Francesca Basso per www.corriere.it
ursula von der leyen e charles michel
«Un quadro chiaro per ulteriori azioni». Questo hanno chiesto i leader Ue nelle conclusioni del Consiglio europeo del 20 e 21 ottobre e questo sollecita il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in una lettera alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, inviata lunedì sera e visionata dal Corriere.
Il presidente entra a gamba tesa e ricorda il riferimento alle «decisioni concrete» da prendere «con urgenza» incluso «un corridoio dinamico temporaneo dei prezzi sulle transazioni di gas naturale, la procedura rapida di autorizzazione, la mobilitazione di strumenti pertinenti a livello nazionale e comunitario», indicate nel paragrafo 18 oltre alla riforma del mercato elettrico menzionata nel punto 20.
Influenza sui contratti a lungo termine
ursula von der leyen e charles michel con il suo portavoce
«Per fare progressi e ottenere risultati» al consiglio Energia del 24 ottobre «serve che proposte legislativa siano prontamente presentate dalla Commissione per integrare il pacchetto del 18 ottobre» scrive Michel. «Queste misure addizionali — spiega — andrebbero presentate il prima possibile, prima del consiglio Energia» incalza. E chiede di condividere con lui «la tempistica prevista per le misure che devono essere proposte».
PRICE CAP MEME
Quello che è emerso dalle discussioni dei giorni scorsi è un sostanziale stallo perché i Paesi Ue restano divisi. La Germania resta contraria a un tetto dinamico al prezzo del gas e la Commissione continua a mostrare scetticismo nei confronti di questa misura come emerso lunedì durante una tavola rotonda con alcuni stakeholder. Reuters riferisce, citando due fonti, che la Commissione durante la tavola rotonda ha detto che «non è possibile creare un tetto massimo per il prezzo del gas che allo stesso tempo non influisca sui contratti a lungo termine o sulla sicurezza di sicurezza degli approvvigionamenti».
Il ritardo dell’Europa
charles michel mario draghi
In più la Commissione ripete che l’approccio è in due fasi e dunque che la proposta sul price cap (nel regolamento del 18 ottobre l’articolo 23 indica i principi con i paletti per la sua applicazione ma non il meccanismo) non può essere calendarizzata finché non ci sarà «l’accordo sui principi» prima di «avanzare con i dettagli». Però gli Stati membri, che chiedono il cap — sono almeno una decina, tra cui Italia, Belgio e Grecia, ampiamente sufficienti per una minoranza di blocco — prima di accordarsi sulle altre misure come gli acquisti congiunti e la solidarietà vogliono capire come sarà il tetto.
CHARLES MICHEL MARIO DRAGHI
Dalla seconda revisione del regolamento fatta circolare dalla presidenza ceca martedì, visionata dal Corriere, emerge che non c’è ancora un’intesa in vista. Praga chiede alle delegazioni degli Stati membri «alla luce del seminario sui possibili interventi sui mercati del gas legati al meccanismo di correzione del mercato tenutosi il 7 novembre (quello sugli stakeholder), di fornire indicazioni sulle prossime tappe relative agli articoli 23, 24 e 25 sul meccanismo di correzione del mercato e sul meccanismo di assegnazione».
TETTO LA QUALUNQUE - BY CARLI
Lo stesso premier Draghi, prima al Consiglio europeo informale a Praga il 7 ottobre e poi in quello formale a Bruxelles di fine ottobre, era stato molto duro con la Commissione Ue e aveva criticato il temporeggiamento: «Sette mesi di ritardo — aveva detto — ci costano una recessione». Ora c’è il rischio che anche al consiglio Energia del 24 novembre non arrivi a un’intesa.
ursula von der leyen volodymyr zelensky giorgia meloni ursula von der leyen 2