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    SCACCO ALLA "REGINA DEL NOIR" SVEDESE - LA SCRITTRICE DI THRILLER CAMILLA LACKBERG È ACCUSATA DI NON AVER SCRITTO ALCUNI DEI ROMANZI CHE PORTANO LA SUA FIRMA - LA SCOPERTA È STATA FATTA DA UN GIORNALISTA CHE HA ANALIZZATO I SUOI TESTI TRAMITE UN PROGRAMMA DI INTELLIGENZA ARTIFICIALE: "I RISULTATI SONO CHIARI: DUE LIBRI SI DISTINGUONO DAGLI ALTRI. È PROBABILE CHE LÄCKBERG ABBIA UN GHOSTWRITER" - LEI SI DIFENDE DALLE ACCUSE, MA IL SUO "DONNE CHE NON PERDONANO" È SIMILE AD ALTRI LIBRI PUBBLICATI DAL SUO STESSO EDITOR…


     
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    Estratto dell'artiocolo di Velia Alvich per il "Corriere della Sera"

     

    […] la celebre scrittrice di thriller Camilla Läckberg sarebbe colpevole di non avere scritto alcuni dei romanzi che portano la sua firma. In questo crimine letterario, l’autrice ha un complice: Pascal Engman, il suo fedele editor. La scoperta, che mette in difficoltà l’autrice da 30 milioni di copie vendute in tutto il mondo, è stata fatta da un detective e dal suo assistente […]: l’intelligenza artificiale e Lapo Lappin, un giornalista svedese.

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    È stato l’algoritmo a mettere insieme gli indizi, cioè il modo in cui sono usate le parole nei romanzi «incriminati». Un’analisi stilometrica che sarebbe stata quasi impossibile senza l’aiuto della tecnologia. Così, il giornalista si è messo davanti a un computer per dare una risposta ai sospetti che ormai tormentano la scrittrice dei bestseller da anni. […] «I risultati sono diventati chiari: due libri si distinguono dagli altri. È probabile che siano stati scritti da qualcun altro. Läckberg ha un ghostwriter».

     

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    […] La certezza che proprio il collaboratore della donna sia l’autore di alcuni romanzi è arrivata dopo una seconda analisi, questa volta fatta da Java Graphical Authorship Attribution Program (Jgaap). Ecco la conferma: esiste una somiglianza più che sospetta fra Donne che non perdonano di Läckberg e i gialli che lo stesso Pascal Engman ha pubblicato in passato. Il sospetto rimane per altri testi, la certezza solo per uno. E non si può dire che sia la tecnologia a sbagliare. Già il software aveva risolto un altro mistero: dietro i titoli di Robert Galbraith si nascondeva l’autrice di Harry Potter, J.K. Rowling.

     

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    Le analisi dello stile inchiodano la «regina del noir», che cerca di difendersi dalle accuse. In un post su Instagram, Läckberg lamenta una differenza di trattamento all’estero e in patria: da un lato elogi, dall’altro le accuse dei commentatori letterari svedesi, che lei definisce «avvoltoi della cultura» o, letteralmente, «piccoli gnomi», usando un’espressione svedese. «Quello che sfugge è che uno scrittore dovrebbe essere prima di tutto un narratore». […]

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    E sulle sue pagine è arrivata anche la smentita dello stesso Engman: «Il compito di un editor è quello di lavorare con il testo dell’autore in vari modi. Per essere chiari, respingo le insinuazioni con forza». […]

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