Tony Damascelli per "il Giornale"
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Il senatore porta un cappello a larga tesa, le labbra stringono una pipa, l'abito prevede anche il gilet, al suo fianco c'è un giovane dall'aspetto assai spavaldo, indossa un ampio doppiopetto su una maglia camicia e la postura è del playboy dell'epoca. Stanno entrambi appoggiati a un parapetto che si affaccia davanti a crinali non meglio definiti, grigi di terra, è il Sestriere.
È la storia degli Agnelli, il fondatore della dinastia, senatore Giovanni e suo nipote Gianni, uniti nella fotografia che riassume la storia di un sito allora sconosciuto e che ricevette il timbro di comune, il più alto d'Italia, dal regio decreto del 18 ottobre del 1934. Ma già era vivo nei sogni del senatore che aveva acquistato quelle terre per 40 centesimi al metro quadro.
Da Villar Perosa al Sestriere corre la storia della famiglia che ormai ha abbandonato il sito montano a nuovi imprenditori e che ora è passato al 100% al fondo inglese «iCON Infrastructure», ma ne conserva i racconti e le memoria di quasi un secolo.
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Gli eredi di Umberto Agnelli, la moglie Allegra e i figli e i nipoti, vi hanno ancora dimora, così i Nasi, come accadeva con i Camerana, mentre il ramo dell'Avvocato ha scelto un altro presepe, St. Moritz, preferito da Gianni e oggi dai suoi nipoti.
I 2.035 metri di altitudine non sembravano poter favorire un futuro imprenditoriale e turistico se non per gli appassionati dello sci. Il sogno del senatore era di offrire un posto ai torinesi non troppo lontano dalla città per replicare le grandi piste americane. In un viaggio in Norvegia si innamorò delle torri che ospitavano un albergo. Affidò il progetto all'ingegnere Vittorio Bonadé Bottino, lo stesso che aveva disegnato il Lingotto e Mirafiori.
agnelli sestriere
Al tempo non esistevano strade asfaltate per raggiungere Sestriere, si doveva andare su con i muli per portare il materiale necessario alle opere di edificazione. Giovanni Agnelli, il senatore, voleva un albergo e questa fu la Torre e un altro luogo di ristoro popolare, si aggiunsero tre funivie, Bottino vinse la scommessa sui tempi di costruzione, l'8 di dicembre del 1932 l'albergo fu consegnato al senatore che ricompensò l'ingegnere con 500 lire.
Siamo nella favola, un giorno di calda estate consegnò quella montagna arida alla prima grande gloria di cronaca sportiva, il 6 luglio del '52 si correva l'undicesima tappa del Tour de France, da Le Bourg d'Olsans per 182 chilometri fino al Sestriere, al traguardo si presentò un uomo solo, il suo nome era Fausto, il suo cognome Coppi, il trionfo. Il senatore aveva lasciato i sogni ai nipoti, suo figlio Edoardo era morto in un incidente aereo, Gianni e il più giovane Umberto si sarebbero occupati, con spirito diverso, del Sestriere e della squadra di calcio, la Juventus. Il primo per puro piacere e lusso di vita, il secondo con lo spirito di impresa. Non erano anni di grande fortuna per quella montagna, troppo alta, troppo impegnative le piste.
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L'Avvocato arrivava con l'elicottero e si avventurava, con i maestri di sci, su piste esclusive, senza mai dimorare più di un giorno. Umberto preferiva le discese del Banchetta. Le due famiglie si dividevano, tra Svizzera e Italia. Ma i bilanci contabili erano sempre più pesanti, il sogno del senatore abbisognava di nuove realtà finanziarie, oltre all'impegno dei Nasi, oltre al fascino e al prestigio era necessario trasformare il Sestriere in un luogo non riservato solo allo sci. L'impegno venne affidato da Umberto Agnelli ad Antonio Giraudo, fu la svolta, con la supervisione di Tiziana Nasi.
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Giraudo intuì che sarebbe stato opportuno rilanciare il sito con due obiettivi, accorpare, con l'acquisto del pacchetto azionario, tutti gli impianti di sci di Sauze e Sestriere, disegnare una mappa completa fino al Monginevro, 400 chilometri di piste, la Via Lattea, un'insegna onirica e creare nuovi posti letto, trasformando quello che era soltanto un punto di arrivo per gli sciatori, in un luogo aperto ad altre iniziative sempre nell'ambito dello sport, con le grandi manifestazioni, i mondiali di sci e l'Olimpiade invernale.
andrea agnelli ed antonio giraudo foto mezzelani gmt 171
E, ancora, la pista di atletica con i nomi più illustri, gare di automobilismo, raduni di varie discipline sportive e il colpo migliore: l'innevamento artificiale che fino ad allora era stato riservato solo alla pista che avrebbe ospitato una gara di sci veniva esteso a tutte le piste, per garantire ai turisti la neve per l'intera stagione. Oggi nuovi imprenditori hanno ricevuto l'eredità, gli Agnelli conservano alcune dimore, la storia è passata, tutto cominciò con 40 centesimi, Sestriere resta nella fotografia con le montagne di sfondo, tra il senatore e suo nipote.
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