Estratto dell’articolo di Fruzsina Szikszai per www.quotidiano.net
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Scoppia il caso giudiziario sull’eredità dello stilista veneto naturalizzato francese, Pierre Cardin, a poco meno di 3 anni dalla sua scomparsa. La rivista economica d’Oltralpe Challenges ha appreso da fonti giudiziarie che è stata aperta un’indagine dopo una serie di denunce presentate dalle pronipoti di Cardin. Nel mirino il testamento dello stilista che nomina il nipote Rodrigo Basilicati come unico erede del patrimonio multimilionario. Il documento è stato ritrovato nel 2022 nella residenza parigina di Cardin dallo stesso Basilicati. “Una scoperta caduta a pennello”, nelle parole dell’avvocato Jean-Louis Rivière, che rappresenta le pronipoti.
pierre cardin e il nipote rodrigo basilicati
Rodrigo Basilicati, classe 1970 e originario di Padova, prima è diventato direttore generale del gruppo nel 2019, poi presidente nel novembre 2020, un mese e mezzo prima della morte dello zio. Il testamento che lo designa come unico erede risalirebbe al 2016, ma non ce n’è traccia nell’inventario dei beni fatto all’indomani della scomparsa di Cardin. Infatti, è stato rinvenuto solo nel 2022, e il procedimento civile sulla validità del documento è ancora in corso.
Secondo l’avvocato delle pronipoti, non si tratta di altro che un “tentativo di spoliazione dell’eredità”. Basilicati è accusato di voler bloccare la vendita dell’impero di famiglia, su cui “l’insieme degli eredi, rappresentanti dell’85%, è d’accordo”, ha affermato l’avvocato Rivière. Un patrimonio stimato tra i 750 e gli 800 milioni di euro, fatto di holding, filiali, licenze, marchi, e numerosi beni immobiliari. Basilicati, a sua volta, ha sporto denuncia per diffamazione. […]
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E mentre la guerra tra gli eredi continua, la casa di alta moda è finita anche sotto la lente dell’Unione europea per sospetta violazione delle norme antitrust. In base a una prima valutazione del caso, su cui la Commissione indaga da oltre due anni, le aziende Pierre Cardin e Ahlers avrebbero infranto le regole sulla concorrenza attraverso intese bilaterali che avrebbero favorito questa ultima limitando o impedendo le vendite su mercati esteri e a determinati clienti di vestiti della casa di moda francese da parte di altre società autorizzate. Secondo quanto si legge in una nota, il comportamento anti concorrenziale sarebbe in atto da più di dieci anni e avrebbe penalizzato altre aziende che avevano ottenuto la licenza di commercializzare i prodotti di Pierre Cardin. Se i sospetti dovessero essere confermati, le due imprese potrebbero essere soggette al pagamento di sanzioni pari fino al 10% dei loro fatturati.
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