Carmelo Lopapa per "la Repubblica"
Ora, subito, la riforma del Senato, anche accelerandone i tempi. E immediatamente dopo la legge elettorale, che andrà comunque modificata. «D'accordo, il patto Renzi-Berlusconi, ma un'intesa tra singoli non può violare la Costituzione. Così rischia di trasformarsi in legge truffa, con palesi vizi di legittimità: il Senato non sarà notaio della Camera» avverte Renato Schifani. Il Nuovo centrodestra farà la sua parte. E sulla polemica relativa al voto "inutile" non è tenero con Forza Italia: «Lo è il voto a un partito che purtroppo sarà privo di leadership da qui a breve».
Presidente Schifani, questa settimana Palazzo Madama decide. Prima l'Italicum già approvato alla Camera o la riforma dello Senato?
«L'accordo sulla riforma, raggiunto con Forza Italia, può toccare i contenuti, non il percorso. Diversamente, avremmo svuotato il Parlamento della sua autonomia. Davvero qualcuno pensa che il Senato si possa occupare di regole elettorali che interessano l'altro ramo del Parlamento prima di decidere quale sarà il suo nuovo ruolo, la sua identità, le sue funzioni?».
Vi assumerete il rischio di rallentare il cammino dell'Italicum? Per il ministro Boschi occorre un via libera definitivo entro il 25 maggio.
«Nessuna volontà dilatoria. Bisogna vedere cosa intende il ministro per via libera. Ci può essere intanto quello delle commissioni. Invitiamo alla prudenza, ma non per tirarla per le lunghe. Quando si parla di riforme strategiche, di nuove regole costituzionali, è un errore darsi scadenze troppo ravvicinate, sono regole fondamentali a presidio della nostra democrazia, guai se innescassimo una gara di velocità».
Intanto, dunque, priorità alla riforma del Senato?
«È necessario. Questo ramo del Parlamento non darà più la fiducia al governo, d'accordo, si supererà il bicameralismo. Ma sarà chiamato a un ruolo e a funzioni indispensabili. Dalle
politiche regionali al raccordo con quelle comunitarie, fino alle grandi riforme e alle nomine costituzionali. E non potranno certo occuparsene sindaci e consiglieri regionali nel tempo libero».
E chi, secondo voi?
«Proponiamo senatori eletti contemporaneamente alle assemblee regionali, in numero pari alla prevista riduzione dei consiglieri, a costi invariati ».
Ma voi puntate soprattutto a rivedere la legge elettorale, è così?
«È palesemente incostituzionale il meccanismo per l'attribuzione del premio di maggioranza: rischia di trasformare la riforma in una legge truffa. Un partito del 25 per cento può ottenere il 51 per cento dei seggi superando il 37, ma magari avvalendosi di partiti della coalizione che non raggiungono lo sbarramento: ne bastano quattro che raggiungano il 3 ma non il 4 per cento. Con i loro voti, il doppio dei seggi a un altro partito: inaccettabile. Almeno due partiti alleati dovranno partecipare alla ripartizione dei seggi, se si vorrà rendere costituzionale l'impianto. Quindi, reintrodurre preferenze e pari opportunità per le donne».
Siete già in campagna elettorale contro Fi, "inutile" il voto a loro è il nuovo slogan?
«Purtroppo Berlusconi è incandidabile e a breve sarà dichiarato interdetto dalla Cassazione. Non si vedono dietro l'angolo altri candidati premier in Fi. Noi del Ncd saremo pure piccoli, ma abbiamo un giovane leader capace, designato dallo stesso Berlusconi alla guida del centrodestra».
Firmerà la petizione Santanché per la grazia al Cavaliere?
«La grazia è prerogativa del capo dello Stato e ogni interferenza sarebbe inopportuna. Dico solo che, certo, dovendo promuovere una raccolta di firme forse sarebbe stato opportuno che a farlo fosse stata una figura diversa da chi notoriamente è stata critica se non irriguardosa nei conformi del Quirinale».