Lettera di Andrea Scanzi a Dagospia
Caro Dago,
RENZI MACRI
guai a sottovalutarla: nella gaffe su Borges c'è tutto Matteo Renzi. Lo chiamano a fare una Lectio Magistralis a Buenos Aires, e già questo non depone a favore di Buenos Aires. Lui, che al Liceo per sentirsi importante citava al massimo i Righeira, fa spallucce, non studia e come sempre si sopravvaluta.
Poi dice ai suoi, magari a Richelieu (va be') Sensi: "Oh Filippo, cerca su Gughel (sic) qualche citazione forte, così poi faccio il figo. Eh eh eh". Il fido Sensi fa una ricerca rapida e cerca qualcosa di Borges, non perché gli piaccia Borges (meglio Jovanotti) ma perché Borges era argentino.
filippo sensi
E dunque citare un argentino in Argentina fa figo. Molto figo. Il suo capo deve parlare di amicizia, e allora Sensi digita "Borges amicizia". A quel punto gli compare "L'amicizia" di Borges. Che però non è per niente di Borges, ma è attribuita a lui da alcuni siti buontemponi.
Ovviamente Sensi, o comunque il suo staff di giannizzeri e ghostwriter, neanche si pone il problema della veridicità della poesia. E la dà pari pari a Renzi. Il quale, ancor più ovviamente, neanche si pone il problema e spara la citazione a fine intervento, dopo la solita carrellata teatrale di faccette strazianti alla Carlo Verdone.
RIGHEIRA
Risultato: l'ennesima figura da bischero, tanto per rinverdire i fasti berlusconiani. Gioiamo tutti: abbiamo un Premier così smisuratamente impreparato, megalomane e fatalmente caricaturale che, quando vuol fare lo splendido, cerca le citazioni a caso su Internet. E neanche sa usare Google. Vamos.