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Filippo Facci per “Libero quotidiano”
Dite a Saviano (scrittore che pensa che uno scrittore non debba ricevere querele, anche se lo scrittore fosse solo un giornalista che ha messo degli articoli in un libro) e dicevamo: dite a Saviano (che fu querelato nel 2020 da Giorgia Meloni e che dice che la prima udienza è stata fissata velocemente già nel 2022) e insomma: dite a Saviano che le sole querele che corrono ufficialmente più veloci sono quelle intentate dai magistrati, come prevede la circolare del Csm n. 5245 (11 giugno 1981) che ne teorizza «la trattazione più sollecita».
ROBERTO SAVIANO GIORGIA MELONI
Dite a Saviano, per fare un esempio, che Antonio Di Pietro querelò un'intervista del 5 febbraio 1997 e il rinvio a giudizio fu il 3 aprile successivo, ossia due mesi dopo, non due anni. Dite a Saviano che, in data 12 gennaio 2011, fu lui a querelare due articoli del quotidiano Liberazione (sostenevano che lo «scrittore» si era inventato una propria telefonata con Felicia Impastato, madre di Giuseppe, vittima di mafia) e che la decisione sul rinvio a giudizio fu il 6 luglio 2012, solo un anno a mezzo dopo, e che la decisione d'Appello fu il 21 gennaio 2013, fanno due anni per due gradi di giudizio.
SAVIANO MELONI
Il problema è che Saviano li perse entrambi: archiviazione in primo e secondo grado. Dite quindi a Saviano che il suo status, ora, è quello di «scrittore» condannato per plagio, querelante fallito e rinviato a giudizio come diffamatore.