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    SAVIANO TORNA SUL LUOGO DEL DELITTO: NAPOLI. E LO FA CON L’UOMO GIUSTO: ADRIANO SOFRI


     
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    Andrea Postiglione per "Il Fatto Quotidiano"

    Roberto Saviano? Quello c'ha le palle! Aspetta, aspè, mò comincia a parlare, fammi sentire!". Dopo una giornata passata a preparare caffè e stappare birre e crodini, Lino si ferma qualche minuto. Il bar dove lavora è a pochi passi dal palco allestito nella piazzetta di fronte alla libreria Feltrinelli, dove Roberto Saviano sta presentando il suo ultimo libro, "Zero, Zero, Zero", insieme ad Adriano Sofri e Concita Sannino.

    Roberto SavianoRoberto Saviano

    Davanti a lui qualche centinaio di persone accalcate in spazi ristrettissimi per assistere a quello che in molti considerano un evento: sette anni dopo Saviano è tornato a Napoli e Lino, il camice ancora addosso, vuole sentire cosa ha da dire.

    Se c'è qualcosa che sembra essere cambiato anni dopo Gomorra e l'addio (ora arrivederci) di Saviano a Napoli è il sentimento dei napoletani nei suoi confronti. Che sta nel fragoroso e lungo applauso con cui gli spettatori hanno salutato lo scrittore appena salito sul palco.

    Roberto SavianoRoberto Saviano

    Un applauso che, da solo, è riuscito a spazzare via l'ansia e la paura che ancora ieri diceva di provare all'idea di tornare nella sua città. "Manca il fiato" ha detto commosso guardando la folla, prima di cominciare a parlare del suo libro. "Ho immaginato molte volte questo momento - ha aggiunto - In questi anni ho sofferto molto l'essere considerato un morbo di questa terra. Sempre con la solita cantilena: perché parli sempre del male e mai del bene? Io non avrei potuto scrivere del male se non ci fosse la luce. Volevo tornare qui con le parole, essere protetto da loro e dai lettori". E sono almeno trecento quelli che circondano il palco.

    COPERTINA DEL LIBRO DI ROBERTO SAVIANO - ZERO ZERO ZEROCOPERTINA DEL LIBRO DI ROBERTO SAVIANO - ZERO ZERO ZERO

    Sette anni dopo, anche l'antipatia di chi ancora lo accusa di essersi arricchito speculando su Napoli, pare aver lasciato spazio a un sentimento di indifferenza - di quanti neppure si affacciano al balcone per sentirlo - o di compassione per "un ragazzo che alla fine si sarà pure fatto i soldi, ma cambiando in peggio la sua vita". A restare sempre uguale a sé stessa, invece, è proprio Napoli.

    Adriano SofriAdriano Sofri

    Rispetto al 2006 non ci sono più le montagne di monnezza sui marciapiedi, il lungomare è chiuso al traffico, e in mare sono parcheggiati i catamarani dell'America's Cup. Nel 2013 Saviano a Napoli può pure tornare per presentare un libro, ma solo in condizioni di estrema sicurezza. Per passeggiare libero "insieme ai giovani di Napoli", come De Magistris sognava in campagna elettorale ancora no. E a giudicare anche da come le cose vanno tra i due, ci vuole tempo.

    Ieri, dopo una serie ripetuta di battibecchi a mezzo stampa - ultima puntata, un articolo pubblicato ieri sulle pagine di Repubblica in cui lo scrittore spiegava 'dove ha sbagliato De Magistris' -, il sindaco ha chiesto a Saviano di passare a Palazzo San Giacomo prima della presentazione del libro, e magari di lavorare insieme per il bene della città. Un invito - l'ennesimo - caduto nel vuoto.

     

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