Lettera di Andrea Scanzi a Dagospia
ANDREA SCANZI IN FUTBOL
Caro Dago, ho letto l’articolo che hai dedicato alla stroncatura del mio romanzo “I migliori di noi” operata su RaiTre da Michela Murgia, voluminosa insegnante di religione occasionalmente scrittrice senza troppi lettori. La tua fonte, a dire il vero, non è granché sveglia. Scrive infatti: “Non risultano tweet o post della prolifica penna del quotidiano travagliato”. Non risultano a lei, o a lui, ma al resto del mondo sì, visto che mercoledì ho dedicato alla vicenda un video ironico di risposta. Lo trovi nella mia pagina Facebook.
MICHELA MURGIA
La stroncatura della Murgia è più che legittima: non piacciono a tutti Saramago e i Pink Floyd, figuriamoci un bischero come me. La ringrazio dell’attenzione. Ti dirò: tutte quelle recensioni positive, all’inizio, mi avevano preoccupato. Fortuna che poi mi hanno stroncato Il Foglio e questa versione cattocomunista di Adinolfi & Giovanardi, con i quali la nostra Audrey Hepburn di Cabras condivide pure l’apertura mentale.
Criticare nel 2016 un libro perché “ha troppe parolacce” è cosa meravigliosa. ll mio romanzo è ambientato nei bar toscani: se la Murgia li frequentasse, si spettinerebbe prim’ancora di entrarci. Al tempo dell’Inquisizione, la Murgia avrebbe probabilmente criticato le streghe perché durante le torture esageravano con gli improperi.
ANDREA SCANZI NEL VIDEO SU FASSINO
La violenza vomitata dalla Murgia nello stroncarmi è commovente. Non è però solo il fastidio snobistico della “scrittrice di professione”, infastidita perché anche i vili giornalisti scrivono romanzi e vendono più di lei (dentro il calderone ci ha messo pure l’attacco ai cantautori che vincono i Nobel, tanto per mostrarsi ancora più polverosa). E non è nemmeno l’idea vetusta – e non vorrei autobiografica - secondo cui gli scrittori debbano essere rigorosamente brutti come la morte e passionali come una mietritrebbia.
MICHELA MURGIA
L’intemerata della Murgia è puramente personale e non ha nulla di letterario. Da anni mi attacca (senza mai essere ricambiata: finalmente la rendo felice) reputandomi “maschilista”, ad esempio perché le diedi torto quando sosteneva puerilmente che Fabri Fibra scrivesse testi sessisti. La Murgia ha proprio la fissa per il sesso e le parolacce, un po' come le comari di Bocca di Rosa. Ci tiene proprio a essere una Giovanardi di quasi-sinistra, o magari una Adinolfi un po’ meno maschile.
Peraltro, nove anni fa, era una delle più grandi sostenitrici di Marione come leader del Pd: quando si dice "vederci lungo". Fa tristezza che il servizio pubblico dia in affitto uno speaker’s corner alla prima vendicativa che passa, ma in Rai abbiamo visto di peggio. E poi, nel salotto buono di Augias, una come lei ci sta benissimo: aggiunge parossismo all’anacronismo.
SCANZI
Non ho nulla contro la goffamente malmostosa Murgia. Anzi: mi ha sempre mosso simpatia. Per esempio quando, non appena si candidò in Sardegna, i sardi si finsero curdi pur di non votarla, regalandole un risultato elettorale al cui confronto Ferrara e la sua lista antiabortista assurgono a Trump. Oppure quando provò a frequentare i talkshow, risultando più disastrosa della Picierno (immortale una sua performance ad Agorà). Se poi capita di approdare in Sardegna, scopri che è quasi impossibile trovare anima viva che parli di lei con affetto. Non vorrei stesse sul cazzo (ops: parolaccia) persino alle case editrici che la pubblicano. Io, però, le voglio bene. Solo contro tutti, ma le voglio bene.
MICHELA MURGIA
Non ti nascondo poi che le sono riconoscente: se qualsiasi cosa da me scritta piacesse alla Murgia, ci rimarrei male parecchio. Vorrebbe dire aver scritto qualcosa che non mi somiglia. Qualcosa che non mi rappresenta. Quindi mi è andata bene. Grazie, Michela.
Alla prossima.
P.S. Ho usato ironicamente la parola “voluminosa” perché, all’accusa di “sessismo” mossami dalle caricature boldrinian-parafemministe, sono affezionato.