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    SCHIAFFONE ALLA PRESIDENTA - SORPRESA ALLE ELEZIONI ARGENTINE: LO SFIDANTE MACRI (34,7%) PORTA AL BALLOTTAGGIO IL FAVORITO SCIOLI (36,3%), DEL PARTITO PERONISTA DELLA "CROSTINA" KIRCHNER (CHE NON LO AMA)


     
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    1. ARGENTINA: SORPRESA MACRI, PORTA SCIOLI A BALLOTTAGGIO

    Martino Rigacci per l'ANSA

     

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    Colpo di scena nella notte in Argentina: al primo turno delle presidenziali il peronista Daniel Scioli ha superato di poco il candidato del centrodestra Mauricio Macri. I due si affronteranno quindi il 22 novembre, in quello che sarà il primo ballottaggio nella storia del Paese. Al termine di una nottata che ha lasciato a bocca aperta milioni di argentini, scrutinato il 93,1% dei voti Scioli ha avuto il 36,3% distaccando di poco Macri (34,7%), il quale ha a sua volta distanziato il peronista dissidente Sergio Massa (20%).

     

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    Sul fronte dei dati, Scioli, candidato del 'Frente para la victoria', ha quindi battuto Macri: ma politicamente il grande vincitore è proprio il leader della coalizione 'Cambiemos'. E le sorprese non finiscono qui. A Buenos Aires il rappresentante del peronismo Anibal Fernandez, fedelissimo della 'presidenta' Cristina Fernandez de Kirchner, è stato battuto dalla giovane 'macrista' Maria Eugenia Vidal: sarà quindi proprio lei a governare quella che è la provincia di gran lunga più importante del paese. Dopo la chiusura delle urne si era capito che l'esito della serata non sarebbe stato come previsto da sondaggi ed exit poll.

     

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    Gli uomini di Macri si erano subito fatti avanti con la stampa per sottolineare che il loro leader e Scioli si sarebbero affrontati al 'balotaje' di novembre, fatto fino a quel momento per niente scontato. Anzi, gran parte dei sondaggi scommettevano su una vittoria secca di Scioli, che avrebbe potuto così avuto via libera sulla strada per la 'Casa Rosada' evitando il ballottaggio.

     

    Mentre i dati ufficiali tardavano, tra le crescenti proteste dell'opposizione, dal 'bunker' di Scioli emergeva solo tanto imbarazzo e qualche dichiarazione, segnale che qualcosa di serio non andava sul fronte peronista. Scioli decideva quindi di spezzare il silenzio. Intervenendo di fronte a migliaia di militanti peronisti al palazzetto dello sport del 'Luna Park', finiva di fatto per riconoscere l'ineluttabilità del ballottaggio. E assicurava di voler "tornare tra un'ora" al Luna, promessa poi non mantenuta. Qualche minuto dopo a prendere la parola era invece Macri.

     

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    "Quanto successo questa notte cambia la politica argentina", sottolineava, in mezzo alla festa dei suoi sostenitori nel bunker di 'Cambiemos'. Nel mettere in chiaro, anche se non in modo esplicito, di puntare alla 'Rosada', Macri lanciava poi un appello "agli elettori degli altri candidati" proprio in vista del secondo turno. E non solo: "Vi prometto che a partire dal 10 dicembre l'Argentina migliorerà di giorno in giorno", aggiungeva riferendosi alla data dell'insediamento del nuovo presidente, prima di ritirarsi in piena notte al ritmo di una 'cumbia' e in mezzo ad un coro di fan che urlava 'Mauricio presidente'.

     

     

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    2.L’ARGENTINA (DOPO I KIRCHNER)

    Rocco Cotroneo per il “Corriere della Sera

     

    Cala dopo otto anni il sipario sul «cristinismo», il regno di Cristina Kirchner, ma per davvero? E per quanto tempo? I corsi e ricorsi della politica in Argentina non permettono di dare nulla per scontato, nemmeno dopo i risultati delle presidenziali, che si conosceranno oggi. Oppure, come indicano alcuni exit poll, soltanto tra un mese dopo il ballottaggio tra Daniel Scioli e Mauricio Macri. Non potendo correre per un terzo mandato la Kirchner ha indicato Scioli come successore, ma non significa molto. Gli «ismi» nella politica argentina nascono e muoiono come i vitellini nelle pampas.

