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    SCHIFANI, A SCHIFIU FINIU – IL TEAM RONZULLI COLPISCE ANCORA! NEL GIORNO DELL'ESORDIO DEL GOVERNO REGIONALE, IL PRESIDENTE DELLA SICILIA NON HA GIÀ PIÙ LA MAGGIORANZA: ALLA PRIMA SEDUTA GIANFRANCO MICCICHÉ HA DIFFIDATO IL CENTRODESTRA A UTILIZZARE IL NOME DI “FORZA ITALIA” IN SICILIA, DI CUI, GRAZIE A “KISS ME LICIA”, DETIENE I DIRITTI IN ESCLUSIVA – L’ISOLA È UN BANCO DI PROVA FONDAMENTALE PER LA MAGGIORANZA. PER QUANTO POSSA SEMBRARE CHE IL MINISTRO DEL MARE, NELLO MUSUMECI, NON ABBIA DELEGHE NÉ PORTAFOGLI, HA, IN REALTÀ, UN INCARICO FONDAMENTALE: INTERCETTARE E DISINNESCARE LE TURBOLENZE CREATE DAL “NIGHTMARE TEAM” RONZULLI-MICCICHÈ..


     
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    Estratto dell’articolo di Claudio Reale per “la Repubblica”

     

    miccichè schifani miccichè schifani

    Nel giorno dell'esordio del suo governo regionale, il presidente della Sicilia Renato Schifani non ha già più la maggioranza: il primo vero voto in Assemblea regionale, quello per le vicepresidenze, vede prevalere Pd e Cinquestelle, che ottengono per il grillino Nuccio Di Paola la poltrona di vicario del Parlamentino dell'isola. La pronuncia arriva al termine di una seduta surreale, iniziata con la costituzione di due distinti gruppi berlusconiani: il coordinatore regionale del partito Gianfranco Micciché guida infatti una fronda contro il governatore, e così alla fine in Assemblea sono stati formalmente costituiti "Forza Italia 1" e "Forza Italia 2".

     

    A monte di tutto c'è proprio lo scontro sul governo regionale.

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    Schifani l'ha presentato ieri, quando dalle elezioni sono passati 52 giorni: ne fanno parte quattro esponenti di Fratelli d'Italia, tre forzisti, due leghisti, due assessori espressi dalla Nuova Dc di Totò Cuffaro e un autonomista. Sono però i quattro meloniani a provocare le polemiche (…)

     

    Una volta ufficializzate le nomine, però, sono iniziati i malumori, proprio a cominciare dal partito di Schifani: la giornata di ieri, così, ha preso il via con la diffida legale di Micciché, che ha rivendicato per il proprio gruppo il simbolo ufficiale del partito e ha fatto sapere di avere la benedizione di Silvio Berlusconi. (…)

     

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    Lo scontro, del resto, non è un fulmine a ciel sereno: fra Schifani e Micciché - da sempre proconsole di Berlusconi in Sicilia e artefice del cappotto del 2001, quando il centrodestra ottenne in Sicilia 61 seggi alle Politiche su 61 - non corre buon sangue da anni. Le conseguenze si sono viste già nelle settimane precedenti alle elezioni regionali: il coordinatore forzista nell'Isola è stato di fatto costretto da un altro blitz meloniano, condotto allora da Ignazio La Russa, a schierare l'attuale governatore nella corsa per la presidenza della Regione, e nonostante la pace apparente i due hanno continuato a punzecchiarsi per tutta la campagna elettorale.

     

    renato schifani renato schifani

    E così, adesso, Schifani prova a uscire dall'angolo tendendo la mano al civico Cateno De Luca, che ha eletto 8 deputati e li ha schierati finora all'opposizione: «Con lui - ha scritto in una nota pochi minuti dopo la sconfitta in aula - avremo modo di incontrarci e di confrontarci fattivamente sui problemi della Sicilia». La legislatura regionale è solo al primo giorno. Ma la crisi di una maggioranza appena nata c'è già.

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