Virginia Piccolillo per corriere.it
ORAZIO SCHILLACI 6
La commissione d’inchiesta sul Covid? «Beh, qualcosa da capire c’è. Soprattutto sulla fase di approvvigionamento durante la pandemia: mascherine e altro». Il primo caffè alla buvette del Senato il neoministro della Salute, Orazio Schillaci, lo prende nel giorno in cui impazzano le polemiche sul passaggio che Giorgia Meloni ha dedicato alla gestione del Covid (la «più restrittiva» e che ha «avuto i dati peggiori in termini di mortalità e contagi», accusa la premier) e sull’auspicio di una commissione d’inchiesta che indaghi su quella gestione in cui c’era chi «non si risparmiava in corsia» e «chi faceva affari milionari». Parole definite da Enrico Letta «da brividi».
ORAZIO SCHILLACI 6
Inevitabile la domanda a Schillaci su un parere. Da tecnico, ancor prima che da ministro. Visto che lui, ex preside della facoltà di Medicina ed ex rettore di Tor Vergata, indicato da FdI, è un medico: «Nucleare, come Ferruccio Fazio», specifica lui stesso, alludendo al ministro della Salute nel governo Berlusconi IV. E il parere è favorevole. Il neoministro non scende nel merito della replica, venuta dall’opposizione, che ai dati di quel disastro ha contribuito soprattutto la performance della Lombardia, guidata dal centrodestra. «Chi lo ha detto? Il discorso è più complesso», lascia cadere.
Evitando di finire impantanato subito nelle polemiche politiche. Del resto difficilmente può essere sospettato di simpatie no vax, avendo fatto parte nel periodo della pandemia del Comitato scientifico dell’Istituto superiore di sanità e lavorando a fianco di Silvio Brusaferro. A nominarlo era stato lo stesso ministro della Salute, Roberto Speranza.
giorgia meloni in senato.
Quindi poco ha a che vedere lui con l’appello pronunciato ieri in Aula dall’ex titolare della Salute, Beatrice Lorenzin: «Cessi il conflitto tra politica e scienza». Al quale, per altro, Meloni ha replicato: «Sono d’accordo. Ma la scienza non è religione. Non c’erano evidenze scientifiche alla base dei vostri provvedimenti». Quello che intende fare Schillaci — lo dice chiaramente — è «occuparsi dei problemi concreti della Sanità». E i primi provvedimenti ai quali intende dedicarsi sono quelli, anticipa, destinati «a combattere le lunghe liste di attesa, a occuparsi dei malati oncologici e di tutto ciò che in questo momento contribuisce a rendere il sistema ingiusto». «In tutti gli indicatori internazionali attualmente appare chiaro che l’aspettativa di vita di chi ha un reddito più alto è più lunga di chi ce l’ha più basso. Cioè chi ha meno mezzi muore prima di chi può permettersi cure private. E questo è inaccettabile», fa notare il ministro-medico.
orazio schillaci
Cinquantasei anni, romano, revisore per oltre 50 riviste scientifiche internazionali, dal 2017 è presidente dell’Associazione italiana di medicina nucleare e Imaging molecolare. Da chi lo conosce è descritto come discreto, puntuale, preciso e infaticabile. Laureato nel ‘90 alla Sapienza, è primario del Policlinico di Tor Vergata oltre a essere professore ordinario e, dal 2008, direttore della scuola di specializzazione in medicina nucleare. Durante il suo mandato come rettore ha deciso di puntare «sulla qualità e l’internazionalizzazione della ricerca, anche industriale».
orazio schillaci
Poi, al momento della nomina a ministro si è dimesso. E ieri, in una lettera di saluto al suo staff, ha scritto che l’incarico di ministro «rappresenta un alto onore e può consentirmi di mettere a frutto nell’interesse di tutti i cittadini italiani l’esperienza maturata come medico, come docente e come responsabile di un ateneo importante come il nostro». «Naturalmente — ha aggiunto — la nuova responsabilità al servizio della Repubblica non mi permette di proseguire nell’impegno di rettore, ma vi assicuro che continuerò a seguire con l’attenzione e la passione di sempre la vita dell’ateneo per dare il mio sincero contributo ogni volta che mi verrà richiesto».
Orazio Schillaci