Paolo Tomaselli per il “Corriere della Sera”
barella dopo il gol al belgio
Tutti abbracciano Spinazzola nel salone da pranzo di Coverciano, ma c'è un problema perché Leo è madido di sudore: qualcuno ci scherza, altri non ci fanno caso, Nicolò Barella, un po' per ridere e un po' per rendersi utile, prende due salviette e asciuga il viso del compagno che si muove tra le tavolate con le stampelle.
ITALIA BELGIO - CIRO IMMOBILE SI RIALZA DOPO IL GOL DI BARELLA
Perché se c'è da fare qualcosa in più, «Bare» è sempre in prima fila, se c'è da fare un salto di qualità lui si fa trovare pronto, se c'è da crescere e da trascinare lui è lì davanti. A tirare la carretta.
barella spot ministero del turismo
L'espressione non è casuale, perché è quella utilizzata da Gigi Buffon dopo l'eliminazione choc al primo turno del Mondiale 2014 («Sono sempre i soliti vecchi a tirare la carretta»). E invece adesso il motore dell'Italia ha quella benzina verde che non ti lascia mai per strada, ha tre under 25 che decidono le partite (Donnarumma, Chiesa e appunto Nicolò), ha la fame dei giovani e la testa dei senatori, spesso racchiuse nella stessa persona: se Chiellini sembra un ragazzo nel corpo di un difensore dalle mille battaglie, il 24enne Barella ci mette maturità, intensità ma anche quel pizzico di follia che fa la differenza: sintesi normale per uno che è nato il 7 febbraio, come Dickens e Vasco.
BARELLA
Per gli inglesi del Times, la sua irruzione nell'area belga, che ha portato in vantaggio gli azzurri venerdì nella notte dell'Allianz Arena «è quella di una volpe che riesce a infilarsi nelle sbarre di una cancellata»: scaltro, sfuggente, dall' assoluta padronanza tecnica, Barella, è uno dei simboli dell'Italia che non ha bisogno di centimetri per fare breccia nel cuore delle difese avversarie e di questo Europeo.
Terzo azzurro dopo Donnarumma e Insigne nelle ricerche online dei tifosi, Nicolò è cresciuto nella scuola calcio di Gigi Riva, in gol assieme a Pietro Anastasi nella finale-bis con la Jugoslavia, che nel 1968 ha dato agli azzurri l'unico titolo continentale della loro storia: un filo sottile, ma d'acciaio, che collega il più grande bomber della storia dell'Italia (35 gol) al primo sardo capace di segnare in una fase finale di un grande torneo. In azzurro per Barella i gol sono già 6, del resto Mancini all'inizio del percorso con lui era stato chiaro: «Devi segnare di più».
GOL BARELLA ITALIA OLANDA
Decisivo nella vittoria chiave della Nations League ad Amsterdam contro l'Olanda - con un inserimento di testa perfetto su cross di Immobile - «Barellino» contro il Belgio ha scaricato le tossine della partita con l'Austria, nella quale non si era espresso sui suoi livelli: la concorrenza dell'ultimo arrivato Pessina, già autore di due reti, la sfida a distanza con il fratellone Lukaku e la grande ambizione che lo ha portato a essere, secondo Jorginho, «il miglior centrocampista italiano, ma della serie A», hanno riacceso l'interista, plasmato nelle ultime due stagioni da Conte nell'Inter e dal Mancio in Nazionale. Fino a diventare un pezzo unico.
GOL BARELLA ITALIA OLANDA
Giovane papà di tre bambine, con una moglie di sette anni più grande, ex modella ma appassionata di motocross, un bulldog di nome LeBron come il suo idolo cestistico, Barella non ha nel suo vocabolario il verbo «fermarsi».
barella con la moglie e le figlie
Non a caso è l'azzurro che negli ultimi 12 mesi, del tutto anomali, oltre a collezionare vini pregiati, ha messo insieme più presenze: 69. Wembley merita un ultimo sforzo, possibilmente doppio.
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