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    “COSA HO FATTO, COSA HO FATTO” - JESSICA NOVARO, LA RAGAZZA UCCISA DALL’EX AMANTE DELLA MADRE A SAVONA, NON È MORTA PER FARLE DA SCUDO! - L’UOMO, CORRADO TESTA, UN AGRICOLTORE DI 56 ANNI, HA ESTRATTO LA PISTOLA, L’HA APPOGGIATA SUL SUO SENO E POI HA PREMUTO IL GRILLETTO. POI, QUANDO HA CAPITO COSA AVEVA APPENA FATTO, SI È PUNTATO L’ARMA ALLA TEMPIA E SI È SUICIDATO – VOLEVA PUNIRLA PERCHE' PENSAVA CHE FOSSE STATA LEI A CONVINCERE LA MADRE A LASCIARLO


     
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    jessica novaro jessica novaro

    Agostino Gramigna per il “Corriere della Sera”

     

    All'inizio si pensava che Jessica Novaro si fosse frapposta tra il corpo di sua madre e la pistola impugnata dall'assassino che ha sparato. Per farle da scudo. Ma la realtà è diversa: lui ha estratto la pistola, l'ha appoggiata sul seno di Jessica e poi ha premuto il grilletto. Il proiettile è fuoriuscito, più in basso, dal fianco sinistro.

     

    omicidio suicidio a vellego omicidio suicidio a vellego

    Jessica aveva 29 anni ed è morta dopo essersi trascinata fuori casa in cerca di aiuto. Soffriva di una patologia relativa alla scarsa coagulazione del sangue: l'emorragia l'ha stroncata nei pochi minuti che le hanno permesso di aprire la porta, raggiungere una piazzetta e gridare. Con dietro sua mamma, Maria Donzella, che aveva avuto una relazione con il suo assassino, Corrado Testa, agricoltore di 56 anni che dopo aver colpito la donna ha puntato l'arma alla tempia e si è suicidato (alcuni testimoni riferiscono che avrebbe più volte esclamato «cosa ho fatto, cosa ho fatto»).

     

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    I due corpi senza vita giacevano a pochi metri di distanza. Così si è presentata la scena ai vicini, allarmati dalle urla e dagli spari. Maria e Corrado vivevano in una palazzina a tre piani a Vellego, frazione del comune di Casanova Lerrone, in provincia di Savona. Jessica abitava al piano di sotto, con i nonni materni. Un omicidio-suicidio che arricchisce la nutrita casistica dei femminicidi. Perché anche se la vittima non aveva un legame «diretto» con l'assassino è in questo contesto che si è sviluppato il delitto.

     

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    Il rapporto tra Maria e Corrado era finito a settembre, tra litigi e minacce. Testa non tollerava la piega che aveva preso la sua vita. E nella sua mente aveva una solida convinzione: che quella piega fosse stata modellata da Jessica. Agli inquirenti è stata la madre a far capire che sua figlia non voleva l'unione con Corrado. E che più di una volta i due avevano battibeccato. Tuttavia negli ultimi tempi Corrado si era dato una calmata. Per questo, ha confidato la donna a chi la interrogava, lei non aveva mai denunciato le minacce ricevute. «Proprio non riesco a dare una spiegazione ai terribili attimi che mi hanno portato via per sempre mia figlia».

    Jessica Novaro casa Jessica Novaro casa

     

    Il tenente-colonnello Massimo Ferrari, comandante della compagnia dei carabinieri di Alassio, conferma l'assenza di denunce o segnalazioni. Per ora gli inquirenti stanno vagliando la possibile premeditazione e valutando l'arma del delitto, una pistola calibro 9 (un modello poco «comune», in uso alle forze dell'ordine), custodita dall'assassino irregolarmente. Corrado Testa era un grande appassionato di caccia. Aveva un figlio avuto da Daniela Giordani, una signora morta dieci anni fa in un incidente agricolo mentre era con lui.

    Jessica Novaro Jessica Novaro

     

    Maria Donzella lavora in un hotel di Alassio. In passato aveva sposato Sergio Novaro. Coincidenza: anche lui è deceduto dieci anni fa. Jessica era invece impiegata come cassiera in un supermercato di Borghetto Santo Spirito. Una donna allegra, vivace, così viene descritta da chi l'ha conosciuta. Una vicenda drammatica, violenta. Con donne (vittime) al centro. Secondo i dati dell'ultimo rapporto Eures sul femminicidio in Italia, l'incidenza del contesto familiare ha raggiunto nel 2020 un valore record: 89 per cento.

     

    D'altro canto, solo negli ultimi tre anni sono 215 le donne uccise da uomini. Come quella ferita a morte all'alba di ieri in una villa a Pescia Fiorentina, frazione del comune di Capalbio dove un uomo ha accoltellato sua moglie tra petto e basso ventre. Aveva 32 anni. Mentre più a sud, ad Altavilla Silentina (Salerno), i carabinieri arrestavano un cinquantenne. È accusato di aver ucciso il 5 marzo scorso Snejana Bunaclea, 43 anni, badante di sua madre. Avrebbe soffocato la signora Bunaclea e poi cercato in mille modi di depistare le indagini. Agli occhi dell'uomo, fanno sapere gli inquirenti, la «colpa» della badante di sua madre era quella di non voler accettare le sue avance.

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