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    Tranne quello supremo, il peronismo, che si perpetua al potere da settant' anni, con appena qualche interruzione. Domani quindi può esserci al comando un presidente peronista che fa una politica opposta a quella del suo predecessore, il quale sventolava la stessa bandiera al momento di cercar voti.

    daniel scioli cristina kirchner daniel scioli cristina kirchner

     

    La buona campagna di Daniel Scioli, sempre in testa ai sondaggi, indica comunque che l' ambiziosa avvocata di La Plata, da studente simpatizzante montonera, poi senatrice, first lady di Nestor e infine tentativo di reincarnazione di Evita, il suo segno sull' Argentina lo ha lasciato. Dopo due mandati presidenziali c' è ancora chi si chiede se sia a posto con la testa (come il settimanale Noticias in edicola che rivela il nome dello psichiatra che l' ha in cura, per disturbo bipolare), o sostiene che la ricetta autarchica pseudo-socialista di Cristina prima o poi farà sbattere l' economia argentina contro il muro.

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    Ma non si possono negare i fatti: con un Paese a crescita zero e inflazione alta, la «presidenta» esce di scena con il 40 per cento dei consensi, molto di più delle colleghe e amiche Rousseff e Bachelet, in Brasile e Cile, tanto ammirate nel mondo. E sta accompagnando, sia pure non troppo volentieri, l' alleato Scioli alla soglia della Casa Rosada.

     

    alberto balestrini nestor kirchner daniel scioli alberto balestrini nestor kirchner daniel scioli

    I temi lasciati aperti nel post cristinismo sono molti e tali da bruciare le mani a chiunque.

    L' eredità dello Stato è pesante, si va dalle attività economiche ritornate in mano al pubblico, come aerei, petrolio e poste, ma anche il «futebol para todos», i miliardi che il governo spende ogni anno perché tutte le partite di calcio in tv siano gratis. L' abbondanza di sussidi pubblici, ad anziani e famiglie povere.

     

    C' è la pesante eredità del default, quello dei tango bonds, non ancora archiviato perché la Kirchner si è rifiutata di pagare i fondi detentori degli ultimi titoli, che hanno tenuto duro, rifiutando i concambi. Decidendo così, per pochi miliardi di dollari, di tenere l' Argentina ai margini del sistema finanziario internazionale, senza finanziamenti sui mercati. C' è poi il clamoroso caso che si avvia a diventare un mistero eterno, la morte del magistrato Alberto Nisman.

    daniel scioli daniel scioli

     

    Dei tre concorrenti alla sua successione, solo Mauricio Macri ha detto chiaro e tondo di essere una alternativa ai tre «ismi» che portano i nomi di Cristina, Kirchner e Peron. Scioli è rimasto vago, ammettendo che dovrà smussare alcuni eccessi di Cristina ma poi ieri è andato a prendersi gli stessi voti nella provincia di Buenos Aires, quelli clientelari, frutto di scambi, comprati con pacchi di pasta, promesse e minacce tra le grande classe medio-bassa.

     

    daniel scioli maradona daniel scioli maradona

    Il terzo candidato, Sergio Massa, si è definito anche lui peronista ma ha visto affievolire la sua stella nel giro di pochi mesi: un anno fa era in testa ai sondaggi in un discorso veemente contro Cristina, della quale era il capo di gabinetto. E non va dimenticato l' ultimo fattore: il prossimo 10 dicembre, giorno di insediamento, il neo presidente dell' Argentina avrà un rivale agguerrito già in campo per succedergli. Il suo nome è Cristina Kirchner.

     

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