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    SCANDALO ALL'OLIMPIADE DI LONDRA 2012: 91 ATLETI USATI COME CAVIE - L’INCHIESTA DEL "DAILY MAIL" - L’AGENZIA GOVERNATIVA "UK SPORT" HA PROVATO SU 91 ATLETI DI ALTO LIVELLO IL MISTERIOSO "DELTAG", NON PROIBITO PERCHÉ MAI STUDIATO DALL’ANTIDOPING, MA DAI PESANTISSIMI EFFETTI COLLATERALI. IL TEAM BRITANNICO VINSE 65 MEDAGLIE…


     
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    MARCO BONARRIGO per il Corriere della Sera

     

    SCANDALO ALL'OLIMPIADE DI LONDRA 2012: 91 ATLETI USATI COME CAVIE SCANDALO ALL'OLIMPIADE DI LONDRA 2012: 91 ATLETI USATI COME CAVIE

    Lo scoop Il quotidiano inglese Daily Mail ha recuperato e pubblicato ieri i «contratti» secretati siglati da Uk Sport, l'agenzia governativa britannica per lo sport olimpico, e 91 atleti per l'assunzione di un prodotto sperimentale a base di chetoni in vista dei Giochi olimpici di Londra 2012

     

    Non vietato Il prodotto non era proibito ma Uk Sport addebitava agli atleti ogni responsabilità in caso di positività o problemi per la salute, poi presentatisi (sotto forma di nausea e vomito) in molti casi Oxford Sviluppati a Oxford per l'esercito Usa, molto costosi, i chetoni sono prodotti sintetici che ridurrebbero il consumo delle scorte energetiche dell'organismo e la produzione di acido lattico.

     

    Ma gli studi che confermerebbero la loro efficacia sono una minima parte degli oltre 500 effettuati Tra il 2011 e il 2012, Uk Sport, l'agenzia governativa britannica per lo sport olimpico, utilizzò 91 atleti di altissimo livello come cavie per sperimentare un prodotto chimico non in commercio e con pesanti effetti collaterali.

     

    SCANDALO ALL'OLIMPIADE DI LONDRA 2012: 91 ATLETI USATI COME CAVIE SCANDALO ALL'OLIMPIADE DI LONDRA 2012: 91 ATLETI USATI COME CAVIE

    Lo scopo? Dominare i Giochi di Londra. Nell'accordo con gli atleti, secretato, ciascuno di loro si assumeva ogni potenziale rischio per la salute e in caso di positività al doping. Esploso ieri grazie a una meticolosa inchiesta del Daily Mail , il «caso DeltaG» rischia di sbriciolare la reputazione dello sport inglese e di macchiare la memoria di Olimpiadi trionfali. DeltaG non era in vendita: nessuno ne aveva autorizzato l'uso commerciale.

     

    Non era proibito perché non era mai stato studiato dall'antidoping, non si sa se migliorasse le prestazioni (cosa che non è chiara nemmeno oggi, dopo decine di studi) ma di certo provocava gravi malesseri: il 40% delle «cavie» vomitava o aveva problemi di stomaco, nel 28% dei casi così forti da far sospendere immediatamente l'assunzione. I cronisti hanno scoperto che il magico beverone conteneva chetoni sintetici, composti organici ritenuti «miracolosi» nel migliorare l'utilizzo di energia da parte dell'organismo e studiati segretamente nei laboratori militari americani.

     

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    Ciascuna «cavia» firmava un documento con cui si impegnava a non divulgare nulla sull'esperimento, a farsi carico degli eventuali rischi per la salute e addirittura di eventuali problemi con i controlli antidoping. «Uk Sport - si legge in un "contratto" recuperato dal quotidiano - non può garantire o assicurare che gli estratti di chetone siano completamente a norma rispetto al Codice mondiale antidoping ed esclude ogni sua responsabilità in caso di positività».

     

    Rassicurando però le «cavie» (con un passaggio eticamente micidiale) sul fatto che «le variazioni della chetosi dell'organismo sono fisiologiche e quindi l'assunzione è difficile da riscontrare e dimostrare in eventuali controlli post gara e il prodotto al momento non è proibito».

     

    Il progetto DeltaG era nato nell'ambito di un programma governativo «per portare a livelli di forma altissimi i britannici e massimizzare il numero di medaglie»: gli inglesi ne conquistarono 65, garantendosi il terzo posto nel ranking per nazioni. Ieri Uk Sport ha cercato di parare il colpo senza grandi risultati: «Il nostro era un progetto di ricerca e innovazione condotto in linea con i più elevati standard etici, nell'ambito delle regole dello sport internazionale e valutato da un gruppo consultivo indipendente di esperti». I nomi dei 91 «chetonici» non sono stati resi noti ma British Cycling, che dominò in maniera quasi imbarazzante le prove su pista e su strada del ciclismo, ha confermato che «molti dei suoi atleti usarono DeltaG nel periodo di preparazione».

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