciare gli accordi per finalità di formazione con Tim, Poste Italiane ed EY, oltre che con Borsa italiana.
Il focus sulle scuole
La mattinata di Satya Nadella, appena arrivato dalla Svezia dove ha inaugurato un nuovo datacenter eco-sostenibile, è stata dedicata a incontrare alcune realtà che hanno partecipato ad Ambizione Italia. Imprese, startup, ong. E anche alcuni studenti delle 37 scuole italiane che attraverso Fondazione Mondo Digitale hanno lavorato sugli strumenti Microsoft per progettare il futuro. Sei ragazzi tra i 15 e i 17 anni, studenti di Istituti Tecnici di Civitavecchia, Poggiomarino e Brindisi hanno mostrato al manager tre prototipi di robot che sfruttando software di machine learning dovrebbero aiutare nello sviluppare sensibilità verso l’ambiente (EcoAssistant) e l’inclusione (i progetti Easy Talk e PabloBot).
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L’importanza del Cloud
Arrivato sul podio della Bocconi, Nadella ha spiegato in un discorso dal forte impatto economico opportunità e buone pratiche di quelle piattaforme Microsoft che definisce «i nostri mattoni per costruire il futuro». Azure, prima di tutto, il servizio appunto di cloud intelligente per gestire un domani iperconesso, con i 50 miliardi di oggetti smart – dalle auto ai semafori, dalle macchine agricole a quelle del caffè – che saranno attivi nel mondo entro il 2020.
L’esempio di partener italiano portato da Nadella è di quelli grossi: Tim, il principale provider del Paese, che sfruttando gli strumenti di intelligenza artificiale analisi dei dati messi a disposizione da Microsoft vuole arrivare a costruire un nuovo tipo di rapporto con i propri clienti, e offrire soluzioni personalizzate. Poste italiane sono invece l’altro grande esempio di collaborazione con una big italiana per illustrare Dynamics 365 e Power Platform.
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I due pacchetti di software per la gestione aziendale sono raccontati da Nadella come il mezzo attraverso cui traghettare il colosso italiano verso il digitale e permettere di competere in un mercato sempre più agguerrito. Nel progetto di valorizzazione delle risorse interne verranno coinvolti 134 mila dipendenti di Poste.
Realtà mista e Microsoft 365
Delle soluzioni che spingono il business verso il digitale fanno parte anche gli Hololens 2, i visori di Microsoft per la mixed reality con finalità professionali. Qui si parla del progetto di Natuzzi, marchio pugliese di arredamento, che la scorsa settimana ha aperto il primo augmented store a New York. Si “naviga” tra divani e cucine virtuali, cambiando colore o disposizione con un “clic”. Un soggetto pubblico come Inail, infine, è il “caso” esposto dal manager naturalizzato americano per raccontare del pacchetto Microsoft 365, di cui l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro è stato una delle prime realtà pubbliche italiane a dotarsi.
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La prima banca d’Italia «cloud native»
Un quarto esempio di campioni italiani del digitale Nadella lo porta con Illimity, «la prima banca in Italia e tra le prime in Europa ad essere cloud native e tra le piu’ orientate ad usare le nuove tecnologie basate sui dati anche per la valutazione del credito e degli investimenti» come ci ha raccontato il suo fondatore e amministratore delegato, Corrado Passera. «illimity è specializzata nell’accompagnare le imprese che hanno un potenziale ancora inespresso di crescita. Per costruire delle solide partnership mettiamo a loro disposizione non solo competenze bancarie e industriali, ma anche le più avanzate tecnologie di data analytics, machine learning e artificial intelligence. Con vantaggio per entrambi».
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Le clausole del patto di fiducia
Rapporti di fiducia e collaborazione che sono alla base della cosiddetta industria 4.0 e del cloud intelligente che supporta questa rivoluzione. Per questo, ha continuato Satya Nadella, alla base deve esserci il concetto di fiducia. Che secondo il manager deve passare attraverso tre aree. La difesa della privacy, «un diritto fondamentale per ogni essere umano ed è il motivo per cui siamo sostenitori entusiasti del Gdpr europeo», il pacchetto di regole per la difesa dei dati dei cittadini che il 25 maggio scorso ha compiuto un anno dall’approvazione. Quindi la cybersicurezza, «la sfida centrale di questa era basata sul cloud computing». Infine, l’approccio etico all’intelligenza artificiale, il cui sviluppo deve avvenire in modo del tutto responsabile.
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«Dobbiamo assicurarci che la tecnologia non crei soltanto crescita economica, ma deve poter sostenere una crescita equa, in cui nessuno viene lasciato indietro», ha aggiunto Nadella. «I progetti che ho visto qui stamattina degli studenti usano tutti l’intelligenza artificiale per l’inclusione, con finalità etiche e sociali. È nostra la scelta di come usare la tecnologia». E poi ha concluso: «Non mi illudo che Microsoft o qualunque altro soggetto possano fare questo da soli. Ma credo fortemente che abbiamo un ruolo importante da giocare. Questa comunità digitale, anche qui in Italia, questa generazione può e deve fare la differenza».