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Andrea Bulleri per il Messaggero - Estratti
schlein conte
A Roma va in scena il grande freddo. A Firenze, le prove di disgelo. Quando si incrociano nell'aula dei gruppi parlamentari a favor di telecamere, Elly Schlein e Giuseppe Conte si salutano a malapena. Una stretta di mano fugace, sollecitata dai fotografi. E poi via, senza scambiarsi una parola. Lei più defilata, lui con un sorriso sornione stampato sul viso. L'occasione è un convegno sui «bacini idrici» e la transizione ecologica organizzato in tandem dai responsabili Ambiente di Pd e Cinquestelle, Annalisa Corrado e Gian Pietro Girotto. Ma gli occhi dei cronisti assiepati all'ingresso sono tutti rivolti agli oratori a cui sono affidate le conclusioni dell'evento, la segretaria dem e il leader pentastellato.
Di nuovo insieme dopo giorni di bordate, dalle primarie annullate a Bari (dove il candidato sostenuto dai 5S Michele Laforgia ieri ha annunciato la disponibilità a ritirarsi dalla corsa) alle accuse di «slealtà» che avevano fatto imbufalire Conte. Ci saranno, Elly e Giuseppe?
ELLY SCHLEIN E GIUSEPPE CONTE
Lei scioglie subito il dubbio e si presenta puntuale all'appuntamento, dopo una tappa alla città giudiziaria dov'è in corso il processo per la morte di Giulio Regeni.
Prende la parola e poi si siede tra il pubblico, accanto al suo "mr Wolf" Igor Taruffi, l'uomo dei dossier spinosi e delle geometrie variabili alle amministrative. Lui, invece, si fa aspettare. «Due minuti e sarà qui», rassicurano dal podio.
«Sta arrivando». Ma niente. I più scommettono sul forfait dell'ultimo minuto. Invece eccolo, trafelato ma impeccabile, cravatta e pochette d'ordinanza, arriva di corsa (nonostante sia la sede dei 5S che la sua abitazione distino non più di cinque minuti a piedi). «Saluto Elly Schlein, che vedo insieme a Taruffi, che sta lavorando in questi giorni», esordisce l'avvocato («eh sì, sta facendo gli straordinari anche per colpa tua», gli manda a dire lontano dai microfoni più di un dem).
conte schlein speranza
(...)Né per tutto il giorno seguiranno sms o altri contatti, tra i due. «Come vanno le cose tra noi? Bene come sempre, come vedete siamo qui insieme», liquida le domande la segretaria dem. Comunque più incline a cercare la tregua, in nome della strategia «testardamente unitaria». L'avvocato rassicura: «C'è stata la stretta di mano...».
Ma i suoi confermano, anche se non ce ne sarebbe bisogno: c'è maretta. Poi via, in direzioni opposte. I dem della minoranza intanto insistono: Conte deve cambiare toni. Con l'avvocato «Schlein si sta comportando bene», dice Pier Ferdinando Casini: «C'è una questione morale grande come un macigno in tutta la politica».
elly schlein giuseppe conte foto di bacco
Ma se nella Capitale va così, altrove gli sherpa sono a lavoro. A Bari Michele Laforgia (sostenuto da 5S e sinistra) annuncia di essere pronto al passo indietro: «Rimetto la mia disponibilità alla candidatura a sindaco alle forze politiche che me l'hanno chiesta. Decidano loro cosa fare». Plaude Leccese, l'uomo del Pd per il dopo Decaro. Ma dal Movimento insistono: «Auspichiamo una convergenza sul nome di Laforgia».
Segnali più incoraggianti arrivano da Firenze. Ieri negli uffici della Camera è andato in scena un vertice tra le due delegazioni: da un lato, i dem Taruffi, Davide Baruffi e il segretario toscano Emiliano Fossi, dall'altro Paola Taverna e il deputato 5S Andrea Quartini.
giuseppe conte elly schlein foto di bacco (2)
Nessuno si sbottona, ma dal Pd ostentano ottimismo: «Ci sono margini per l'intesa». Intesa che ai dem toscani servirebbe, nelle previsioni, per evitare di mandare al ballottaggio la candidata Sara Funaro (che per il suo impegno nel sociale piace a un pezzo di grillini), contro l'ex direttore degli Uffizi Eike Schmidt. Italia viva si è già sfilata. E il timore è che, se neanche gli stellati saranno della partita, il trionfo a mani basse nel fortino "rosso" non sia così in discesa. Dunque si tratta, cercando di tenere il dialogo al riparo dal gelo romano.
Gelo destinato ad acuirsi: Conte annuncerà a ore una conferenza stampa in Puglia. Dove potrebbe sancire l'addio dei 5S alla giunta di Michele Emiliano. Oppure, se non convincerà gli stellati locali a rassegnare le deleghe, imporre un aut-aut: restiamo in giunta ma chiediamo «discontinuità».
CONTE SCHLEIN CONTE SCHLEIN