Estratto dell'articolo di Luca De Carolis per il “Fatto quotidiano”
giuseppe conte con giorgia meloni atreju 2019 2
L’apertura di credito di Giuseppe Conte a Giorgia Meloni non è piaciuta ad alcuni 5Stelle. Di certo non a Roberto Scarpinato, senatore, già noto ai più come magistrato.
“Sono entrato nel Movimento perché ritenevo interpretasse i valori della sinistra, ma ora vorrei capire se tali valori sono effettivamente nostri” ha (sostanzialmente) detto ieri l’ex procuratore generale di Palermo, durante l’assemblea dei senatori del M5S a Palazzo Madama.
Non condivide la posizione di Conte, che il 25 aprile aveva giudicato positivamente la lettera della presidente del Consiglio al Corriere della Sera sulla festa della Liberazione e sul fascismo. “Molti punti del testo sono assolutamente condivisibili, finalmente iniziano a esserci le premesse perché questa sia una festa condivisa”, aveva detto l’ex premier.
ROBERTO SCARPINATO
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“Questo esecutivo si regge sui voti di un partito il cui leader ha mantenuto rapporti pluriennali coi mafiosi”, disse l’ex magistrato, riferendosi a Berlusconi. Invece ieri ha fatto un discorso in cui ha invocato “una visione” per il Movimento che cerca un centro di gravità permanente all’opposizione. Ma Scarpinato non è l’unico ad aver giudicato troppo gentili le frasi di Conte verso la premier.
Lo provano altri interventi nell’assemblea dei senatori, come sguardi e frasi di alcuni deputati. “Sarebbe bastato dire che la lettera è un passo avanti, ma che Meloni dovrebbe comunque fare di più” sussurrano due eletti.
CONTE MELONI
Il sintomo di un malessere nel corpaccione parlamentare, che invoca una direzione più chiara per il M5S. Per dirla come un veterano, “almeno fino alle Europee dobbiamo pensare solo a essere noi stessi, con le nostre proposte, senza preoccuparci di rincorrere questo o quello”.
Tradotto: senza per forza attaccare quasi ogni giorno Elly Schlein, e senza obbligatoriamente cercare consensi al centro. Segnali, dal Movimento dove non tira aria di lunghi coltelli. Ma dove in diversi avvertono il bisogno di riassestare la linea, anche per quanto riguarda i rapporti con il Pd. E Conte, che ne pensa?
ROBERTO SCARPINATO
Contattato dal Fatto, l’avvocato (ri)dice la sua sulla premier: “Sono contrario a quel massimalismo ideologico pregiudiziale che, di fronte a una lettera come quella di Meloni, pretende di dover dettare il testo che la presidente del Consiglio avrebbe dovuto pubblicare, o dichiara che non è mai abbastanza”. Allo stesso modo “non condivido il fatto che il tasso di democraticità di una forza politica lo debba stabilire un altro partito”.
Ma la premier ha fatto i conti con il fascismo? Conte replica: “La sua forza politica ha da tempo abbracciato un percorso democratico. Ma il fatto di non sentirmi legittimato a dare patenti di democraticità, non mi esime dal criticare duramente questo governo, le cui misure si stanno rivelando a tratti palesemente reazionarie, a partire dalla norma sui rave party in poi”.
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giuseppe conte con giorgia meloni atreju 2019
E la rotta del Movimento? “Vogliamo costruire un progetto di società che migliori la vita delle persone, nel segno della giustizia sociale e ambientale. È la nostra sfida progressista: distinguere i privilegi di pochi dai diritti di tutti”.
ROBERTO SCARPINATO